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Pubblicato il 20/07/2019

RASSEGNA STAMPA. LA NAZIONE PARLA DEL CAMBIO DI COMANDANTE A SIENA

SIENA


PRIMO PIANO pag. 5

20 luglio 2019

«Siena e parà, valori comuni»

Fraterrigo saluta la città: «E’ stato un amore a prima vista»
di LAURA VALDESI «CON SIENA è stato amore a prima vista quell’8 settembre 2017. Non ero abituato a tanto calore». Rispetto e sincera gratitudine nelle parole del colonnello Michele Fraterrigo che lascia il comando del 186° reggimento Folgore «per rivestire un nuovo incarico presso lo Stato maggiore dell’esercito», annuncia il generale di Brigata Rodolfo Sganga presente alla cerimonia di avvicendamento alla caserma Bandini. Dove arriva – sarebbe meglio dire torna – il colonnello Federico Bernacca che qui ha già guidato il battaglione. «Fraterrigo ha rafforzato i rapporti con la comunità locale», sottolinea fra l’altro nel suo saluto Sganga. Non solo per la collaborazione nel garantire sicurezza alla città ma anche per la cittadinanza onoraria di recente attribuita dal Comune alla Folgore, tuttora tra l’altro impegnata nell’operazione ‘Strade sicure’. CHE FRATERRIGO abbia compreso e apprezzato Siena, venendo ricambiato, si capisce dalle sue parole quando parla delle Contrade, rivolgendosi più volte ai priori durante la cerimonia. «Una città che mi ha fatto sentire parte integrante di essa dove queste custodiscono valori di appartenenza e identità che rappresentano un comune denominatore con i paracadutisti». Spingendosi oltre, fino a definire per questo «Siena e i parà un’idea tipo da seguire e mutuare». Per l’attaccamento alla storia e alla memoria, per esempio. «Dio, Patria e famiglia, valori che non sono più tanto di moda ma che mio suocero, generale in pensione mi ripete spesso», rilancia l’assessore Francesca Appolloni che porta il saluto del Comune. Famiglia, si diceva. Così condidera Fraterrigo i ragazzi del 186° dove è arrivato nel 1995 iniziando a crescere. «Solo con sudore e sacrificio possiamo indossare questo basco», sottolinea il comandante. C’è formalità nella cerimonia ma anche sentimento. Si parla delle «cicatrici che sono il nostro collante», si citano i tanti che non ci sono più. «Sempre pronti a nuove sfide», rilancia il colonnello riconoscendo che i parà schierati davanti a lui «hanno portato in alto l’onore del reggimento, dimenticando la fatica e andando ben oltre ogni immaginabile aspettativa. Con il vostro encomiabile operato vi siete conquistati rispetto sia nell’impegno sui fronti esteri che in Italia». Tuttora un nucleo addestratori si trova in Niger, per esempio. INSOMMA, i paracadutisti sono capaci di cambiare pelle passando da esercitazioni internazionali sotto l’egida Nato ad una presenza sul territorio nazionale che rende più sicuri i cittadini.

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