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Pubblicato il 04/12/2020

RASSEGNA STAMPA: LA NAZIONE PARLA DEL PARACADUTISTA NEMBO LUIGI TOSTI

sopra: Il Colonnello Zampella, comandante del 183mo Reggimento Nembo , saluta il paracadutista Luigi Tosti collegato in videoconferenza

PISTOIA


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I cento anni di Luigi il parà che fece l’Italia

Dopo aver combattuto in Africa si unì all’esercito cobelligerante Con gli alleati nelle battaglie chiave della Liberazione
PISTOIA I semi della memoria non devono andare dispersi. Soprattutto quando raccontano storie di coraggio e di patria. Giorni addietro alla caserma Marini del reggimento Nembo si è tenuta una cerimonia toccante, anche se in video conferenza per le norme anti covid.  Il comandante del reggimento, Colonnello Vincenzo Zampella, col picchetto d’onore schierato sulla piazza d’armi, ha fatto gli auguri di compleanno al paracadutista Luigi Tosti, centenario di ferro, collegato dalla sua casa Latina con indosso il basco amaranto d’ordinanza. Una cerimonia breve ma sentita per uno degli ultimi reduci della seconda guerra mondiale che, a cento anni, possono raccontare ancora lucidamente le storie di quel tempo. Dopo il suo arruolamento, Luigi Tosti, classe 1920, chiese di essere ammesso nella nuova specialità del Regio Esercito: i paracadutisti. Venne addestrato ai lanci a Tarquinia e mandato in Africa. Durante la campagna d’Africa ebbe a subire tutte le privazioni che subirono tutti i suoi commilitoni. Non riuscì come avrebbe voluto a dare il suo contributo nella battaglia senza speranza di El Alamein. Pochi giorni prima di questo scontro, passato nella storia della brigata Folgore, Tosti venne ferito gravemente in uno scontro a fuoco con gli inglesi. Una ferita grave per la quale fu imbarcato su una nave ospedale e riportato in Italia. Un tragitto anche questo non di poco conto, visto che nel Mediterraneo i convogli italiani erano spesso attaccati da navi e sottomarini alleati. Una volta guarito dalle sue ferite, Luigi Tosti rientrò in servizio, inquadrato nella Divisione Nembo. Ma diverse cose stavano per cambiare. Dopo l’8 settembre la divisione praticamente si spaccò in due parti: alcuni aderirono alla Rsi, altri militari rimasero fedeli al Re e vennero inquadrati con l’esercito cobelligerante del Regno del Sud. Tosti fu tra questi ultimi. Con i suoi commilitoni si unì agli alleati e decise di combattere per la liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Fu presente nelle più gloriose battaglie della Nembo sul fronte italiano: in particolare si fece onore a Filottrano nelle Marche, chiave di volta per aprire la strada verso Ancona, e a Case Grizzano sull’appennino bolognese, dove ebbe a combattere contro i temibili ‘diavoli verdi’, ossia i paracadutisti tedeschi che si erano meritati questo appellativo negli scontri durante la campagna d’Italia. «Luigi – hanno detto dal Nembo – è un esempio di tenacia e dedizione alla Patria per tutti i soldati. Il 183° reggimento paracadutisti ha voluto ringraziarlo per tutto ciò che ha fatto e che rappresenta». Un onore per tutti i paracadutisti e per l’Esercito Italiano, che da poco ha perso un altro dei ‘leoni’ col basco amaranto, il reduce di El Alamein, Santo Pelliccia, scomparso un anno fa all’età di 95 anni. Fabrizio Morviducci

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