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Pubblicato il 28/10/2018

RASSEGNA STAMPA- LA NAZIONE SUL CASO SCIERI

LA NAZIONE
CRONACA PISA pag. 4

«Scieri fu costretto a salire sulla torre Dopo la caduta poteva essere salvato»

«IL CORPO di Emanuele Scieri presentava ferite che i consulenti hanno escluso fossero conseguenza della caduta». È uno dei passaggi chiave dell’ordinanza con cui il Tribunale del Riesame (Genovese presidente, Magi e Limongi a latere) ha respinto il ricorso per la revoca degli arresti domiciliari ad Alessandro Panella, uno dei tre insagati – con i commilitoni Andrea Antico e Luigi Zabara – per la morte di Emanuele Scieri, il cui corpo in avanzato stato di decomposizione fu ritrovato, nascosto dietro un tavolo, in un’area della caserma Gamerra, il 16 agosto del 1999. Il cadavere, in avanzato stato di decomposizione, giaceva in posizione supina, con il capo reclinato verso derso destra e appoggiato sul piano di un tavolo capovolto, il braccio destro in posizione quasi perpendicolare al corpo con palmo della mano rivolto verso l’alto, il braccio sinistro piegato sotto i tavoli posti in posizione obliqua al terreno, il piede destro, (con la scarpa) appoggiato allo spigolo di un tavolo di colore verde con la pianta rivolta verso l’alto, la gamba sinistra con il piede privo di scarpa (ritrovata a circa due metri) era distesa in senso longitudinale al busto. E poi ci sono le ferite, ‘inspiegabili’, espressione, secondo i consulenti «di un importante evento traumatico di natura contusiva e abrasiva realizzatopsi contro un ostacolo fisso avente una superficie ristretta e presumibilmente verde». DUNQUE Emanuele venne trovato a terra, privo di vita con lesioni al collo del piede, alla sura e all’avambraccio. Lesioni non compatibili con la caduta. Aveva entrambe le scarpe slacciate, una sola indosso. Aveva il bordo della maglietta arrotolata fino alla base del torace. Secondo il Collegio, questo fa ritenere che il giovane parà sia stato prima denudato e percosso, poi abbia di nuovo indossato i pantaloni e poi, senza riuscire a calzare ed allacciare entrambe le scarpe e ad abbassare la maglietta, sia stato costretto a salire sulla torre da cui poi è precipitato. Per il Collegio Scieri si arrampicò sulla torre per sottrarsi ai suoi aguzzinie. «Ciò a maggior ragione – spiegano i giudici del Riesame – ove si considerino le lesioni alle nocche di entrambe le mani». Lesioni compatibili con colpi inferti per far perdere la presa sulla scala e provocare la caduta della vittima». Ma, secondo i periti, dopo la caduta Emanuele poteva ancora essere salvato. «La morte dello Scieri – si legge – poteva essere evitata laddove gli fosse stato prestato immediato soccorso di cui, invece, coloro che avevano preso parte al pestaggio, si disinteressarono. O se si fosse proceduto ad un’immediata richiesta di soccorso, pur nella sicura permanenza di gravi danni neurologici». Invece il tavolo che ne nascondeva il corpo era stato spostato apposta per rendere meno agevole la vista del corpo della vittima in quell’angolo di caserma adibito a discarica. p.z

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