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Pubblicato il 01/01/2021

RASSEGNA STAMPA- LIBERO QUOTIDIANO: “L’ESERCITO – UNA PRESENZA CHE DIAMO PER SCONTATA”

Più di 11.000 militari durante le festività in operazioni all’estero e sul territorio nazionale

Andrea Cionci
Storico dell’arte, giornalista e scrittore, si occupa di storia, archeologia e religione. Cultore di opera lirica, ideatore del metodo “Mimerito” sperimentato dal Miur e promotore del progetto di risonanza internazionale “Plinio”, è stato reporter dall’Afghanistan e dall’Himalaya. Ha appena pubblicato il romanzo “Eugénie” (Bibliotheka). Ricercatore del bello, del sano e del vero – per quanto scomodi – vive una relazione complicata con l’Italia che ama alla follia sebbene, non di rado, gli spezzi il cuore


31 dicembre 2020

“Mobilitiamo l’Esercito”: quando spunta una qualsiasi emergenza al di sopra delle possibilità di gestione, si chiama sempre la Forza Armata.

Come mai? Evidentemente perché è capace di rispondere a eventi e situazioni di emergenza con le reattività ed efficienza superiori tipiche di un’istituzione preposta alla nostra SOPRAVVIVENZA, addestrata a difendere la collettività dalla situazione più estrema: la guerra.

Una realtà di eccellenza, coesa e disciplinata, che gode senza flessioni della fiducia dei cittadini, ma che, troppo spesso, siamo portati a dare per scontata.

A tutti noi sarà capitato, almeno una volta nella vita, di renderci conto che avevamo una persona che, per noi, avrebbe fatto qualsiasi cosa per proteggerci, che ci sarebbe stata sempre e che abbiamo considerato quasi “dovuta”.

Un genitore, un nonno, un amico, una fidanzata … La cui preziosità non siamo stati capaci di apprezzare fino in fondo, se non troppo tardi.

Non è un caso che il motto dell’Esercito sia “Noi ci siamo sempre”, e forse proprio per questa disponibilità incondizionata – che arriva, per giuramento, fino al sacrificio della vita – tendiamo a non considerare fino in fondo il ruolo, la dedizione, gli sforzi migliorativi (nonostante la cronica esiguità dei fondi), la vita di sacrificio degli italiani con le stellette.

C’è ancora gente che continua a insultare i nostri militari, a vandalizzare monumenti ai caduti (pensiamo a quei ragazzi che, giorni fa, sciavano sulle pendici del sacrario del Monte Grappa), a ripetere slogan vergognosi come “10, 100, 1000 Nassirya” durante le manifestazioni, a fare propaganda contro i simboli e gli anniversari della nostra storia militare, o a prendere in giro gli uomini in mimetica che, pur derogando al loro ruolo e attività tradizionali, fanno la guardia nelle nostre piazze come deterrente per eventuali attacchi terroristici consentendoci, così, di sorbire il nostro aperitivo, o di muoverci con treni e metropolitana in relativa sicurezza.

Con l’emergenza Covid, abbiamo tutti provato la PAURA, un sentimento che da molti decenni mancava nella percezione collettiva con tale intensità. Diciamo che questa pandemia è stata appena un assaggino di quello che potrebbe essere una guerra vera. Purtroppo, gli ultimi italiani che l’hanno vissuta sono ormai molto anziani e vengono poco ascoltati in famiglia, mentre potrebbero restituirci quel pur istruttivo senso della precarietà del vivere che loro avevano provato da bambini o adolescenti.

Non diamo nulla per scontato: un semplice microrganismo può mettere in ginocchio una nazione. Non ce lo aspettavamo vero? Oggi non ci aspettiamo nemmeno una guerra, ma, facendo i debiti scongiuri, quali garanzie abbiamo che non possa accadere nulla del genere?

Ebbene, per tutte queste incognite c’è un guardiano che veglia su di noi, l’Esercito, insieme alle altre Forze Armate il cui giuramento, lo ricordiamo, è:

«Giuro di essere fedele alla Repubblica italiana, di osservarne la Costituzione e le leggi e di adempiere con disciplina e onore tutti i doveri del mio stato per la difesa della Patria e la salvaguardia delle libere istituzioni».

E allora, se vogliamo fare qualcosa per dire grazie, leggiamo quali siano state – e siano tuttora – le attività degli uomini in mimetica e condividiamo questo elenco sui social per informare tutti i nostri conoscenti.

“Di più insieme” è infatti, il secondo, nuovo, motto dell’Esercito: una mano tesa con discrezione, affetto e amicizia alla società civile per farsi conoscere sempre meglio.

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