ADDESTRAMENTO

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Pubblicato il 12/03/2018

RASSEGNA STAMPA- PERDE IL TITOLO ITALIANO FERMANDOSI AD AIUTARE L’AVVERSARIO

RESTO DEL CARLINO

FORLI

12 Marzo 2018

 

Gesto di fair play del plurititolato podista ipovedente Loris Cappanna

ai Tricolori di mezza maratona

Loris Cappanna (terzo da sinistra, con gli occhiali) e il suo staff, con il vincitore e amico Michele Baldelli
Loris Cappanna (terzo da sinistra, con gli occhiali) e il suo staff,
con il vincitore e amico Michele Baldelli

 

Forlimpopoli 12 marzo 2018 – Loris Cappanna, plurititolato atleta paralimpico, ha ceduto il titolo di campione italiano di mezza maratona

ciechi assoluti, ma lo ha fatto con un gesto di fair play che vale come una vittoria. Proprio l’esatto opposto del trattamento che

lui stesso ricevette mesi fa in una corsa a Lugo, quando trovò un biglietto sulla sua auto con insulti e l’invito ad andarsene.

Ebbene, nella gara disputata a Civitanova Marche, l’atleta forlimpopolese ha regalato una pagina di sport che va al di là dell’ agonismo.

Al chilometro 4 il percorso di gara presentava una lieve discesa seguita da un dosso e Michele Baldelli, paratleta pesarese di 33 anni,

che era già davanti a lui, è scivolato su del ghiaino ed è caduto rovinosamente sbucciandosi una spalla e un ginocchio.

«Io lo seguivo di poco – racconta l’atleta forlimpopolese –, ho sentito che era caduto e anche male e ho chiesto ad Andrea Soldati,

la mia guida, di fermarsi e insieme abbiamo aiutato Michele ad alzarsi. Con la sua guida abbiamo valutato le sue condizioni e siamo ripartiti».

Poi Cappanna per un po’ è stato davanti facendo il passo con Baldelli, «poi, quando ho sentito che Michele si era pienamente ripreso,

gli ho ceduto la prima posizione, che deteneva prima della caduta, e ce la siamo giocata fino alla fine». Il finale ha visto Michele Baldelli

precedere di una trentina di secondi Cappanna, che comunque ha fatto registrare il suo miglior tempo assoluto con un’ora, 20 minuti e 55 secondi,

abbassando di circa 4 minuti il suo precedente primato. Cappanna quindi non ha approfitatto della situazione,

«non è così – dice – che mi hanno educato i miei genitori, né è così che sono stato educato in Marina Militare.

Michele forse avrebbe vinto lo stesso, o forse no, ma siamo amici, avversari sportivamente, e lui era caduto.

Preferisco perdere la medaglia, che correre in un’altra maniera».

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