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Pubblicato il 18/01/2021

RASSEGNA STAMPA: UNA TESI DI LAUREA SULLA FORTEZZA DEGLI INCURSORI DI MARINA . PRIMA ERA UN LAZZARETTO PER QUARANTENE

Antonello Bisceglia ( al centro, ndr), neodottore in Storia e figlio di un luogotenente del Comsubin ( nella foto primo a sinistra, ndr) , ha presentato il suo lavoro nella struttura militare

il secolo XIX
Mariano Alberto Vignali
17 Gennaio 2021

La Spezia – Pochi lo sanno, ma il fortilizio del Varignano, oggi base degli incursori e dei palombari della Marina, una delle strutture militari più attive e riservate in Italia, non è nato come caserma e neppure come fortificazione, ma come sanatorio, un lazzaretto costruito dall’allora repubblica di Genova nel 1724, ma su di un progetto iniziato nel 1656. Un luogo, ad un giorno di navigazione dal porto genovese, pensato in modo da far trascorrere la quarantena in sicurezza alle navi, a rischio di essere vettori di pestilenze, prima che arrivassero a destinazione. Un argomento quanto mai attuale che il giovane spezzino Antonello Bisceglia, neolaureato in storia presso l’università degli studi di Genova, ha voluto sviluppare nella sua tesi dal titolo: “Il lazzaretto del Varignano durante la peste del 1743”. Un tema storico che ha molti legami con il presente, iniziando dalle relative implicazioni nei traffici commerciali marittimi che provocò in quell’epoca.

“La scelta è dovuta principalmente al fatto che mio padre lavora proprio al Varignano _ spiega il neo dottore _ ne ho parlato con il mio relatore è venuta fuori questa idea. Ma è un progetto deciso prima della pandemia, dell’ottobre 2019, anche se la situazione in corso ha inciso molto sulla stesura, creando difficoltà. Il principale vincolo è stato per il lavoro di ricerca in archivio che ho svolto a giugno, in piena emergenza contagio”.

Il lavoro di Bisceglia ricostruisce sia il ruolo che la realtà storica della struttura che solo in epoca successiva, con l’arrivo delle truppe napoleoniche, ha assunto un compito militare. Si tratta di una delle poche attività di ricerca legate a questa installazione e proprio per questo la Marina ha voluto valorizzarne l’importanza, purtroppo con un evento chiuso al pubblico ovviamente a causa del Covid. Il neo laureato è stato invitato così al comando del “Raggruppamento Subacquei ed Incursori Teseo Tesei” dove, a nome della forza armata, ha ricevuto le congratulazioni dal contrammiraglio Massimiliano Rossi, attuale comandante di ComSubIn. Con Antonello era presente anche il padre Vincenzo, un luogotenente in servizio presso la base, che ha così vissuto una doppia soddisfazione. Al giovane dottore in storia vanno anche i complimenti del Secolo XIX.

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