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Pubblicato il 03/05/2018

RASSEGNA STAMPA: VOGLIONO CHIUDERE LA BASE DI AVIANO ? LA 173ma ANDRA’ IN INGHILTERRA?

IL GAZZETTINO ( PORDENONE)
del 3 Maggio 2018

«Costa troppo, chiudete la base Usaf»: rumors dagli Usa

LO SCOSSONE
AVIANO Dalla Base Usaf di Aviano spirano ciclicamente venti di guerra, si ammodernano le infrastrutture per il deposito e la manutenzione delle bombe atomiche custodite, aumentano unità operative e correlato personale militare con familiari al séguito, si riassumono lavoratori civili americani (a discapito degli «indigeni»). Eppure c’è ancora chi obietta che sarebbe il caso di chiudere il dispendioso presidio Usa che campeggia nel Vecchio Continente da oltre mezzo secolo, e che pesa assai sulle casse statali di Roma e Washington. A lanciare questo desiderata» non sono però gli sparuti pacifisti italiani, bensì un opinionista del Washington Examiner. Sulle colonne di questo magazine di news e approfondimenti politici, Tom Rogan (giornalista inglese trapiantato negli States) constata che le Forze Armate americane operano in molte Basi collocate in Europa, e siccome il Congresso si sta adeguando al nuovo adagio «America first!» lanciato dal presidente Donald Trump (secondo il quale bisogna concentrarsi sul rilancio dell’economia nazionale, tagliando costi superflui), la chiusura di avamposti oltreconfine offre l’opportunità di risparmiare, senza per questo sacrificare la capacità strategica. «Si tratta di concentrare le unità in un pugno di Basi, così il Pentagono riuscirebbe a salvare qualche miliardo di dollari nell’arco di dieci anni» afferma Rogan. Già, ma quali siti andrebbero chiusi? «Bisogna iniziare da quelli che abbiamo in Germania, dove l’elevata nostra presenza andrebbe razionalizzata e ricollocata in un paio di Basi in Polonia argomenta il commentatore del Washington Examiner ma poi bisognerebbe chiudere anche Aviano e la caserma Ederle di Vicenza, riposizionando la 173esima Aerobrigata nel Regno Unito». Rumors che echeggiano da tempo in Pedemontana, procurando apprensione. Tuttavia l’analista angloamericano non tiene conto di recenti segnali che vanno nel senso opposto alle sue opinioni. Tanto per cominciare, all’aeroporto Pagliano e Gori di Aviano sono state recentemente riposizionate nuove unità dell’Usaf: il 606° Squadrone per il controllo aereo, e i 56° e 57° per il soccorso di piloti e personale disperso. Di più, proprio in questi giorni all’aeroporto pedemontano è stato riaperto l’Ufficio reclutamento dell’Air Force, che era stato chiuso oltre otto anni fa e anche questo è un segnale della rinnovata linfa dell’aeroscalo Usa, inglobato nel dispositivo Nato. Unica nota stonata: per svariati altri anni ancora il locale 31° Fighter Wing continuerà a far volare i vecchi velivoli F-16 (in servizio da trent’anni) in quanto i primi supercaccia F-35 (che li sostituiranno) sono stati destinati, contrariamente alle aspettative, alla Base Usaf di Lakenheath, ubicata nel Regno Unito.
Dario Furlan

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