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Pubblicato il 03/12/2020

RECENSIONI: GUIDA AI LUOGHI DI MUSSOLINI IN ROMAGNA

CESENA


CESENA pag. 22

In Romagna sulle orme di Mussolini

Notizie storiche inedite, curiosità e immagini nel libro di Moressa in abbinamento con il Carlino
di Edoardo Turci «Guida ai luoghi di Mussolini – Da Predappio a Villa Torlonia« (Editrice Persiani)(acquista) è un viaggio interessante nei luoghi che furono scenario dei più importanti eventi del Ventennio, che il giornalista forlivese Pierluigi Moressa, medico psichiatra, ha ben rappresentato con immagini, notizie storiche inedite e curiosità. Il volume di un centinaio di pagine, da oggi e fino al 27 dicembre uscirà in abbinamento editoriale al «Carlino« (edizioni Forlì, Cesena e Rimini) al costo di EUR 8,90 più il prezzo del quotidiano. L’itinerario parte inevitabilmente dalla Romagna, a Dovia di Predappio dove il futuro Duce (Benito Andrea Amilcare Mussolini) venne alla luce il 29 luglio 1883, figlio di un fabbro socialista e madre maestra elementare; ogni anno, per il suo compleanno, teneva una festa popolare alla Rocca delle Caminate, sua residenza estiva negli anni Trenta. La sua presenza all’interno della Rocca veniva testimoniata da un fascio di luce tricolore di un faro visibile a oltre 60 km di distanza. Se Dovia nell’immaginario nazionale era il «Paese del Duce», Forlì con all’epoca poco più di 50mila abitanti, divenne la «Città del Duce» che, ancora oggi mantiene (come Predappio) l’impronta che il regime volle lasciare con architetture fasciste, operando una vera trasformazione della città, demolendo anche palazzi antichi. Non solo Città, ma anche capoluogo della sua provincia, che ampliò nel 1923, con l’annessione di undici Comuni appartenenti alla cosiddetta Romagna Toscana. A Forlimpopoli, nel 1901 si diplomò maestro elementare, mostrando anche doti di oratore e passione politica, mentre le vacanze estive le trascorreva con tutta la famiglia nella «rada» di Riccione nella sua villa restaurata, senza non poche controversie, nei primi anni Duemila. Poi le vicende legate alla sua attività di capo del governo: dal 1925 fino al 1943 Mussolini risiedette a Roma in Villa Torlonia dove, nel 1942, iniziò la costruzione di un bunker antiaereo: una struttura cilindrica 6 metri sotto terra protetta da 4 metri di cemento armato. Questo viaggio storico-fotografico, giunge infine a Milano, dove nel 1945 a piazzale Loreto vennero esposti, appesi a testa in giù, i cadaveri del Duce, Claretta Petacci ed altri gerarchi, intrecciando spietatamente storia, politica, memoria, narrazione. Qui nel 1919 a Piazza San Sepolcro, avvenne la fondazione dei Fasci italiani di combattimento e aveva sede il quotidiano del regime «Il Popolo d’Italia» diretto dal fratello, Arnaldo Mussolini che richiama un altro luogo della memoria mussoliniano in Romagna: Paderno di Mercato Saraceno. Qui dal 1932, Arnaldo riposa assieme al figlio Sandro morto prematuramente e la moglie Augusta. Per una decina d’anni Paderno, in occasione della ricorrenza della morte del fratello del Duce, diventava luogo di pellegrinaggio alle «sacre tombe» da parte dei maggiori esponenti del fascismo nazionale, con il Duce in testa.

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