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Pubblicato il 27/10/2014

RIENTRO DEI MILITARI DALL’AFGANISTAN: IL CAOS MERIDIANA DI FIUMICINO DANNEGGIA ANCHE I NOSTRI RAGAZZI

RIASSUNTO DI UN ARTICOLO DE “IL MESSAGGERO”, FIRMATO DA MIRKO POLISANO

Pubblichiamo un riassunto liberamente tratto da alcuni paragrafi di un articolo apparso su “IL MESSAGGERO” di oggi:

Il caso Meridiana e il caos bagagli all’aeroporto di Fiumicino non hanno risparmiato, nei giorni scorsi, nemmeno i soldati tornati dall’ Afghanistan.

PER VELOCIZZARE I RIENTRI E RENDERLI PIU CONFORTEVOLI, LA DIFESA NOLEGGIA AEREI CIVILI DI COMPAGNIE AEREE PER ORGANIZZARE I RIENTRI IN PATRIA DEL PERSONALE, CHE IMBARCA E SBARCA NEGLI AEREOPORTI CIVILI , CON I DISAGI DEGLI ALTRI PASSEGGERI

L’ULTIMO EPISODIO

I militari sbarcati domenica mattina all’alba al Leonardo da Vinci da Herat hanno aspettato un’ora esatta prima di poter recuperare I bauli per i loro quindici giorni di licenza in Italia. Le valigie erano partite, insieme a parte del contingente, dall’aeroporto di Camp Arena fino ad Al Beteen, negli Emirati, da dove sono stati imbarcati su un aereo civile della compagnia Meridiana per Fiumicino.

Negli Emirates, il primo disservizio: l’aria condizionata del boeing è andata in tilt, circostanza che ha costretto i militari a una attesa forzata sulla pista di Al Bateen prima di salire a bordo. Solo a metà del tragitto la situazione climatica si è poi sistemata. L’appalto di Meridiana con il ministero della Difesa terminerà il prossimo 31 dicembre. Una data, questa, che coincide con un’altra scadenza, quella della missione Isaf in Afghanistan.
Secondo la Difesa, usare i velivoli militari per tutti i tragitti, compresi quelli per il personale , accorcerebbe la vita operativa dei velivoli, con maggiori i costi di manutenzione e meno disponibilità in caso di emergenze.
«Ho avuto modo di sperimentare sulla mia pelle – racconta Annarita Lo Mastro, madre del caporal maggiore David Tobini caduto in Afghanistan nel 2011 – anche quel viaggio. Lo scorso anno, sono partita per Herat per vivere quelle tappe e percorrere lo stesso percorso che ha fatto mio figlio e che fanno tanti altri soldati».

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