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Pubblicato il 09/09/2015

ROMA: GRANDE MOSTRA TRIENNALE SULLA GUERRA 15-18 – UN COLONELLO DEI PARACADUTISTI A CAPO DEL’UFFICIO ORGANIZZATORE

Diciannove sale, centocinquanta oggetti illustrati, , più di centoventi piccoli “affreschi” di un’epoca lontana.

Diciannove sale, centocinquanta oggetti illustrati, più di centoventi piccoli “affreschi” di un’epoca lontana.

PARMA- Il Colonnello artigliere paracadutista Cristiano Dechigi, capo dell’Ufficio storico dello SME, già primo comandante del neo ricostituito 185mo art par, ha “consegnato” al Museo della Fanteria di Roma il frutto di alcuni mesi di intenso lavoro della Curatrice Federica Dal Forno e dello staff messo insieme dall’Ufficio Storico: una splendida mostra sulla Grande Guerra, che espone uniformi , armi , cimeli e documenti mai presentati al pubblico, oppure provenienti da altri musei dell’Esercito, frutto di studi e ricerche nei preziosi archivi dello Stato Maggiore.
La mostra è stata inaugurata alla presenza del Ministro della Difesa e delle più alte autorità militari e civili, compreso il capo di SMD. La sede di Piazza Santa Croce di Gerusalemme, zona San Giovanni, si presta particolarmente alla visita per la facilità di parcheggio e la struttura ampia ed elegante, assai adatta allo scopo.
Tra i cimeli più originali si possono trovare alcune “chicche”, da eleganti elmi di cavalleria, piccoli paracadute per infltrare piccioni viaggiatori, un altare da campo fino ad armi in perfetto stato di conservazione, quindi apprezzabili anche da collezionisti e studiosi.

Bollettino 1268, a cura di Franca Dal Forno , (curatrice, ndr)

il confine di carta
I confini sono l’inizio di ogni guerra. La guerra li abbatte tutti e l’uomo che la vive travalica ogni suo limite.
Lo Stato Maggiore dell’Esercito, nel centesimo anniversario della Prima Guerra Mondiale, ha voluto volgere indietro lo sguardo ritrovando nel conflitto la storia dei molti uomini che l’hanno vissuto, cercando nelle loro parole , negli oggetti che ancora portano le impronte di quei fatti, un nuovo linguaggio comunicativo per narrare la storia con il sapore del racconto, il colore dell’esperienza. Non più una guerra vista dall’alto ma una telecamera calata in trincea, una trincea italiana.
Diciannove sale, centocinquanta oggetti illustrati, nel proprio contesto d’uso, più di centoventi piccoli affreschi di un’epoca lontana, colorata con le tinte pervenute a noi nelle lettere, negli scritti sgrammaticati di tanti grandi uomini. Incuriosire con gli oggetti per scendere in battaglia a fianco dei soldati di allora per scoprirsi ancor più fieri di essere italiani.
Il bollettino della vittoria che sancì la fine del conflitto, fragile e potente confine tra guerra e pace, è stato assunto quale emblema della mostra, quale memoria dell’istante in cui l’Italia tutta si strinse unita e commossa attorno alla propria bandiera, guardando alla pace come ad una enorme conquista.
Di quel preciso istante, di quella partecipe unione, del grande tributo di vite che ne fissò il prezzo, dobbiamo serbare il ricordo, quale prezioso monito.

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