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Pubblicato il 07/04/2015

RSSEGNA STAMPA: IL CARABINIERE PARACADUTISTA ANTONIO BIANCO RICORDATO DA “LA STAMPA”

La Stampa (Ed. Cuneo)
sezione: Cronaca data: 07/04/2015 – pag: 62

Era il figlio dell’ex comandante dei carabinieri di Nichelino

L’ultimo volo del parà italiano Muore dopo un lancio in Sud Africa

L’incidente ai campionati nazionali di Pretoria durante l’atterraggio

«Non perdevo occasione per dirglielo…. E anche l’altra sera al telefono…». Il maresciallo in pensione Gaetano Bianco, ex comandante della Tenenza di Nichelino, riprende fiato dopo il pianto per ricordare il figlio Antonio, 40 anni, appuntato dei carabinieri, paracadutista, morto sabato intorno alle 13 a Pretoria, dopo un «lancio» durante una manifestazione sportiva. Non ci sono parole per raccontare il dolore di un padre che ha visto crescere il «suo» ragazzo che ha fatto le sue scelte, tutte nell’Arma: prima «ausiliario», poi nel Reggimento «Tuscania», ancora nelle missioni (Iraq, Afghanistan, Albania, Libano) infine in Sud Africa, negli uffici diplomatici italiani come agente di sicurezza. Era lì da tre anni.
L’incidente
Una tragedia, un incidente le cui dinamiche sono in corso di ricostruzione. Secondo le prime notizie che filtrano da ambienti militari il paracadute dell’appuntato Bianco, distaccato al consolato italiano di Johannesburg, si sarebbe aperto regolarmente poi, forse in volo, si è girato in maniera innaturale. Per questo motivo, l’atterraggio sarebbe avvenuto senza la necessaria coordinazione. La vittima avrebbe battuto violentemente il capo e il collo, morendo di fatto sul colpo.

Bianco lascia la moglie e due figli piccoli che non aveva potuto vedere a Pasqua perché quel giorno era di turno: «Lo aspettavamo per il 9 aprile, era tutto pronto per il suo ritorno. Avrebbe visto i ragazzi e avremmo festeggiato comunque» racconta papà Gaetano impegnato a rispondere alle decine di telefonate di cordoglio.

Antonio Bianco, nato e cresciuto a Nichelino, aveva la passione dei lanci col paracadute anche fuori dal lavoro. Tecniche che aveva imparato nella palestra del «Tuscania»: «Mi diceva sempre: papà ho bisogno di volare». Anche sabato è andata cosi. A Pretoria era in corso una campionato nazionale di lancio col paracadute. Antonio era esperto, aveva già fatto centinaia di volte ciò che l’altro giorno non gli è riuscito. La salma è a Johannesburg in attesa che venga trasferita in Italia a bordo di un aereo di Stato. In casa del papà, a Candiolo, saranno giorni di dolore e di attesa. Ma anche in città la notizia della morte di Antonio si è diffusa velocemente. Su Facebook l’ex sindaco Giuseppe Catizone è stato il primo a raccontarlo. Aneddoti da amarcord si incrociano nei commenti degli internauti.
Il passato e la musica
Salta fuori il passato di un giovane felice che aveva seguito le orme del padre ma si concedeva anche hobby e passioni per distarsi, ogni tanto, dalla rigidità militare: palestra, body building, musica. Nel 2000 faceva parte di un gruppo che suonava in una vecchia cantina di via XXV Aprile. Si chiamavano «SoSound», facevano cover di artisti di gospel, soul e R&B. Un nome su tutti: Aretha Franklin. Bianco era alla pianola, alla chitarra c’era Cristian Capizzi, suo amico di infanzia, che lo ricorda cosi: «Un ragazzo splendido». Ieri pomeriggio, sul sito del Consolato generale del Sud Africa sono apparse poche, sentite, righe di condoglianze: «Alla famiglia di Mr Antonio Bianco, un paracadutista italiano che è morto ieri dopo un incidente durante i campionati nazionali che si tenevano a Pretoria. Ci auguriamo che la sua anima possa riposare in pace in eterno».

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