Pubblicato il 07/04/2015
SARA’ REGGIO EMILIA LA CAPITALE DEL TRASPORTO SU DIRIGIBILE?
REGGIO EMILIA – Questa mattina il gruppo di ricercatori scientifici denominato ERMETE del dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria di Università di Modena e Reggio – che ha lavorato in questi anni al progetto europeo Maat (Multibody Advanced Airship for Transport) studiando un sistema non convenzionale di trasporto mediante dirigibili, ha effettuato il lancio di un pallone sonda.
Il lancio del velivolo ha avuto lo scopo di raccogliere informazioni per quanto riguarda la progettazione della traiettoria del feeder, la navetta dirigibile che un giorno – secondo il progetto Maat – salirà e scenderà trasportando merci e/o persone da terra al cruiser, il dirigibile che starà sempre in quota, e viceversa.
Il pallone, partito intorno alle 10.50, ha raggiunto la rilevante quota di 30mila metri spingendosi dunque fino a livello della stratosfera terrestre; il tutto è stato registrato da una videocamera piazzata esternamente al box che ha trasmesso a terra sia tramite radio che tramite gsm una serie di preziose informazioni riguardo a temperatura, umidità, pressione, posizione e velocità di spostamento.
Il velivolo è atterrato alle 13.30, dopo oltre due ore e mezzo di volo, in un prato nelle vicinanze di Montespertoli (Fi) a circa 123 km dalla località di lancio. “A questo lancio – ha affermato il prof. Dumas di Unimore – seguiranno altri lanci in modo da ottenere una serie di dati che consentiranno una validazione delle informazioni finora a disposizione, migliorando le prestazioni del feeder”.
Il sistema del pallone aerostatico è composto da tre macro parti: zona di carico, paracadute, pallone: il pallone in Pvc, riempito di elio (per un totale di 4 mc) a terra ha un diametro di circa 2 metri e con tale quantità di gas riesce a spingersi fino a circa 30 km di altitudine (in piena stratosfera): man mano che aumenta la quota, il pallone si dilata, fino ad arrivare allo scoppio, quando raggiunge il diametro di circa 7 m. Ha una velocità di salita di circa 5 m/s; il paracadute realizzato in nylon ha un diametro di circa 1 m. e si apre automaticamente nella fase di discesa. Fa scendere il payload a circa 4 m/s; il payload è il cuore di tutto il progetto e consiste in una scatola di polistirolo ad alto isolamento termico, ove dentro sono stati posizionati i componenti elettronici.
Si chiama Arduino Mega, ed è il micro controllore, colui che legge i parametri dei sensori, provvede a una memorizzazione non volatile degli stessi e a inviarli all’operatore a terra attraverso un segnale radio. Sotto una determinata quota invia anche la posizione gps via sms, per un più facile recupero, dato che il segnale radio è facilmente deteriorabile a basse quote, ove il gsm funziona in maniera ottimale. Nel payload sono collocati anche sensori di temperatura, umidità e pressione, un modulo Gps e Gsm per indicare la latitudine, longitudine, altitudine e provvedere all’invio delle stesse via radio e via sms ed il modulo Radio fm per la trasmissione della telemetria completa via radio, e ancora la SD Card per il salvataggio in locale di tutti i parametri di volo, una piccola sirena acustica per “attirare l’attenzione” nella fase di discesa.
Il payload manda in continuazione la telemetria via radio, che viene salvata dall’operatore a terra. Nel caso in cui si riesca a recuperare il payload, si ottengono anche i dati salvati nella scheda sd, che risulteranno più accurati di quelli inviati via radio, nonché il filmato della videocamera.
Sotto: come potrebbe presentarsi, in futuro, la navetta-madre da trasporto.