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Pubblicato il 20/12/2017

SEQUESTRO SOFFIANTINI: IL NOCS SAMUELE DONATONI MORI’ PER “FUOCO AMICO”

La Nuova Sardegna ed. sezione: SARDEGNA data: 20/12/2017 – pag: 07

Il latitante di Arzana scagionato dall’accusa di aver partecipato alla sparatoria- L’ispettore dei Nocs fu colpito da un collega nel corso di un conflitto a fuoco
La Cassazione: «Cubeddu non ha ucciso Donatoni»

di Mauro Lissia

CAGLIARI Il latitante arzanese Attilio Cubeddu non c’entra con la morte dell’ispettore dei Nocs Samuele Donatoni, ucciso il 19 ottobre 1997 da un colpo di arma da fuoco durante una sparatoria seguita al sequestro dell’imprenditore di Manerbio, Giuseppe Soffiantini. A uccidere l’agente delle forze speciali è stata una Beretta calibro 9 parabellum impugnata da un collega della vittima e non uno dei kalashnikov che armavano quel giorno la banda dei rapitori. Imputato di concorso morale nel delitto insieme a Giovanni Farina e condannato definitivamente a trent’anni per il sequestro e all’ergastolo per l’omicidio, Cubeddu non è colpevole del secondo reato: è stata la Corte di Cassazione ad accogliere il ricorso per revisione presentato dagli avvocati Rita Dedola e Francesco Marongiu annullando di conseguenza la pena più pesante. All’origine della decisione un intreccio di perizie medico legali e balistiche esaminate dalla Corte d’Assise di Roma nel processo a Farina, grazie alle quali i giudici hanno trovato la conferma della tesi difensiva secondo cui è stato il fuoco amico a togliere la vita al poliziotto. Chiarito in giudizio quest’aspetto centrale della vicenda, la Cassazione non poteva che prenderne atto e scagionare Cubeddu, sparito dalla circolazione a gennaio del 1997 approfittando di un permesso premio concesso dal giudice di sorveglianza quand’era recluso a Badu e’Carros e ancor’oggi uccel di bosco.

attiliocubeddu-e1513695658807-372x221Cancellata la condanna all’ergastolo la posizione del latitante, che oggi ha 69 anni, non cambia di molto: a parte i trent’anni per Soffiantini, l’arzanese dovrebbe scontare altre pene riferite a vicende precedenti. Ma nonostante il suo nome compaia da molti anni nella lista speciale dei trenta latitanti più pericolosi d’Italia elaborata dal Ministero dell’Interno, Cubeddu è riuscito finora a restare nell’ombra: dove si trovi è un mistero, il fatto che abbia chiesto a due avvocati di puntare alla revisione del processo per l’omicidio Donatoni dimostra almeno che è ancora in vita. Su di lui, nel corso degli anni, le voci si sono sovrapposte incessantemente: l’hanno dato nascosto nelle campagne di Arzana, in Sudamerica, in Francia e in Toscana. Ma qualsiasi tentativo di rintracciarlo è finora fallito. Nel frattempo gli è stata sequestrata la casa di Arzana, mentre altri beni finiti sotto sequestro sono stati successivamente restituiti alla famiglia perché erano stati acquistati con risorse della moglie e della figlia.L’ispettore Samuele Donatoni venne ucciso nel corso di un conflitto a fuoco nel mese di ottobre del 1997, nella zona di Riofreddo, tra il Lazio e l’Abruzzo. In quel tratto di strada era stato programmato l’abboccamento fra i malviventi e gli emissari per il pagamento del riscatto richiesto in cambio della liberazione di Soffiantini. Ma al posto dei messaggeri della famiglia si presentarono gli agenti dei Nocs, poliziotti addestratissimi incaricati di chiudere la questione anche con l’uso delle armi. Ed è così che andò: i banditi al comando di Mario Moro, deceduto dopo qualche mese per le ferite riportate in una seconda sparatoria, si accorsero della trappola e aprirono il fuoco, in apparenza uccidendo l’ispettore. Per quel delitto venne condannato all’ergastolo Attilio Cubeddu, anche se al momento in cui avvenne la sparatoria l’arzanese si trovava in compagnia di Soffiantini, nei monti della Calvana, in Toscana. I giudici della prima corte d’assise di Roma, nonostante l’alibi del latitante, lo ritennero ugualmente responsabile dell’omicidio per aver paventato la possibilità di un conflitto a fuoco in alcune delle lettere inviate ai familiari dell’ostaggio. Stessa sorte toccò a Giovanni Farina, ma la Cassazione ribaltò gli esiti del processo prima per Farina ed ora anche per Cubeddu, che è colpevole di sequestro di persona ma non di omicidio.

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