CRONACA AGGIORNATA OGNI ORA

Condividi:

Pubblicato il 15/05/2015

SERGENTE DI MARINA SOTTO PROCESSO PER AVERE SOTTRATTO DENARO AI CLANDESTINI IMBARCATI

NAPOLI – Un sergente della Marina Militare imputato di peculato con l’accusa di essersi appropriato di denaro e oggetti di valore di migranti siriani soccorsi in mare; altri 7 militari del suo equipaggio sotto inchiesta per violata consegna per averlo agevolato. È la conclusione dell’inchiesta, rivelata oggi dal Tg La7 Cronache, condotta dalla Procura Militare di Napoli su un episodio avvenuto tra il 25 e il 26 ottobre 2013 sulla nave Chimera nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum a circa 45 miglia Sud-est da Lampedusa. Nell’operazione furono soccorsi un centinaio di profughi di nazionalità siriana, poi trasbordati a Porto Empedocle. Per gli otto militari, tutti della Brigata San Marco secondo Reggimento Brindisi, il pubblico ministero Marina Mazzella, della Procura Militare di Napoli, ha chiesto il rinvio a giudizio.

L’accusa principale di peculato è contestata al sergente Massimo Metrangolo, 38 anni: si sarebbe fatto consegnare dai migranti soldi (almeno 34.850 euro e 26.354 dollari Usa) e oggetti preziosi, tra cui anche un anello nuziale, disattendendo tra l’altro le disposizioni secondo le quali si sarebbe dovuto limitare a ritirare soltanto eventuali armi e materiale pericoloso. Denaro e oggetti furono inseriti «cumulativamente» in buste prive di numerazione o altri segni di riconoscimento. Secondo l’accusa, avrebbe obbligato i migranti «man mano che venivano perquisiti a distogliere lo sguardo dalle successive operazioni e a restare inginocchiati, girati verso il mare».

Leggi anche