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Pubblicato il 24/02/2023

SI VIS PACEM PARA BELLUM – SAREMMO IN GRADO DI COMBATTERE UNA UNA “GUERRA” VERA ?

Il Dente Avvelenato

L’assetto dell’esercito italiano è difensivo. I reparti speciali e quelli a vocazione d’assalto arriverebbero, secondo alcune stime non ufficiali a circa 20mila unità, assai poche per combattere una eventuale guerra sul terreno che dovesse sconfinare in Europa e che ci chiamerebbe inevitabilmente in prima linea. Le Forze Armate italiane non sono state pensate – nel loro complesso e salvo alcune brigate- per gli assalti; così le hanno volute i governi di sinistra e di destra che si sono alternati al governo negli ultimi 30 anni e così piacciono alla Chiesa e,forse, ai cittadini.
La turbolenza di alcuni territori di missione, dove le forze armate di molti paesi sono state impiegate , hanno generato la paura di perdere troppi militari, anche se professionisti, con il conseguente impatto politico negativo; nasce così la “dottrina” dei contractors, reparti “mercenari” che sono diventati veri e propri eserciti privati, con tanto di navi, aerei, elicotteri e migliaia di morti. In Iraq le fonti più accreditate parlano di oltre tremilaottocento contractors americani uccisi. La stessa scelta l’ha fatta Putin, che in Asia e Africa ha inviato migliaia di unità della Wagner, ed ora Ucraina.
L’Europa non li ha e se la guerra dovesse tornare tra di noi , come sembra. Di sicuro sarebbe anche del tipo “tradizionale”, sul terreno, e l’Italia non appare pronta, come, forse, non lo sono nemmeno gli altri paesi europei. Polonia e baltico potrebbero essere invasi , e non è una ipotesi peregrina; se così fosse i contingenti di professionisti non basterebbero, obbligando a frettolose coscrizioni. Si vis pacem para bellum: mai frase dello scrittore romano Vegezio (Publio Flavio Vegezio Renato), tra il IV ed il V secolo dopo Cristo, fu più lungimirante. Temo che dovremo rispolverlarla e speriamo non sia tardi.

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