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Pubblicato il 23/12/2017

SIDNEY: ISLAMICO SI LANCIA CON UN FUORISTRADA MA..”NON ERA UN TERRORISTA”

di Corrado Corradi

Circa l’episodio occorso ieri a Sidney in cui un Afghano, per vendicare i maltrattamenti riservati dall’occidente ai musulmani, ha investito la folla con un suv, ritengo rientri in una modalità operativa non standardizzata ma che prevede la condotta di azioni in assenza di specifici ordini operativi.
Tali azioni (già occorse in Europa) sono ascrivibili allo spirito revanscista insistente in maniera latente in tutti i musulmani e in maniera più pressante in quelli che sentono particolarmente forte il richiamo della religione, una religione che, oltre a nutrire il convincimento di essere definitiva, a partire dal dopo 1^GM, ma soprattutto in seguito all’affermarsi dello stato di Israele, trova alimento in un complesso di persecuzione per i torti subiti.
Tale complesso trova un elemento moltiplicatore nella nostra fregola di auto-accusarci di chissà quali infamie commesse ai danni di quelle popolazioni in un periodo di circa 900 anni.

La situazione é particolarmente grave perché, con la nostra continua auto-accusa per le nefandezze (??) commesse stiamo alimentando nell’Islam due sentimenti che fortificano la naturale spinta espansionistica di quella religione:
· La nostra messa in mora ;
· Il loro revanscismo.

Noi non ci rendiamo conto che continuando ad autoaccusarci per come siamo stati cattivi ai tempi delle crociate (quasi 1000 anni fa), ma soprattutto al tempo del colonialismo (tre generazioni fa), non facciamo altro che alimentare nella popolazione musulmana più fondamentalista un sentimento revanscista che induce i più giovani a farsi autonomamente parte attiva nella condotta di azioni jihadiste per vendicare i torti subiti, e questo avviene anche in assenza di ordini diretti da parte di quella organizzazione nebulosa dalle numerose teste come l’idra* alla quale fanno capo senza nemmeno avere stabilito contatti diretti.
Questi sono i veri lupi solitari; mica gli sparatori di Charlie Hebdo o del Bataclan, soldati effettivi del jihadismo internazionale, per lo più provenienti dai teatri operativi mediorientale e afghano.
E questi lupi solitari sono già nelle nostre città per cui é bene smetterla con la banalità di affermazioni tipo «gli attentatori appartengono ad una generazione nata in Europa e che non abbiamo saputo integrare» dando per scontato che lo «ius soli» sia cosi’ potente da cancellare i legami affettivi che legano un figlio alla tradizione paterna, soprattutto se questa costituisce il fulcro dell’educazione famigliare.

I genitori di quei ragazzi, da noi banalmente quanto incoscientemente bollati come il frutto di una mancata integrazione, sono figli di genitori che vengono da terre islamiche con un «auditum fidei» e, a cascata, una percezione morale e sociale spesso in netta antitesi con il nostro modo di vivere, e che si sono istallati in Europa con la ferma intenzione di preservare da ogni contaminazione la loro tradizione sociale e religiosa alla quale (giustamente) non hanno nessuna intenzione di rinunciare adottando i nostri modelli; questa é la cifra da tenere in considerazione quando si analizza il fenomeno «islamismo» ossia l’islam militante.
Prima smetteremo di fare il bidet alla nostra coscienza (spesso sporca, lo ammetto, basta pensare agli interventi in Iraq e Libia) e meglio sarà.

* l’organizzazione nebulosa dalle numerose teste come l’idra* é costituita dalla fratellanza musulmana wahhabita e dalle organizzazioni islamiste predicanti e combattenti a lei ascrivibili.

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