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Pubblicato il 09/04/2014

SIRIA: L’AMERICA CONTINUA AD AIUTARE I RIBELLI

PARMA- È scontro tra il Dipartimento di Stato americano e il Pentagono sulla strategia da seguire in Siria. Un duro confronto che non facilita le decisioni del presidente Barack Obama, che fatica ad assumere una posizione più chiara su una crisi senza fine, potenzialmente capace di infiammare l’intero Medio Oriente.
Il segretario di Stato, John Kerry, avrebbe espresso grande frustrazione per la situazione di stallo che ormai da mesi caratterizza la guerra civile siriana e forte preoccupazione per un regime, quello di Assad, tutt’altro che sull’orlo del precipizio. Anzi, le truppe di Damasco sembrano di giorno in giorno riguadagnare terreno. Per questo il capo della diplomazia Usa avrebbe più volte insistito per un intervento più deciso degli Usa, di carattere militare, incontrando però un secco «no» da parte sia del Dipartimento alla Difesa guidato da Chuck Hagel sia dei vertici delle Forze armate. Kerry avrebbe messo sul tavolo una serie di opzioni: da un intervento militare per fiaccare le forze di Assad al ricorso a bombardamenti aerei limitati, fino all’uso di forze speciali per addestrare ed equipaggiare, sotto la guida della Cia, i ribelli siriani. Ma il Pentagono ha espresso forte contrarietà al piano Kerry: rischierebbe di bloccare la cooperazione di Assad sul fronte delle armi chimiche, e di invischiare le truppe americane in nuovo Iraq.

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