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Pubblicato il 18/02/2015

SPECIALE CRISI LIBICA: DUE COMANDANTI PARACADUTISTI AL CENTRO DELLA CRONACA

A comandare, pianificare, coordinare e gestire  l’eventuale intervento in Libia  saranno due le figure chiave, il generale di Corpo d’Armata Marco Bertolini ed il generale di Divisione Nicola Zanelli.

 

di Paolo Comastri

Con il Califfato arrivato sulle coste libiche a 300 km dalle nostre coste è’ solo questione di tempo e di modi ma un intervento italiano in Libia appare sempre più necessario e non più rinviabile; con tutta probabilità avverrà sotto l’egida ONU e sarà una missione che vedrà coinvolti vari paesi europei, Stati Uniti, Canada e alcuni dell’Africa del Nord.

Esistono imprescindibili esigenze di difesa nazionale e di tutela di interessi economici vitali per l’Italia, e non solo, che impongono una lotta senza quartiere all’ISIS.

L’aliquota italiana sarà la numericamente più importante e complessa grazie anche la “comodità” logistica di avere basi di rifornimento terrestri, aeree e navali a meno di tre ore dalle coste libiche; i piani di intervento sono stati già predisposti da settimane e la complessa macchina militare è, di fatto, già avviata.

A comandare, pianificare, coordinare e gestire questo intervento sono due le figure chiave, il generale di Corpo d’Armata Marco Bertolini ed il generale di Divisione Nicola Zanelli.

Entrambi reggiani, di Rubiera il primo e di Felina il secondo, Bertolini è al comando del COI (comando operativo di vertice Interforze) di Roma Centocelle, mentre Zanelli è a capo del COMFOSE (comando forze speciali dell’esercito) di Pisa; due strutture importantissime, fondamentali e strategiche nella gestione di queste missioni.

Il Comando Operativo di vertice Interforze nasce come effetto della legge n. 25 del 18 febbraio 1997 sulla ristrutturazione dei vertici delle Forze Armate che pone il Capo di Stato Maggiore della Difesa in posizione sovraordinata rispetto ai Capi di Stato Maggiore delle Forze Armate, alle dirette dipendenze del Ministro della Difesa, quale responsabile dell’Organizzazione militare ed in particolare della pianificazione, della predisposizione e dell’impiego delle Forze Armate nel loro complesso.

Tale legge ha conferito al Capo di Stato Maggiore della Difesa, non più “primus inter pares”, il ruolo di guida dello strumento militare nel suo insieme, nella duplice veste di Capo di Stato Maggiore in quanto tale (CHOD) e di Comandante in Capo (CINC). Per l’esercizio di tali funzioni si avvale di due organismi paritetici: lo Stato Maggiore della Difesa (SMD) ed il COI che, costituito nel 1998, è lo strumento mediante il quale il Capo di Stato Maggiore della Difesa è in grado di esercitare la sua determinante funzione di Comandante Operativo delle Forze Armate.

Il COMFOSE invece è un comando a livello Brigata, responsabile di garantire la necessaria unitarietà all’addestramento, all’approntamento, allo sviluppo procedurale nonchè all’acquisizione dei materiali per il comparto Forze Speciali/Forze per Operazioni Speciali. Il quartier generale è situato all’interno della Caserma “Gamerra” a Pisa, sede anche del Centro di addestramento militare di paracadutismo.

E’ alle dirette dipendenze del Sottocapo di Stato Maggiore dell’Esercito.

Questa nuova missione della Forza Armata fuori dai confini nazionali prevederà asset complessi; un ruolo fondamentale lo rivestirà la Brigata Paracadutisti Folgore che fornirà buona parte del contingente di truppe terrestri; coinvolte anche robuste aliquote di Carabinieri paracadutisti del Tuscania, fucilieri di Marina del San Marco e rangers del 4.o RGT Monte Cervino. Fondamentale poi l’apporto di Marina ed Aviazione con la portaerei Garibaldi schierata dinnanzi alle coste libiche nel ruolo di base aerea operativa avanzata e altre unità navali con compiti di difesa e pattugliamento.

Non certamente secondario l’apporto della forza aerea per tutto uno spettro di compiti che vanno dalla difesa del contingente italiano, alla distruzione di postazioni nemiche, dall’avio rifornimento, al supporto logistico.

A contrastare l’ISIS sono peraltro schierati da tempo in teatro operativo iracheno e curdo vari nuclei di reparti speciali che rientrano nella cosi detta Task Force Black, anche se ogni corpo agisce in modo del tutto autonomo e con regole di ingaggio asimmetriche e non convenzionali.

L’Italia è presente da circa due mesi con la cosi detta Task Force 45 che tuttavia, come in teatro operativo afgano, ufficialmente non esiste; ad ogni buon conto gli italiani sono stati schierati alle dirette dipendenze della Combined Joint Task Force nella città di Arbil, nel Kurdistan iracheno. I circa 50 elementi di questa così detta TF45 fungono da “moltiplicatori” per le truppe locali ed utilizzati in missione di ricognizione.

Dopo il “terrore” portato dai Sas e dai Tier-1 americani (eliminazione notturna di bersagli, imboscate), tutti i reparti speciali schierati hanno adottato la tecnica dei “lupi travestiti da pecore”.

Nello specifico per gli USA i Navy Seal/Delta Force/Tier-1 la cui missione prioritaria è quella di scardinare la struttura di comando Isis. I gruppi agiscono in missioni di contro guerriglia, imboscate, eliminazione bersagli di alto profilo, caccia all’uomo con purtroppo fallite alcune missioni per liberare ostaggi. Imminente l’arrivo di una forza dei Marine supportata da Berretti Verdi e Delta. Ogni operazione è “coperta” dall’intera forza aerea schierata dagli Stati Uniti.

Per la Gran Bretagna i SAS con diverse squadre schierate da mesi in Iraq. Scopo prioritario è quello di seminare il panico tra i terroristi, agendo esclusivamente di notte da una base segreta nel deserto definita inespugnabile, l’Area-51 irachena. Agisce in modo autonomo il gruppo dei “Sessanta” con lo scopo di portare a Londra la testa di John il Jihadista. Altri duemila uomini appartenenti a tutti i rami delle forze speciali inglesi giungeranno a breve in Iraq per fortificare “l’Area-51”. Tutte le missioni Hunter Killer sono state autorizzate.

La Francia schiera la Legione Straniera; il contesto iracheno e libico è il perfetto habitat dei legionari del deserto che hanno ricevuto l’ordine di vendicare “La Strage di Parigi”. Secondo fonti non confermate, il primo contatto tra i legionari ed i militanti dell’Isis sarebbe già avvenuto con perdite devastanti per i terroristi. I legionari dovranno fare solo il loro lavoro.

Anche i canadesi sono della partita con la Joint Task Force 2 / 427° Special Operations Aviation Squadron i cui commando sono stati schierati a sostegno delle forze speciali della coalizione. Quattro scontri a fuoco contro i jihadisti in quattro settimane. Numerosi bersagli abbattuti, nessuna perdita. I canadesi camuffano i loro convogli per apparire come una facile preda: sono supportati da droni armati ed F-18 che volano a pochi secondi dal teatro operativo.

Così come l’Australia che schiera lo Special Air Service Regiment; due squadroni della SARS (200 uomini) sono stati schierati in Iraq lo scorso novembre, ufficialmente con il compito di fornire assistenza alle milizie locali. Non si hanno notizie di scontri a fuoco. I SARS sono il terrore dei fondamentalisti per la loro conoscenza del terreno e per le numerose esperienze sul campo. Operano in Iraq fin dal 2003 in operazioni di contro-insurrezione ed in missioni ombra.

Rischierate anche due squadre del Korps Commandotroepen olandese, i reparti speciali dei Paesi Bassi esperti nella guerriglia non convenzionale.

Ma è la Giordania con le sue Royal Special Operations Forces ad essersi assunta il ruolo più diretto ed operativo; addestrati da inglesi ed americani e supportati dai migliori servizi segreti della Regione dopo Israele, rappresentano una delle più agguerrite e preparate elite dell’esercito giordano, Scatenare la rabbia e la potenza dell’ottava potenza militare del Medioriente davvero non è stata una buona idea per il Califfato.

La guerra totale dichiarata dalla Giordania al Califfato potrebbe sancire la fine dell’Isis, sotto ogni punto di vista. Sono 14mila gli appartenenti ai reparti speciali in un esercito formato da 110 mila uomini. Dei 1321 carri armati in possesso, almeno mille sono pronti al combattimento.

Dopo ogni attacco aereo, l’aviazione giordana sorvola la casa del pilota arso vivo dai terroristi dell’Isis: un modo per onorare il caduto e ricordare a lui ed alla sua famiglia che il sacrificio non è stato vano.

Questo il quadro in essere attualmente in quel territorio sparso tra Irak, Siria e Kurdistan conquistato dai tagliagole dell’Isis; una situazione tuttavia in drammatica evoluzione con la conquista di fatto da parte di formazioni legate all’ISIS di territori libici compreso il litorale della regione della Sirte pericolosamente vicino all’Italia.

 IL CURRICULUM  DEL GENERALE BERTOLINI

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Il Generale di Corpo d’Armata Marco Bertolini è nato a Parma il 21 giugno 1953.

Ha frequentato dal 1972 al 1976 il 154° Corso presso l’Accademia Militare di Modena prima e poi presso la Scuola di Applicazione d’Arma di Torino.

Promosso Tenente nel 1976, è stato assegnato al 9° Battaglione d’Assalto Paracadutisti “Col. Moschin” della Brigata Paracadutisti “Folgore”. Presso il Reparto ha conseguito il brevetto di incursore paracadutista ed ha ricoperto l’incarico di Comandante di Distaccamento Operativo e di Compagnia Incursori. Trasferito al 2° Battaglione Paracadutisti “Tarquinia” dal 1983 al 1985 ha comandato la 4^ compagnia paracadutisti.

Dopo aver frequentato il 111° Corso di Stato Maggiore presso la Scuola di Guerra di Civitavecchia, è stato trasferito al III Reparto – Ufficio Operazioni dello Stato Maggiore Esercito dove ha prestato servizio fino al 1990.

Dal 1991 al 1993 e dal 1997 al 1998 ha comandato rispettivamente il 9° Battaglione e il 9° Reggimento d’Assalto Paracadutisti “Col. Moschin”, mentre tra il 1993 ed il 1997 è stato impiegato quale Capo Sezione presso il III Reparto – Ufficio Addestramento dello Stato Maggiore Esercito e successivamente quale Capo di Stato Maggiore della Brigata Paracadutisti “Folgore”.

Dal luglio 1999 al settembre 2001 è stato Comandante del Centro Addestramento di Paracadutismo in Pisa per essere, successivamente, impiegato quale Vice Comandante della Brigata “Folgore” fino al settembre 2002.

Dal settembre 2002 al luglio 2004 è stato Comandante della Brigata Paracadutisti “Folgore”.

Trasferito a Roma, dal 29 luglio 2004 al settembre 2008 ha ricoperto l’incarico di 1° Comandante del Comando

Interforze per le Operazioni delle Forze Speciali.

Dalla fine del 2008 ha assunto l’incarico di Capo di Stato Maggiore del Comando ISAF in Afghanistan.

Rientrato in Italia, il 16 dicembre 2009 ha assunto l’incarico di Comandante del Comando Militare Esercito Toscana con sede in Firenze fino alla nomina all’attuale incarico di Comandante del Comando Operativo di vertice Interforze il giorno 6 febbraio 2012.

Il Generale Bertolini ha partecipato alle seguenti Operazioni fuori area:

• con il grado di Capitano, dal settembre 1982 al giugno 1983 in LIBANO, quale Comandante della

Compagnia Incursori per il controllo dell’area di responsabilità del Contingente italiano;

• con il grado di Tenente Colonnello, dal dicembre 1992 al giugno 1993 in Somalia, quale Comandante della

Base Operativa Incursori per la condotta di operazioni speciali in tutto il settore italiano;

• con il grado di Tenente Colonnello, dal giugno 1996 all’aprile 1997 in Bosnia Erzegovina, quale Capo di Stato Maggiore della Brigata Multinazionale Nord in Sarajevo;

• con il grado di Colonnello, dal dicembre 1998 all’aprile 1999 in FYROM, quale Capo di Stato Maggiore della ”Extraction Force” della NATO per l’eventuale recupero dei verificatori dell’OSCE in Kosovo, prima dell’inizio della guerra contro la Federazione Yugoslava.

• con il grado di Generale di Brigata, dal giugno 2003 al 18 settembre 2003 in Afghanistan, quale Comandante del Contingente italiano nell’ambito dell’Operazione Nibbio;

• con il grado di Generale di Divisione, dal dicembre 2008 ad ottobre 2009, quale Capo di Stato Maggiore di ISAF in Afghanistan.

Il Generale di Corpo d’Armata Marco Bertolini è insignito di varie onorificenze, fra cui:

• Croce di Ufficiale dell’Ordine Militare d’Italia;

• Croce al Valor Militare;

• Croce d’Oro al Merito dell’Esercito;

• Croce d’Argento al Merito dell’Esercito;

• Croce di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica.

Il Generale Bertolini è istruttore di paracadutismo con 1400 lanci TCL all’attivo.

È sposato con la signora Caterina ed ha tre figli.

 

 

IL CURRICULUM DEL GENERALE NICOLA ZANELLI

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Il Colonello Nicola Zanelli, classe 1963, è nato a Castelnovo Monti, in provincia di Reggio Emilia.

E’ sempre rimasto molto legata alla sua amata montagna reggiana dove ritorna appena i suoi innumerevoli impegni lo consentono.

E’ da tutti considerato un Ufficiale paracadutista ed incursore davvero a tutto tondo; tra i primissimi del suo corso d’Accademia è stato assegnato al 9° Regimento Paracadutisti d’Assalto “Col Moschin” appena uscito dalla Scuola di Applicazione alla fine degli anni 80.

Brevettato incursore, ha servito in compagnia operativa in un periodo caratterizzato da molti impegni di largo respiro. Per completare la sua preparazione, l’allora Comandante della Brigata Gen.Franco Monticone lo impiegò al 187° Regimento Paracadutisti “Folgore” al comando della 5.a compagnia con la quale ha servito in Somalia, trovandosi anche impegnato nel combattimento avvenuto a Mogadiscio il 2 Luglio 1993 al Check-point Pasta costato 3 morti e 36 feriti tra i militari italiani e un numero imprecisato da parte dei miliziani e dei civili somali. Ha frequentato anche il Corso Superiore di Stato Maggiore alla Scuola di Guerra e, successivamente, la Scuola di guerra Britannica, superata a pienissimi voti, anche dopo un “master” molto impegnativo.

Inquadrato presso una Brigata britannica quale Ufficiale di staff, nel quadro di un accordo tra i due Paesi è stato impiegato a lungo con la stessa G.U. in Irak (nel periodo iniziale dell’operazione), meritandosi anche una importante decorazione . Alla fine del suo periodo all’estero è stato assegnato al COFS (Comando Operativo Forze Speciali) dove ha ricoperto l’incarico di Sotto Capo di Stato Maggiore Operativo. In tale incarico ha saputo mettere ottimamente in mostra le sue capacità professionali, essendo coinvolto in prima persona in tutte le problematiche della nuova dimensione interforze che le Forze Speciali italiane stanno finalmente acquisendo, seguendo l’esempio dei maggiori Paesi moderni.

Per l’efficacia del suo impegno in tale veste, è stato gratificato da un Encomio Solenne dell’allora Capo di Stato Maggiore della Difesa Ammiraglio Di Paola, peraltro grande propulsore delle Forze Speciali, nonché assoluto estimatore della Folgore.

Dal COFS è rientrato a Livorno alla Caserma Vannucci per comandare il “suo” 9° Reggimento Paracadutisti d’Assalto Col Moschin; succeduto dal 1.o Settembre del 2006 al Colonnello Michele Brandonisio, Zanelli ha mantenuto il comando degli Incursori Paracadutisti fino al 10 Ottobre del 2008 quando venne sostituito dal parigrado Giuseppe Faraglia.

Rientrato a Roma allo Stato Maggiore Esercito dove ha ricoperto importanti e delicati incarichi operativi, a fine 2009 è stato trasferito in Gran Bretagna per ricoprire il prestigiosissimo incarico di Addetto Militare presso l’Ambasciata d’Italia a Londra; nel 2012 è stato promosso Generale di Brigata.

Ora, dopo oltre tre anni di permanenza a Londra nella fastosa sede dell’Ambasciata d’Italia al numero 4 di Grosvenor Square, il generale Zanelli rientra in Patria, alla caserma Gamerra di Pisa per la precisione, per assumere il comando del CO.MFO.S. (Comando Forze Speciali).

Il Gen.le Zanelli è coniugato con la Sig.ra Romana ed ha quattro figli: Raffaele, Francesco, Veronica e Gabriele

(Paolo Comastri)

 

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