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Pubblicato il 06/01/2015

STRADE SICURE: LASCIANO IL SERVIZIO OLTRE 1200 UNITA’ DELL’ESERCITO

Roma – Dal 1 gennaio gli uomini dell ‘Esercito di “strade sicure” si sono ridotti da 4250 a 3mila, con il “ritiro” da 8 delle 30 città cui erano assegnati; inoltre, non partecipano più alle pattuglie miste a piedi per il controllo del territorio insieme con poliziotti e carabinieri, limitandosi ad assicurare la vigilanza a presìdi fissi come ambasciate, consolati, aeroporti, stazioni, centri per immigrati.

Le città rimaste “sguarnite” sono Genova, Padova, Venezia, Prato, Siracusa, Agrigento, Ragusa e L’Aquila.

“Strade sicure” era stata voluta nel 2008 dall’allora ministro della Difesa, Ignazio La Russa: l’idea era quella di sgravare le forze dell’ordine da alcuni compiti, come appunto quello della guardia agli obiettivi sensibili, nonché aiutare poliziotti e carabinieri a pattugliare il territorio urbano. Dall’1 gennaio, una circolare del Viminale inviata ai prefetti (che hanno il compito di coordinare l’impiego dei militari sul territorio) ha modificato il dispositivo, tenendo conto dei tagli, decisi nell’ambito della Le gge di Stabilità; il dispositivo è stato così rimodulato, con il nuovo assetto in vigore per i prossimi 3 mesi.

L’impiego di unità delle forze armate in funzioni sostanzialmente di ordine pubblico è stata fonte di accese polemiche nel corso degli anni: «I militari devono fare i militari», è stata la posizione di chi ha criticato “Strade sicure”.

Con la decisione dei giorni scorsi si è dunque avviato il ridimensionamento dell’operazione, che passa anche da un finanziamento semestrale a uno trimestrale: entro il prossimo marzo si dovrà nuovamente decidere se e in che misura provvedere allo stanziamento delle risorse necessarie.

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