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Pubblicato il 29/07/2014

SU FACEBOOK CAMPAGNA VIRTUALE A FAVORE DEI CRISTIANI TRUCIDATI IN MEDIO ORIENTE E AFRICA

PARMA – E’ in arrivo una campagna virtuale di Facebook: qualcuno ha aggiunto una “N” al proprio nome. Quindi, Mario Rossi è diventato “Mario N Rossi” e Luigi Bianchi “Luigi N Bianchi”. Dovrebe essere una testimonianza di solidarietà ai cristiani di Mosul, in Iraq, scacciati dalla città dalle forze islamiste dell’ISIS, che sostengono che non ci sia spazio per non musulmani nelle terre sotto il loro controllo.
Neppure a Mosul, città in cui la prima comunità cristiana si formò già nel secondo secolo dopo Cristo ed in cui un vescovo cattolico è presente da 1.500 anni.
Il primo segnale è una “N” dipinta sul muro delle loro case, per renderli riconoscibili e farli scappare


L’attacco dei fondamentalisti islamici ai cristiani

I fondamentalisti segnano le case dei cristiani per additarli pubblicamente come infedeli e traditori. Sulle porte dei cristiani di Mosul, gli islamisti segnano una “N”, che è l’iniziale del Nazareno, Gesù Cristo. Senza tante storie, nel giro di pochi giorni, Mosul, che fino a pochi anni fa contava quasi tre milioni di abitanti, è diventata una città completamente “decristianizzata” nella quasi totale indifferenza delle istituzioni internazionali, troppo impegnate ad interrogarsi sui massacri nella striscia di Gaza per occuparsi della carneficina, con molte più vittime, nel nord dell’Iraq, lo stesso Iraq in cui oggi emergono i risultati della “esportazione armata della democrazia”. Gli osservatori internazionali lo hanno certificato: a Mosul non vive ormai nemmeno più un cristiano. Era rimasta solo una donna disabile, a cui gli islamisti dell’ISIS, che vorrebbero partire dall’Iraq per riunire tutti i Paesi musulmani sotto la bandiera di un unico califfato, hanno fatto sapere che le avrebbero tagliato la testa se non se ne fosse andata. Qualche anima buona l’ha poi portata via con sé.

Cambiare il nome su Facebook obbliga l’utente a non cambiare il proprio nome per almeno un mese.

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