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Pubblicato il 18/08/2016

SVIZZERA: IL CONSULENTE FEDERALE DICE CHE L’ ISLAM MODERATO NON ESISTE

 

di Pedro Ranca da Costa*

( consulente dell’ufficio del delegato cantonale per l’integrazione degli stranieri)


L’ISLAM MODERATO NON ESISTE

L’ho verificato durante il mio periodo di quattro anni di studi in Algeria e di due anni in Tunisia e viaggiando nei Paesi islamici come in Maroc e in Libia. Mentre in Europa difficilmente si riesce ad incontrare un musulmano che non si dichiari moderato. Il motivo? Per vivere tranquilli e soprattutto per farsi invitare alle diverse trasmissioni televisive come Porta a Porta in Italia bisogna essere moderati.

Un esponente dei Fratelli Musulmani, che sono in gran parte fondamentalisti, si presenterà come “moderato” in Europa, non userà mai questo aggettivo in Egitto o in Giordania. Ma la colpa di quest’abitudine non è soltanto dei musulmani secondo me, ma della stampa che divide i seguaci dell’Islam in due categorie :“terroristi” e “moderati”. Infatti, molti musulmani sono convinti che se non ci si definisce “moderati”, sei considerato come un “terrorista”.

Certamente ingannarsi è più facile per l’Islam, che non ha un’organizzazione gerarchica, o una “Chiesa”, che definisce in modo autorevole chi è dentro e chi è fuori. Tuttavia qualunque pensatore musulmano o scuola teologica negherebbe che sia musulmano chi non rispetta almeno i doveri della preghiera quotidiana e del digiuno del Ramadan, e s’insospettirebbe di fronte a chi mangia carne di maiale o beve alcolici, mentre sarebbe più tollerante sulla mancata frequentazione delle moschee, che per la maggioranza dei musulmani – a differenza di quanto accade per i cattolici, o protestanti che hanno l’obbligo di andare a Messa – non rientra fra i doveri fondamentali di culto.

Il filosofo Lakhous, nato nel 1970 ad Algeri, dove si è laureato in Filosofia, Lakhous nei suoi studi alla Sapienza si è dedicato anche alla comunità musulmana italiana. Ha vissuto a Roma, a Torino, in Francia, lui dice “il concetto  di moderato è pieno di trappole – ragiona. Perché è stato importato da un altro contesto, di relazioni internazionali. A un certo punto, i Paesi a maggioranza musulmana sono stati classificati come fondamentalisti o moderati. In base alle convenienze. L’Arabia Saudita, per esempio, fondamentalista nel senso peggiore della parola, è collocata tra i moderati perché ha appoggiato la guerra in Afghanistan contro i sovietici, e cosi via. Questo concetto ora è applicato ai musulmani tout court, ai quali viene chiesto di prendere una posizione moderata. Non ha senso. Perché mai dovrei giustificarmi per qualcosa che hanno fatto altri, lontanissimi da me? Se il termine moderato risulta inadeguato, però, se sembra un’etichetta ritagliata per tranquillizzare le coscienze occidentali e creare un “musulmano su misura” dall’aspetto gradevole e poco dissonante, come si può correttamente riferirsi a chi, per esempio, non va in moschea e non si attiene rigidamente a tutte le prescrizioni del Corano, e alla fine rappresenta la maggioranza del circa 15 milioni fedeli che vivono in occidente.

”Questo modello di Islam ha fallito, non c’è bisogno di essere a favore né contro, non ha senso parlare di moderati: servono riforme”, che aggiornino una serie di pratiche e consuetudini consolidate in tempo remoti. È una visione che non scandalizza l’orientalista Massimo Campanini, docente a Trento, massimo esperto di Islam e politica: ”il riformismo fa parte del Dna dell’Islam, e individua una corrente ben precisa di approccio innovativo alle fonti”. In pratica gli intellettuali moderati acuti e raffinati, non sono per niente seguiti dal mondo islamico, anzi spesso sono inseguiti con intenzioni poco amichevoli. Secondo me al massimo si può parlare di “intellettuali di origine musulmana” o d’intellettuali laici” nati in un Paese o in una famiglia musulmana . In pratica non esiste un “Islam laico”, perché come emerge dal Corano, l’Islam è uno stile di vita globale, è insieme religiose, società, politica. Piuttosto esiste un pensiero laicista ( che resta sempre un fenomeno di origine occidentale ) che ha conquistato persone nate in terra o in ambiente islamico.

Il filosofo francese Abdennour Bidar ha fatto un appello ai connazionali musulmani pregandoli di ammettere di aver creato un mostro chiamato Stato Islamico e di smettere di rifiutare che quel mostro sia nato dal loro “sbandamento nel collocarsi nella civiltà umana globale”. A detta di Bidar, nel negare che i crimini del mostro siano commessi in nome dell’islam e nell’accusare “mediocremente” l’occidente i suoi “fratelli” perdono tempo. Il radicalismo invece corre veloce.

Le parole sono importanti e l’ignoranza è un’arma di cui avere molta paura.

 

 

 

(Pedro Ranca da Costa – già collaboratore dell’ufficio del delegato cantonale per l’integrazione degli stranieri)

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