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Pubblicato il 13/02/2019

TARANTO – PROPOSTA DI LEGGE PER I MILITARI NON IDONEI AL SERVIZIO . INPS SULLE PENSIONI DEI MILITARI

l’onorevole Alessandra Ermellino, deputata 5 Stelle e componente della commissione Difesa, ha illustrato i contenuti del suo disegno di legge per rivedere il quadro normativo italiano relativo al personale militare giudicato non idoneo.

Secondo le disposizioni attualmente vigenti, tra cui il codice dell’ordinamento militare, il personale delle Forze armate e dell’Arma dei carabinieri giudicato non idoneo al servizio militare per lesioni dipendenti o meno da causa di servizio transita, a domanda, nelle fila del personale civile del ministero della Difesa.
Nel disegno di legge a firma dell’onorevole Ermellino, ai militari non più idonei viene garantito ed esteso tale diritto: gli stessi potranno, infatti, transitare “presso ogni altra pubblica amministrazione, anche in deroga alle consistenze organiche dell’amministrazione di destinazione e, qualora in quest’ultima non vi siano posizioni organiche vacanti, gli oneri retributivi resteranno a carico del Dicastero della difesa, fino all’assorbimento del personale transitato nei quadri organici dell’amministrazione di destinazione”.
La proposta, inoltre, estende la possibilità del transito “anche al personale dirigente delle forze armate fino al grado di colonnello” e sancisce che, in caso di invalidità o infermità gravi o croniche, “il personale militare transitato verrà trasferito presso sedi lavorative distanti al massimo 50 chilometri dal luogo di residenza e, ove non fosse possibile, entro al massimo 100 chilometri dal luogo di residenza”.
Il transito del personale, infine, sarà subordinato al solo parere favorevole del ministero della Difesa.
Nove pensionati su dieci, tra ex carabinieri, poliziotti, vigili, finanzieri, forestali, prefetti e uomini dell’esercito, ricevono assegni di importo quasi doppio rispetto a quello giustificato dai contributi versati. Ricalcolando i loro trattamenti con il metodo contributivo, il 90% subirebbe una decurtazione tra il 40 e il 60%. A rivelarlo è un dossier dell’Inps sulle pensioni del personale del comparto Difesa, sicurezza e soccorso pubblico, diffuso nell’ambito dell’operazione trasparenza lanciata dal presidente Tito Boeri. Il focus riguarda vigili del fuoco, corpi di polizia, forze armate e carriera prefettizia e penitenziaria, per un totale di 536mila iscritti alla Cassa trattamenti pensionistici dei dipendenti dello Stato. E mette in evidenza che i lavoratori di quei settori maturano il diritto alla pensione a 57 anni e tre mesi con 35 anni di contributi versati e quanti, al 31 dicembre 2011, avevano già raggiunto la massima anzianità contributiva prevista possono lasciare il lavoro a 53 anni e tre mesi.

PENSIONI MILITARI- SI PAGA PIU’ DEI CONTRIBUTI VERSATI
Nove pensionati su dieci, tra ex carabinieri, poliziotti, vigili, finanzieri, forestali, prefetti e uomini dell’esercito, ricevono assegni di importo quasi doppio rispetto a quello giustificato dai contributi versati. Ricalcolando i loro trattamenti con il metodo contributivo, il 90% subirebbe una decurtazione tra il 40 e il 60%. A rivelarlo è il presidente Tito Boeri. Il focus riguarda vigili del fuoco, corpi di polizia, forze armate e carriera prefettizia e penitenziaria, per un totale di 536mila iscritti alla Cassa trattamenti pensionistici dei dipendenti dello Stato. E mette in evidenza che i lavoratori di quei settori maturano il diritto alla pensione a 57 anni e tre mesi con 35 anni di contributi versati e quanti, al 31 dicembre 2011, avevano già raggiunto la massima anzianità contributiva prevista possono lasciare il lavoro a 53 anni e tre mesi.


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