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Pubblicato il 30/05/2021

TEAM FOLGORE PARACADUTISTI – CONCLUSA LA ESERCITAZIONE DRAGO


Seguiranno l’articolo dei ringraziamenti, che sono tanti, e tutte le foto



La esercitazione di protezione civile prevedeva oltre venti chilometri di marcia topografica forzata, zaino in spalla e in autosufficienza alimentare, con il massimo realismo operativo: isolati, in zona “ostile” e con risorse alimentari ed acqua limitate alle scorte proprie.


TRESANA- Massa Carrara- Si è conclusa Sabato sera la intensa esercitazione del Team Folgore Protezione Civile denominata operazione Drago. Si trattava di simulare l’ intervento in poche ore di squadre attivate con un allarme generale, subito dopo un sisma avvenuto in una area collinare della Lunigiana particolarmente impervia, con altezze fino a 800 metri, contraddistinta da piccole frazioni scarsamente abitate, con strade anche non asfaltate e strette, sentieri poco battuti e case sparse. Compito del Team era quello di effettuare ricognizioni in profondità nell’area di competenza di circa 38 chilometri quadrati e comunicare alla direzione di esercitazione, volta per volta, la gravità della situazione e che intervento stavano mettendo in atto. Caldo, umidità e dislivelli hanno messo a dura prova gli operatori.


ESERCITAZIONE “PESANTE”


Si è trattato di oltre venti chilometri di percorsi addestrativi che hanno messo alla prova le squadre, che hanno dovuto combattere anche con la umidità ed il caldo, arrivando al limite della resistenza fisica. Navigazione topografica ed imprevisti anche gravi (voluti) hanno aumentato la stanchezza e la tensione. C’è stato anche il battesimo operativo del Ponte radio mobile montato su moto e gestito dal neonato Nucleo operatori radio del Team.

MEZZI E UOMINI
Hanno partecipato Nuclei di prontezza provenienti da Brescia, Milano, Monza, Lucca, Imperia, Savona, Genova , Spezia, Parma, Viterbo, Ancona, Roma, tre ambulanze, 10 operatoti della assistenza pubblica di Carrara, i fuoristrada della associazione LUNIGIANA OFF ROAD per il trasporto e lo spostamento degli attori , una squadra di “figuranti della associazione SAM, sui luoghi previsti, due moto del Team con ponte radio mobile ed un Quad di supporto.


TEST DELLE PROCEDURE DI ALLERTA E DI CREAZIONE DELLA FILIERA DELLE COLLABORAZIONI CON LE ALTRE ASSOCIAZIONI DEL TERRITORIO
I punti critici sono stati presidiati da “attori” della SAM, associazione amica del Team, che simulavano CON ESTREMNO REALISMO volta per volta traumi o ferite ( sangue finto sul corpo) o panico o sbandamento o atteggiamenti imprevedibili. I loro spostamenti sono stati gestiti dai fuoristrada di “OFF ROAD”, una efficiente ( e preziosa) organizzazione di protezione civile. Ogni intervento prevedeva che le squadre avessero uno o più “TCCC” ( operatore con capacità combat medic di base, conseguito con istruttori militari, ndr) oppure un soccorritore sanitario e attuassero le procedure di interruzione di emorragie, stabilizzazione di traumi, trasporto del ferito con barelle a telo, interventi di supporto psicologico e portassero le persone in zona sicura oppure in una area di esfiltrazione , dove incontravano le tre ambulanze messe a disposizione della assistenza pubblica di Carrara, con 10 operatori qualificati e che, in situazione reale, sarebbero stato altrettanti MEDEVAC con elicottero. Raggiunte le località che i conoscitori di area avevano indicato, con la navigazione topografica, ed eseguito l’intervento, ricevevano via radio le ulteriori coordinate. A latere, il medico del Team Folgore , fuori sede, veniva informato dalla postazione direttiva sul campo, degli sviluppi della situazione.


ALLERTA E AFFLUSSO RAPIDO
La attività è iniziata con i preallarmi di venerdì e la chiamata generale della mattina di Sabato, quando alle 3,30 è stata inviata agli operatori del Team la comunicazione con la richiesta di afflusso rapido nell’area dell’evento, dove i conoscitori di area li avrebbero accolti ed indirizzati sui luoghi critici.
INIZIO DELLE OPERAZIONI ENTRO 4 ORE DALL’ALLARME
Con il primo preallarme del venerdì, alcuni operatori erano già in avvicinamento presso un campo base, censito con precedenti ricongizioni di routine, dal team locale ( conoscitori di area) e allestito per la direzione di esercitazione (COM). Verso le 5 hanno cominciato ad arrivare i primi operatori allertati poco prima, provenienti dalle regioni confinanti; poi, poco dopo le 5, il crollo simulato di un ponte, ha costretto alcune squadre a raggiungere il campo con una marcia veloce di circa 4 chilometri. L’area di intervento era praticamente isolata e con un bacino di abitanti privo di soccorsi, come di solito succede in grandi eventi sismici o alluvioni, quando le risorse vengono dirottate sui grandi centri per ovvi motivi.


2O CHILOMETRI PER SQUADRA
Solo la forza di volontà di paracadutisti poteva affrontare una giornata massacrante, realistica, incalzante, con sveglia alle tre, venti chilometri di marcia, cinque situazioni per squadra, imprevisti, come la perdita di un sentiero fagocitato dalla vegetazione ( forti piogge di una settimana avevano cambiato alcuni imbocchi) da risolvere con rapporto alla Direzione di esercitazione ed interventi correttivi.

Roba da paracadutisti

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