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Pubblicato il 09/05/2014

TERRORISMO IN AFGANISTAN E MONDIALE IN CRESCITA


Il report annuale del governo USA registra l’aumento di gruppi terroristici nel mondo, sia affiliati ad al Qaida sia indipendenti. Le violenze sono alimentate soprattutto da ragioni confessionali, in particolare in Siria, Libano, Pakistan e Iraq.

ROMA- il messaggio chiave del rapporto annuale sul terrorismo pubblicato dal dipartimento di Stato Usa lo scorso 30 aprile, a tre anni dalla morte di Osama bin Laden dice che aumenta il terrorismo. Il 2 maggio 2011,come ricorderete, il capo di Al Quaeda è stato ucciso da truppe speciali statunitensi in Pakistan.

Secondo i dati contenuti nel report ed elaborati dal National consortium for the study of terrorism and response to terrorism (Start), nel 2013 si sono verificati in totale 9.707 attacchi terroristici (il 43% in più rispetto al 2012). Quasi 18 mila persone sono morte e 32 mila sono rimaste ferite. I primi paesi per attentati subiti sono Iraq (2.495, il doppio rispetto al 2012), Pakistan e Afghanistan. Le organizzazioni responsabili appartengono ad al Qaida o sono a essa affiliate. I talebani sono i primi per attacchi perpetrati (641), seguiti dallo Stato Islamico di Iraq e Levante (Isil, che opera in Iraq e Siria) e da Boko Haram, operante in Nigeria e (di recente) in Camerun. I maoisti indiani sono quarti, mentre al Shabaab, che è attivo in Somalia e Kenya, è quinto.

Cittadini e proprietà private sono i principali bersagli degli attentati (3.035 target), seguiti da forze di polizia e obiettivi governativi.

Secondo il dipartimento di Stato, gli sforzi realizzati a livello mondiale per contrastare al Qaida hanno determinato l’indebolimento della sua leadership sul piano operativo. “Al-Zawahiri, riconosciuto come il leader ideologico del movimento jihadista” dopo la morte di bin Laden, non è riuscito a risolvere i contrasti tra al-Nusrah e al Qaida in Iraq (Aqi) durante la guerra in Siria. Ciò ha portato al disconoscimento ufficiale del secondo gruppo, oggi conosciuto come Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isil) e guidato da Abu Bakr al-Baghdadi, la stella nascente del movimento jihadista.

Per finanziare le attività terroristiche, le organizzazioni compiono una vasta gamma di crimini: rapimenti, frodi, traffici illegali. Per esempio a quello di droga o di sigarette, che è valso al noto terrorista operante nell’Africa settentrionale Mokhtar Belmokhtar il soprannome di “Mister Marlboro”; oppure, al traffico di avorio, che riempie le casse degli estremisti islamici di al-Shabaab, delle milizie di Janjaweed del Sudan e dei guerriglieri ugandesi del Lord’s resistance army(Lra). Il 70% dell’”oro bianco” è diretto in Cina. Tuttavia, secondo il documento “le donazioni private dal Golfo restano una delle fonti principali di finanziamento dei gruppi terroristi sunniti, in particolare, di quelli operanti in Siria”.

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