OPINIONI

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Pubblicato il 30/06/2010

THE SHOW MUST GO ON , SULLA PELLE DI TUTTI

PARMA- Riceviamo e pubblichiamo:

Caro Direttore, permettimi un commento sulla morte di Pietro Taricone, ultima di una serie drammatica dall’inizio dell’anno, non solo a Terni.

Sono paracadutista dal 1961. Ne ho viste di tutti i colori, parlando di sicurezza e spregiudicatezza , ma il cinismo che riscontro negli ultimi anni, lanciandomi in giro per l’Italia, mi lascia amareggiato.

“Aveva la licenza” – dicono sempre i gestori di aviosuperfici, dopo uno schianto. Loro hanno costi da coprire, e non possono perdere troppo tempo fermi. Quando c’è un morto, quasi sempre se la cavano con qualche giorno di chiusura.
Poi lo “show must go on”.

E tutto ritorna come prima: ganci bassi, circuiti di atterraggio fatti contromano , i “freeflier” , quelli che fanno “deriva”, chi ha la tuta alare, chi si lancia con la tavola da surf, chi è al primo lancio dopo l’AFF, chi prova un paracadute che andrebbe bene si e no come accappatotio , senza controllo.

Nessuno rimprovera o ferma o istruisce quelli che mettono a repentaglio la vita altrui con manovre cretine, spregiudicate o inesperte.

“Aveva la licenza”. Cavoli suoi, quindi.

Nelle aviosuperfici c’è chi vende e chi compra tute alari, paracadute ( a volte modificati) e nessuno si preoccupa di verificare se le persone sono idonee a fare quello che stanno facendo, se possono farlo e se SAPRANNO FARLO.

Nessuno si preoccupa del costo sociale che hanno i soccorsi, gli invalidi, le ambulanze, le riabilitazioni, le vedove, i bambini orfani. Devono ricominciare, sennò perdono soldi. Così è stato in TUTTI i casi di morte degli ultimi periodi. Nessuno si preoccupa di chiedersi: potevo fare qualcosa per evitare quella morte?

Continuerò a lanciarmi, ovviamente, a devo ammettere che il vero pericolo sono quelli che incontro in aereoporto, non il paracadute.

Andrea F.*
Bologna
licenza dal 1963

*: il mittente è persona conosciuta dalla direzione

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