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Pubblicato il 22/11/2016

TRASFERIMENTO DEFINITIVO NEGATO AD UN CARABINIERE : RICORSO VINTO

Un militare chiede ma non ottiene il trasferimento definitivo. La storia delle sue domande: in un primo momento chiede ed ottiene un trasferimento temporaneo, visto che la moglie è colpita da sindrome ansioso depressiva dopo il parto ed ha la necessità di assistere due figli molto piccoli.
Dopo un po di tempo, chiede una proroga di questo trasferimento e la ottiene.
Siccome la salute della moglie va peggiorando ed arriva ad una sindrome depressiva ansiosa cronica stabile, chiede il trasferimento definitivo.
Nel frattempo insiste per un’altra proroga del trasferimento temporaneo.
Accade che il Comando respinge l’istanza per il trasferimento definitivo spiegandola con la carenza di organico e con il fatto che la moglie può essere seguita dai genitori e dai suoceri.
Il militare produce diversi documenti che attestano come i familiari non possono assistere la moglie, un figlio ha un’intolleranza alimentare, un altro ha problemi di linguaggio, c’è un mutuo di mezzo, ci sono le spese per le terapie della donna.
Il militare ricorre contro il provvedimento del Comando Generale che gli ha negato il trasferimento definitivo, affermando che non ha solide motivazioni.
Vi erano pareri favorevoli provenienti dal Comando provinciale, dal Comando Legione e dal Comandante della Compagnia, nei quali si valuta il trasferimento ed i suoi effetti sull’assetto degli organici. Il tribunale cui il Carabiniere è ricorso, valuta i “pareri” e concede il trasferimento definitivo.

tratto da una causa descritta dall’avv. Francesco Pandolfi francesco.pandolfi66@gmail.com

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