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Pubblicato il 05/04/2020

TRASPORTI- LE CONSEGUENZE DEL VIRUS COLPIRANNO SUEZ – FINO AD OGGI NODO DEL TRASPORTO MARITTIMO ANCHE ITALIANO ,

sopra: la situazione di un giorno qualunque delle navi nel mediterraneo, rilevate dal sistema di tracciamento GPS . in basso a destra c’è Suez.

Il petrolio cala per sovraproduzione e genera effetti diretti sulla economia mondiale.Le navi cambiano le rotte. I porti italiani grazie a Suez beneficiano del passaggio delle navi nel mediterraneo anzichè giungrci dall’Atlantico e poi da Gibilterra. Da Suez passano anche le navi provenienti dalla Cina. Il passaggio fa risparmiare 12 giorni di navigazione rispetto al periplo dell’AFRICA.


La prima nave lo sta facendo: si tratta della Alexander Von Humboldt, una full container da 16.000 Teu di proprietà della compagnia CMA CGM, un protagonista dell’armamento mondiale. Per avere una idea della sua capacità di carico teniamo presente che il “TEU” equivale ad un container da 6 metri e viene considerato la unità di misura della capacità dI carico containerizzato. Cma Cgm ha deciso di percorrere la rotta dell’Africa atttualmente più vantaggiosa rispetto al passaggio attraverso il Canale di Suez. I diritti di passaggio da corrispondere all’autorità del Canale sono superiori , in questo momento, rispetto a quello del carburante. Oltra ai danni economici per l’Egitto, che aveva pure raddoppiato il Canale di Suez nel 2018,le conseguenze potrebbe pagarle anche l’Italia

Il mancato passaggio nel Mediterraneo delle grandi unità provocherà una riduzione del traffico di cui il sistema dei porti italiano beneficia per le rispedizioni in europa, ricevendo le “navi madre” oceaniche e trasbordando su quelle “feeder” da Gioia Tauro verso il nord tirrenico e adriatico. ( termine tecncico: transhipping, che “cuba” svariati miliardi di euro e migliaia di posti di lavoro di indotto ndr)

Gioia Tauro, Genova , La Spezia, Napoli, Ravenna e gli altri risulterebbe penalizzati nella inversione dei flussi sul corridoio europeo Genova-Rotterdam, così come Trieste in Adriatico, le prospettive di Taranto subirebbero un drastico ridimensionamento: le previsioni di 4.000.000 di Teu/anno, ovvero il 40% del traffico italiano stabilizzato da anni, crollerebbero.

Nel frattempo i porti del Nord Europa, ( Rotterdam, Anversa, Hamburg, etc) beneficiari di questo ingresso della navi dal quadrante settentrionale senza entrare in mediterraneo. acquisirebbero maggior traffico da distribuire via terra in Europa Europa, quella che al termine della crisi Covid-19 avrà le risorse per accelerare il recupero.

Si tratta di possibili stravolgimenti di sistemi economici consolidati,che potrebbero modificare radicalmente le strategie di investimenti infrastrutturali, alcuni dei quali erano già stanziati per il potenziamento dei nostri porti. Abbiamo le risorse umane in grado di progettare questa nuova dimensione di traffico internazionale marittimo e intermodale? Le nostre ferrovie sarebbero in grado di sostituirsi per accaparrarsi i traffici provenienti dal Nord europa?
Da spedizioniere, qualche dubbio ce l’ho.

aw

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