Digressioni

FOLGORE – UNA DIVISIONE DI EROI

RICORDO DI UN EROE : PARACADUTISTA GIUSEPPE IZZO

del art.par. generale Giovanni Giostra

Se ci chiediamo con quale motivazione le Autorità competenti hanno scelto l’anniversario della battaglia di El Alamein quale festa di tutti i Paracadutisti d’Italia di ogni tempo,ritengo che una risposta sia nel numero delle massime ricompense al Valor Militare conferite in quell’episodio.

Alla battaglia parteciparono oltre 50.000 militari italiani tra i quali circa 5000 Paracadutisti della Divisione Folgore. Si badi che i decreti relativi alla concessione delle Medaglie d’Oro furono firmati nel dopoguerra ,dai Presidenti Einaudi, Gronchi e Segni,al di fuori,quindi, del periodo fascista.

Ebbene, le decorazioni di Medaglia d’Oro individuali furono complessivamente 36 ,ben 22 delle quali assegnate ai Paracadutisti della Folgore e 14 a tutti gli altri: il 60% delle massime ricompense al 10% delle nostre forze in campo. In aggiunta,furono decorate di Medaglia d’Oro anche le Bandiere di Guerra dei tre Rgt. della Folgore:186°,187° e 185° Art. con la stessa motivazione per tutti.

Può destare meraviglia che la festa di una Specialità coincida con il ricordo di una battaglia perduta (però la Folgore ripiegò solo su ordine). Ma non si tratta di un caso unico: anche per i Par. britannici è stata scelta la battaglia di Arnhem,nell’ambito della operazione Market-Garden,dalla quale essi uscirono duramente ma eroicamente sconfitti,come festa della Specialità.

Nella ricerca di un personaggio storico da proporre come simbolo del nostro Paracadutismo Militare che abbracci un periodo precedente e successivo all’armistizio del 8 set. ’43,emerge una figura di eccezione:il Paracadutista Giuseppe Izzo. Ho avuto il privilegio e la fortuna di incontrarlo in varie circostanze e di conoscerne direttamente il pensiero e i sentimenti.
Di origini salentine,nato nel 1904,frequentò la Nunziatella,poi l’Accademia Militare di Modena. Conseguì il brevetto di Osservatore Aereo. Partecipò alla guerra di Spagna. Nella 2^ guerra mondiale,dopo esperienze in Francia e Albania, entrò nella Specialità Paracadutisti nel 1941 e,nel ’42,promosso Ten. Col. ,fu avviato in Africa Settentrionale con la Folgore,al Comando del V Btg./186° Rgt.
Il suo curriculum nelle Aviotruppe comprende:
– il Comando in combattimento del V Btg./186° Rgt. Folgore a El Alamein ove fu ferito e decorato di
Medaglia d’Argento al Valor Militare;
– il rientro in Patria e il ricovero in Ospedali Militari fino all’armistizio del 8 set. ’43;
– la scelta immediata di battersi per la libertà;
– la designazione a Capo di S.M. della Divisione Par. Nembo,collaboratore del Gen. Morigi nel ripristino della compagine della Grande Unità dopo lo shock subito da quei grandi combattenti nel dover accettare la resa del 8 settembre;
– la partecipazione alla campagna del Corpo Italiano di Liberazione sulla linea Gustav(Cassino)poi nel settore Adriatico da Chieti a Filottrano e oltre,fino al set. ’44;
– il Comando in combattimento del II Btg. /Rgt. Nembo del Gr. di Cbt. Folgore a Case Grizzano(BO) contro i Par. tedeschi della 1^ Divisione ove fu nuovamente ferito e decorato di Medaglia d’Oro, mentre gli Alleati gli attribuirono la Distinguished Service Cross sul campo,unica decorazione di quel livello assegnata a un italiano;
– la successione di Alberto Bechi Luserna quale titolare della rubrica “Colloqui con il Paracadutista Anziano” sulla Rivista Folgore;
– la qualifica di co-autore con Paolo Caccia Dominioni del libro Takfir-cronaca dell’ultima battaglia di El Alamein;
– la pubblicazione di numerosi scritti su vari organi di stampa concernenti la storia e la cronaca delle Aviotruppe;
– la ricostituzione nel 1947 del Centro Militare di Paracadutismo a Roma,poi trasferito a Viterbo, del quale fu il primo Comandante.
Dopo altri incarichi,soprattutto in ambito NATO,con il grado di Generale,lasciò il servizio attivo nel 1960 e trascorse gli ultimi anni nella zona di Sorrento insieme alla sua ultima compagna.
Morì a Roma nel 1983.
Alla testa del V Btg. Folgore ad Alamein e del II Btg. Nembo a Grizzano, il Ten. Col. Izzo affrontò situazioni tanto ardue quanto molto diverse tra loro.
Nel primo caso si trattò:
– della difesa di posizioni all’estremo sud del dispositivo divisionale,quali l’altura di Himeimat e il pianoro di Naqb Rala sull’orlo della depressione di El Qattara,il cui possesso era decisivo per la tenuta dell’intero schieramento;
– di battersi contro un avversario di grande esperienza e valore quale il Raggruppamento di Legionari Francesi, già collaudato nei combattimenti di Bir El Gobi,molto superiore in forze,ben dotato di mezzi blindo-corazzati e di artiglierie;
– di operare disponendo di tempi organizzativi adeguati e del sostegno della 4^Btr. /185° Rgt. Art. con i STen. Abelli(ferito e decorato di Medaglia d’Argento) e Migliavacca, del Pl. Mortai da 81 del Ten. Art. Par. Gola(caduto e decorato di Medaglia d’Oro),e di un Pl. del Genio al Comando del STen. Di Gennaro(ferito e decorato di Medaglia d’Argento).
Le citate unità di sostegno risultarono risolutive in virtù della loro partecipazione anche ai contrassalti guidati dallo stesso Izzo e dal suo Vice Cte,il Cap. Art. Par.Zingales(ferito e decorato di Medaglia d’Argento).
Nel secondo evento si doveva:
– attaccare e conquistare Grizzano,posizione di raccordo tra le alture e la pianura emiliana, determinante per la liberazione di Bologna;
– confrontarsi con le migliori truppe tedesche: gli irriducibili “Diavoli Verdi”,veterani di El Alamein, di Creta e Cassino,disponendo di tempi organizzativi estremamente ridotti.
Solo nel tardo pomeriggio del giorno precedente il Ten. Col. Izzo ricevette gli ordini per l’attacco e quasi immediatamente li trasmise a sua volta ai dipendenti poi …”andai in branda e dormii tranquillo come non mai”.
In entrambe le azioni,difesa ad Alamein e attacco a Grizzano,risultò determinante il ruolo del Comandante Izzo,per l’esempio,per il suo coraggio nell’affrontare il rischio,per le sue doti di trascinatore e per il senso di responsabilità nella tutela dei sottordini. Dopo le ferite egli rifiutò il ricovero e scelse di restare tra i suoi Paracadutisti per continuare a esercitare l’azione di Comando fino alla positiva conclusione del combattimento in corso.
In uno degli incontri il Cte Izzo raccontò con qualche imbarazzo un episodio del combattimento di Grizzano. Nel corso di quell’attacco egli mosse dal suo Posto di Comando verso la sommità del colle alla testa della 7^ Cp., subito al séguito della 6^, Cp. avanzata. Durante il movimento incontrò il Ten. Podestà,Comandante degli esploratori,che volle presentargli un gruppo di Par. tedeschi appena catturati. Mentre il Ten. Col. Izzo pronunciava qualche parola di circostanza,uno dei prigionieri si rivolse a lui in questi termini: Signor Colonnello,ma a El Alamein ci battemmo tutti insieme dalla stessa parte. Il Cte restò colpito,in silenzio e non si sentì in grado di ribattere.
Ora affidiamo la conclusione ai versi scritti da un Paracadutista del V Btg. di El Alamein,dedicati al Comandante:

“ TRENT’ANNI DOPO
Non sono io grande,
come il soldato Piscopo baluardo del mio Plotone,
ma tu,minuto così
dopo trent’anni tra le mie braccia,
signor Generale,
come potesti apparirmi gigante
allora che sulla linea del fuoco,
consapevole
che ogni tuo passo era verso la morte,
animando passasti tra noi,
come Aiace misurando il terreno a gran passi ? ”
…..
“Roma – ott. 1972
Alla Medaglia d’Oro Giuseppe IZZO,
corazza d’acciaio del V Btg. Folgore”

MANGUSTA 2016- I NOSTRI INVIATI AL SEGUITO DEI “BIRBACCIONI” DEL 183MO

MONTEROMANO.- alle ore 21 circa del 28 Novembre  i nostri inviati Cocchi e Locatelli sono stati inseriti in una pattuglia del 183mo Reggimento -nome di battaglia “birbaccioni” – il cui compito è quello di controllare l’area assegnata alla Task.
Ci sono state alcune azioni offensive durante il pomeriggio, cui i nostri due inviati hanno assistito in diretta, con un elisbarco da CH47 per i paracadutisti della 13ma  compagnia CONDOR, comandati dal capitano Martignano,cui è seguita la conquista di un obbiettivo.

Durante la notte, invece, i nostri inviati sono stati “aggregati” dalle ore 21 con i “birbaccioni” del 183mo ed hanno assistito al pattugliamento ad ampio raggio e ad un “tic” ( troops in contact). La manovra era sotto il comando del sottotenente paracadutista Gennaro Agrisano. In questa occasione la pattuglia era aumentata di alcuni elementi provenienti anche dal 187° Rgt., 8°rgt ,185°rgt art. Par.
Il 186° rgt fornirà per tutta l’operazione il maggior contributo alla manovra.

Il giorno prima, elementi del 186mo e del Savoia Cavalleria hanno “liberato” un sito classificato come “protetto da UNESCO”, per ricreare una delle situazioni che frequentemente si presentano durante le missioni.

A Pian di Spille, intanto, gli esploratori e la entry force atterrata con aviolancio vincolato, si sono occupati di mettere in sicurezza l’area dove verrà simulato l’arrivo di una nave che sbarcherà una colonna logistica destinata a Monteromano, posto a 45 chilometri dal punto di ingresso. Il lungo convoglio sarà scortato da Mangusta e dall’apparato di sicurezza previsto in questo tipo di movimenti in territorio “non collaborativo”.

Nelle ultime giornate, entro la fine della settimana, ci saranno anche interventi a fuoco reale, sia di mortai che dai blindati del Savoia Cavalleria,.

Da queste pagine mandiamo un sincero ringraziamento ai “birbaccioni” del 183mo ed ai “Condor” del 186mo per la cordiale accoglianza riservata ai nostri inviati e per la grande professionalità dimostrata
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ALCIDE “BULL” BENINI: PARACADUTISTA EROE DELLA AIRBORNE. UN DOCUMENTARIO PARLA DI LUI

La storia di Alcide «Bull» Benini, deceduto negli Stati Uniti ad aprile scorso e seppellito con tutti gli onori militari nel cimitero degli eroi di Arlington, è stata raccontata in un documentario in collaborazione col Museo Storico di Trento. “Non mandatemi a combattere in Italia, ma contro i Giapponesi”.



TRENTO- Alcide “Bull” Benini è morto a 93 anni, il 16 Aprile del 2015. Era nato a Cologna di Tenno il 15 ottobre del 1921. Alcide Benini emigra in America nel 1929 per andare a lavorare in miniera col padre. E’ stato seppellito con gli onori militari solenni nel cimitero di Arlington e il Museo dell’ “USA COMBAT CONTROL” gli ha dedicato un padiglione. BENINI1.ANZIANO

Racconta il cugino, classe 1941, che vive a Gavazzo: ” Alcide disse al padre che si voleva arruolare. Però non mandatemi a combattere in Europa contro gli italiani, disse al momento della firma. Sono miei compatrioti, mandatemi contro i giapponesi». E nel 1940 arriva con l’esercito nelle Filippine assegnato al 31° Reggimento di Fanteria con la qualifica di cecchino e operatore radio.
«Mai sbagliato un colpo, col fucile in mano era infallibile!».

Nell’aprile del 1942 è catturato dai giapponesi al termine della terribile battaglia di Bataan, luogo da dove per Benini avrà inizio un’azione conosciuta e raccontata dai libri di storia come la «marcia della morte». Lunga 120 chilometri, fu fatta intraprendere dai giapponesi a circa 80.000 tra prigionieri filippini e americani, costretti a camminare e morendo a migliaia fino a Camp O’Donnel, luogo della prigionia. Benini sopravvisse alla marcia, fu sottoposto a un processo militare ed evacuato dal campo. Durante il trasferimento verso il Giappone una nave americana bombarda il convoglio, ma finalmente il 5 ottobre del ’44 arriva a Hong Kong. Qui rimane per dieci giorni, lavorando in uno zuccherificio, poi si sposta a Formosa e, finalmente, nel 1945 rientra negli Stati Uniti dopo un’esperienza da prigioniero anche in una miniera di zinco.
Nell’aprile del 1946 chiede e ottiene di andare alla scuola di paracadutismo dell’11ª divisione aerotrasportata di stanza in Giappone, torna in America nel 1947 e viene assegnato all’82° Airborne Division Pathfinder, dove rimane per cinque anni compiendo missioni segrete
.
Nel 1952 diventa istruttore delle forze speciali, in particolare insegna metodi di sopravvivenza e comunicazione. Il 6 gennaio del 1953 è congedato, ma due giorni dopo il generale Douglass lo chiama affinché formi un gruppo speciale in seno all’aeronautica.
È promosso sergente e nel luglio del ’53 sergente maggiore, forma esploratori e partecipa alle missioni più segrete ovunque nel globo, nel 1954 è di stanza in Inghilterra, nel 1957 torna negli Stati Uniti ma è rispedito in Germania, a Wiesbaden, dove c’è la 322ª Air Division.
Da qui parte per missioni in Libano, va in Congo durante la crisi di Elizabethville, poi viene paracadutato nella regione pakistana del Kashmere dove è di supporto alla costruzione di un aeroporto. Svolge funzioni di collegamento durante la guerra in Indocina, in Himalaya partecipa a numerose missioni di sorvolo e controllo del territorio, nel settembre del 1963 torna a casa, nel 1965 è a Langley, la «casa» della Cia, nel 1970 dopo trent’anni di servizio è congedato con onore.

La sua carriera gli ha valso il soprannome di «Bull», ossia il «Toro». Benini, celebrato con la stampa nel 2013 di un libretto speciale dall’Airforce in occasione del 60° dalla formazione del CCT – il primo «Combat Control Team», un corpo speciale che vide la luce appunto nel 1953 – progetta di rientrare in Italia.

Una vita, quella di Alcide Benini, italiano d’America votata a missioni altamente qualificate, segrete, di quelle che non si possono raccontare se non nei film d’azione che ne hanno svelata la storia.

alcide.bull.benini

ESODO : IN ITALIA 277365 IMMIGRATI ( DATI AL 2014) RICHIEDENTI ASILO

PARMA Secondo l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, dall’inizio del 2015 a fine maggio sono quasi 90.000 gli uomini che hanno attraversato il Mediterraneo: di questi circa 46.500 sono sbarcati in Italia e 42.000 in Grecia.

Durante lo stesso periodo dello scorso anno avevano attraversato il Mediterraneo per raggiungere l’Europa meridionale in 49.000.

In tutto il 2014 gli sbarchi in Italia, secondo i dati del Ministero dell’Interno, furono circa 170.000. In Grecia invece 50.000.
Arrivi via mare in Grecia, Malta, Spagna (escluse le Canarie) e Italia

Le cifre suddivise per anno
Italia
2010: 4.406
2011: 62.692
2012: 13.267
2013: 42.925
2014: 154.075
totale 277.365

Negli ultimi 3 anni vi è una impennata del numero di arrivi via mare, sino ad arrivare a ben 154.075 in Italia nel 2014 contro i 62.692 del 2011, anno delle cosidette “primavere arabe”.

LE STIME NON RIPORTANO GLI GLI IRREGOLARI NON REGISTRATI

Ai numeri spra esposti, di per sé iompressionanti, vanno agiunti gli immigrati clandestini al 100%, che sono entrati in Italia senza alcuna registrazione né controllo, la cui stima prudenziale potrebbe essere di almeno 120mila unità.

INTERNET- FACEBOOK E I PARACADUTISTI

foto sopra: uno spettacolare momento del raduno annuale che si tiene a PONTE DI VEGGIA dei paracadutisti appartenuti alla “BAO”

Il nostro giornale ha svolto una ricerca “artigianale” sul mondo Facebook dei paracadutisti. La monitorizzazione è durata 2 mesi,ed è terminata il 30 di Ottobre.

di Andrea Carlini

PARMA- Da un monitoraggio mirato alle attività sulle pagine facebook dei paracadutisti, emerge che questi ultimi ne fanno un largo uso, superando numericamente ogni altro gruppo di utenti della stessa tipologia ( associazioni d’arma o congedati di Forze Armate). Le pagine con argomento paracadutistico da noi censite sul più utilizzato sito sociale sono 285, al 30 Ottobre 2015 , con poco più di 30mila utenti complessivi. Su tutti primeggia il gruppo “BRIGATA PARACADUTISTI FOLGORE”, amministrato dal generale di brigata in congedo Sergio Fucito, con oltre 24mila iscritti. La Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia, con una pagina di poco più di un anno di vita, ha rapidamente superato i 4000 iscritti e registra un costante aumento.
Un fenomeno assai diffuso tra gli utenti paracadutisti sembrerebbe la iscrizione multipla a più gruppi che si riferiscono alla Folgore, anche se registriamo numerose lamentele scritte che parlano di iscrizioni non richieste; non siamo riusciti a ricostruirne la consistenza numerica, perché molti utenti rimangono iscritti. Decine di utenti sono registrati contemporaneamente ad oltre 200 gruppi “amaranto”.

Intensa attività radunistica
Ogni gruppo organizza in media un incontro all’anno: i raduni avvengono di solito per colore di basco, per scaglione, per compagnia, specialità o per reggimento. Dal Gennaio 2015 sono stati pubblicizzati e portati a termine ben 88 eventi, con una media di 40 partecipanti ( si tratta di una media algebrica, ovviamente, ndr) ed alcune eccezioni che hanno raggiunto fino a 300 presenze, nei mesi estivi. 11 sono stati i casi di date sovrapposte, con adunate organizzati lo stesso giorno in luoghi diversi, da gruppi differenti.

SITI INTERNET “CLASSICI” : CRESCITA STAZIONARIA
Il numero di siti internet “classici” gestiti da paracadutisti, è stazionario. Non ci sono noti i dati di visita e quelli degli utenti dei singoli siti.
Congedati Folgore.com/it, dal 2003 registrato in Tribunale come quotidiano, ha registrato un incremento del 70% nel biennio 2013/2014 e “marcia” con una media del + 21% nel 2015.
Risulta in leggera crescita la creazione dei siti web ( non pagine facebook, quindi) delle sezioni ANPDI, presenti con oltre 86 indirizzi ( conteggio al 30.09.15).

La diffusione dell’uso di FACEBOOK ha superato, quindi, la fase “aggregativa” che sembrava essere il suo scopo principale, per dare spazio alla “fase 2”: la ricostituzione di gruppi minori, in cui gli utenti si riconoscano con maggior facilità.

Un fenomeno tipico è la pubblicazione di notizie da parte di ogni singolo utente. Le bacheche sono ricchissime di attività informativa “condivisa” da sorgenti non sempre verificabili . Secondo una valutazione personale di un dirigente nazionale dell’ordine dei giornalisti da noi interpellato, una notizia su tre sarebbe imprecisa, una su cinque addirittura falsa ed una su sette nasconderebbe finalità commerciali o comuqnue differenti da quelle giornalistiche.

Facebook, la “gioiosa macchina da guerra” amaranto, continua la espansione nella direzione dei gruppi, che sembrerebbero reagire reagiscono elettronicamente in modo visibile e contemporaneo in presenza di grandi fatti emozionali, diminuendo la visibilità fisica: poche le adunate affollate cui facebook ha dato un contributo: la Ricorrenza di El Alamein è una di queste. Un caso di ottimo uso del mezzo elettronico sono state le manifestazioni a Roma a favore di girone e La Torre, per citare le più visibili.
C’è chi ha attribuito questa “ri-polverizzazione” all’individualismo tipico dei Paracadutisti, cui ha fatto da sponda la volontà di “stare connessi” che contraddistingue l’intera popolazione internettiana.
Un segnale della frastagliata geografia amaranto ce lo offrono le adunate, che, al di fuori del grande evento annuale della Brigata Folgore, variano tra le 50 e le 100 presenze, con pochi eccezionali casi oltre i 250 inividui ( raduni stimolati dall apagina fecebook “BRIGATA PARACADUTISTI FOLGORE” .Le attività “fisiche” sembrano essere state sostituite da quelle virtuali. Di notevole tempestività sono le documentazioni fotografiche pubblicate durante lo svolgimento degli eventi.
Nel frattempo stanno fiorendo altri modi aggregativi che si affiancano a facebook, con una tendenza alla ulteriore parcellizzazione. Torneremo in argomento.

MARINA MILITARE: IL BANDO DI ARRUOLAMENTO DI UN ANNO PREVEDE ANCHE 30 INCURSORI

PARM- IL ministero della Difesa ha indetto il concorso pubblico per il reclutamento di 1500 volontari in ferma prefissata di un anno (Vfp1) nella Marina Militare. I 1500 posti disponibili saranno così suddivisi: a) 500 per il Corpo equipaggi militari marittimi (Cemm), così distribuiti nei relativi settori d’impiego: – 360 impiego navale; – 60 anfibi; – 30 incursori; – 15 palombari; – 20 sommergibilisti; – 15 componenti aeromobili; b) 1000 per il Corpo delle Capitanerie di porto (Cp), nello specifico: – 994 per le varie categorie, specialità, abilitazioni; – 6 per il settore d’impiego componente aeromobili. La domanda deve essere presentata telematicamente entro il 12 novembre tramite la registrazione all’apposito form online disponibile sul sito del ministero della Difesa.

IL 16 OTTOBRE APPLAUDIAMO IN PIEDI – A PISA- LA STAFFETTA DEGLI IDEALI

MERLINO.COLAVITBO

I Generali Galantuomini Francesco Merlino e Michele Colavito,ora scomparsi, salutano il Generale Bertolini alla partenza di una Staffetta degli Ideali,a Tarquinia.
di Walter Amatobene

PARMA- “Comandante, (generale Merlino, Presidente ANPDI del periodo, ndr) perché non organizziamo una staffetta da Tarquinia, Viterbo e Tradate fino a Pisa? ”
“Si, possiamo farlo , ci sono un sacco di ciclisti che vorrebbero partecipare”
“Comandante, non mi sono spiegato: intendevo farla di corsa”
“Tu sei matto, caro Valter, ma se te la senti, usando il canale di comunicazione del giornale CongedatiFolgore, provaci. Ti do carta bianca”.


CONGEDATIFOLGORE CON LE SEZIONI ANPDI DI ROMA E SARONNO LA ORGANIZZARONO IN POCHI GIORNI

Così nacque ,nel 2003, da una telefonata dove i galantuomini Generale Francesco Merlino ed il suo Vice Michele Colavito, gen c.a. CC, approvarono la Staffetta degli Ideali, che da 13 anni porta le fiaccole, e gli Ideali, dei Paracadutisti, da Tradate e Tarquinia fino al Braciere delle celebrazioni della Battaglia di El Alamein, a Livorno.

Il primo anno se ne corsero due
La prima fu nell’Aprile del 2003
Si doveva inaugurare il Museo dei Paracadutisti,( alla realizzazione del quale il nostro giornale diede un contributo fondamentale,. ndr) alla presenza del Presidente Emerito Francesco Cossiga, che in quella occasione avrebbe donato un quadro raffigurante un suo parente, Ardito della 1a Guerra Mondiale.
La seconda in Ottobre .

La Sezione di Roma dell’ANPDI aderì immediatamente ed entusiasticamente all’impresa, prendendola in carico con efficienza svizzera , sino ad oggi, con tanto di noleggio di camper al seguito. Alla Sezione di Roma , grazie alla iniziativa del paracadutista Fabio Orsini, si deve anche la produzione, nel 2004, delle Fiaccole così come sono oggi, artistiche , belle e tutte uguali.
L’ANPDI di Saronno, aderendo con entusiasmo, pianificò per prima e fino ad ora, il percorso “nord” di 330 chilometri, più lungo di ben 50 rispetto a quello di Tarquinia.
Le Fiaccole partirono con solenni cerimonie a Tarquinia e Tradate, accese rispettivamente da Leoni della Folgore di El Alamein o Reduci della FOLGORE RSI. Il primo anno fu inclusa anche la partenza da Viterbo, sede storica di una Scuola.

QUATTRO REDUCI PRESERO IN CONSEGNA LE FIACCOLE IN ARRIVO AL MUSEO

Quel primo anno, a Pisa, i Tedofori consegnarono le fiaccole a quattro Reduci, incluso il Fante Libico Armando Perna, in rappresentanza delle quattro scuole simbolicamente rappresentate dalla Fiamma: Viterbo, Tarquinia, Tradate e Castel Benito.
In quella prima edizione si usarono, per la tratta Viterbo-Tarquinia, comuni torce di cera, che aumentarono e nobilitarono la sofferenza dei Tedofori del Sud con piccole ustioni alle mani, alle gambe e sui piedi.
ACCOGLIENZA CORDIALE DA PARTE DEI COMANDANTI DI BRIGATA
I Tedofori vennero accolti calorosamente e con ammirazione, sin dal primo anno, dai Comandanti della Folgore. In alcuni casi li trovammo alle 5 del mattino ad attenderci alla carraia della Vannucci e dal 2004 sono diventati TEDOFORI eccellenti che corrono insieme all’ANPDI diversi chilometri. Anche quest’anno sarà così.

13 anni di carovane notturne, di aggiornamenti online del giornale fatti sul cofano delle auto,tra una tratta lunghissima ed una corta del webmaster, di fatica insieme, di paracadutisti motivati, orgogliosi, stanchi , felici.
Ricordo il buio illuminato dalla Fiaccola e dai lampeggianti degli amici Carabinieri, sempre presenti a far da scorta dal primo anno, e la fatica che non si avvertiva mai “durante” ma solo il giorno dopo.
Centinaia di Tedofori si sono alternati sulla interminabile Aurelia, sulla Via Emilia, al passo della Cisa, in Toscana, Emilia, Lombardia. Molti di loro hanno vissuto in carovana dall’inizio alla fine; altri rubando ore di lavoro e di sonno, pur di correre almeno una tratta, magari alle due del mattino e tornare subito in ditta e poi partire per Livorno. Sono ricordi incancellabili di uno spirito contagioso che fa vivere all’Associazione ,da 13 anni, uno splendido lunghissimo momento di cui il nostro giornale è stato – orgogliosamente- ideatore e co-organizzatore.
NOBILE TRADIZIONE DELL’ANPDI
Ora la Staffetta è una bella tradizione che registra la partecipazione di svariate decine di paracadutisti, forse 300, provenienti da tutta Italia, comprese le isole. Non c’è più scarsità di Tedofori, come all’inizio, quando alcuni di loro si “sparavano” fino a 60-70 chilometri a testa. Le mie gambe e quelle di Alessandro Nunes ne sanno qualcosa.

Anno dopo anno le Fiaccole hanno guadagnato un posto d’onore in piazza d’Armi, davanti alla Folgore schierata. La cerimonia, dal 2004, inizia solo dopo l’ingresso dei Tedofori.


DAL 2009 AL 2014 CINQUE EDIZIONI CORSE SUL FRONTE DELLA FOLGORE
Dal 2009 fino al 2014, in contemporanea, la Fiaccola è stata accolta con gli onori internazionali anche al Sacrario italiano di El Alamein, dopo avere corso per 111 chilometri. Ricomincerà dal 2016, se la situazione della sicurezza migliorerà in Egitto. Il Progetto El Alamein, di cui il nostro giornale è cardine, ha adottato la Staffetta che avveniva insieme alla missione di scavo e ripristino di Ottobre.


ALZIAMOCI IN PIEDI E APPLAUDIAMO I TEDOFORI CHE ENTRERANNO AL CAPAR
Ai paracadutisti che saranno sugli spalti raccomandiamo di alzarsi per applaudire ed urlare FOLGORE al passaggio del simbolo del nostro sentimento di rispetto dei Caduti. La Fiamma di quelle fiaccole è stata accesa davanti alle tombe dei Paracadutisti di Tarquinia e Tradate e rappresenta le loro Anime. La Staffetta degli Ideali è un patrimonio che racchiude come in uno scrigno significati profondi di cui siamo custodi.
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