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Pubblicato il 19/02/2015

UKRAINA – SARANNO UNGHERESI I PRIMI “PEACEKEEPER”?

SARANNO UNGHERESI I PRIMI PEACEKEEPERS IN UCRAINA?
redazione Sopron
F.M.

La recente dichiarazione del presidente Ucraino Poroshenko sulla necessitá di una forza di Peace Keeping nel Donbass induce gli analisti a chiedersi quali saranno le possibilitá e la fattibilitá di una tale missione.
Considerando che nessuna missione internazionale potrá svolgersi senza il consenso di Mosca, e guardando allo status delle relazioni diplomatiche in Europa, la carta ungherese potrebbe essere giocata con profitto.
Al momento é solo una previsione, ma gli elementi per ipotizzare se e quale sará l’eventuale forza di pace in Ucraina cominciano a delinearsi.
La recente visita di Vladimir Putin a Budapest é stata l’occasione per intervenire sul conflitto, sul quale il premier ungherese Victor Orbán non ha mai nascosto la volontá di esercitare una mediazione.
Per quanto incentrato sulla sicurezza energetica derivante dalle forniture russe, il vertice russo-ungherese, la prima visita in un Paese UE di Putin dall’inizio della crisi, ha avuto aspetti rilevanti anche per quanto riguarda l’Ucraina.
In Ucraina infatti risiedono piú di 150.000 ungheresi, la minoranza piú numerosa nel paese. Analogamente a quanto accaduto nei Balcani, l’Ungheria potrebbe essere uno dei paesi su cui ricadrebbe una sorta di dovere morale ad impegnarsi per la stabilitá del grande vicino .
Nella ex Jugoslavia, dove risiede una grande minoranza ungherese in Vojvodina, le HDF (Hungarian Defence Forces) hanno svolto un lungo e proficuo lavoro, anche dal punto di vista dell’intelligence.
Sull’impegno per l’Ucraina sono tornati a piú riprese tanto il ministro degli esteri quanto il premier magiaro, ribadendo che l’apertura alla Russia non significa il venir meno agli impegni internazionali. Da questo punto di vista l’Ungheria lavora da tempo per il rafforzamento militare all’interno dei paesi che controllano il confine orientale dell’UE, il cosiddetto „Gruppo di Visegrad”.
La conoscenza del russo nelle sue specifiche applicazioni militari é un punto di forza delle HDF, che svolgono formazione in questo senso anche per altri paesi NATO.
Dal 26 gennaio al 6 febbraio 2015 il Centro di Formazione e Addestramento delle HDF ha ospitato un corso di Controllo Armamenti in lingua russa, destinato ai quadri delle organizzazioni internazionali e NATO, al fine di rinfrescare ed approfondire le conoscenze del settore. La lingua Russa é tornata prepotentemente alla ribalta per l’operativitá nel contesto ex sovietico. Un corso simile era stato organizzato nel 2014, dopo 10 anni di assenza di eventi simili, ed il successo riportato ha convinto i vertici militari ungheresi a replicare periodicamente.
All’ultima edizione hanno partecipato membri delle organizzazioni di controllo degli armamenti di Belgio, Repubblica Ceca, Gran Bretagna, Slovacchia, Spagna, Germania, Polonia.
Correlatori a fianco degli istruttori del Centro esperti delegati del Ministero Della Difesa, delle organizzazioni partner di Kazakhistan e Ucraina, dell’Arms Control and Coordination Section della NATO e dell’OSCE Conflict Prevention Center.
Anche l’Italia avrebbe chances e credibilitá in questo nuovo scenario prospettato dal presidente ucraino.
Ad esempio nel 2013 i Ranger del IV Rgt. Alpini Paracadutisti si sono recati in Russia per scambi addestrativi con le omologhe unitá di quel Paese. Visita ricambiata nell’ottobre 2013, quando alcuni ufficiali russi hanno partecipato anche alla cerimonia di cambio del Comandante a Verona.

foto (fonte ministero difesa ungherese). Addestramento di militari ungheresi al circolo polare artico e addestramento di ordine pubblico presso il Peace Support Predeployment Training Center di Szolnok.

add.predeployment Szolnok

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