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Pubblicato il 23/11/2014

UN RAGAZZO SU TRE E’ UN BULLO PERICOLOSO PER I SUOI COETANEI


In Italia è allarme bullismo, e la Lombardia non fa eccezione. Cyberbullismo compreso: cioè insulti, persecuzioni e minacce su social network, in chat o tramite sms, spesso collegati alla pubblicazione di foto o filmati compromettenti.

Rho (Milano) mercoledì scorso, sono stati arrestati otto ragazzi tra i 17 e i 20 anni. L’accusa: rapina aggravata in concorso; vittime: diversi adolescenti al rientro da scuola. Fatti che si ripetevano nel tempo. A Brescia, un paio di giorni fa, sono stati identificati gli autori dei recenti vandalismi a una stazione della metropolitana. Sono due ragazzini di 15 e 16 anni, che hanno agito supportati indirettamente da altri sette compagni. Tutti minorenni. A Pavia una mamma ha riferito di un video pedopornografico trovato sul cellulare della figlia, spedito sul gruppo whatsapp che lega i compagni di classe. E ha raccontato di prese in giro subite dalla figlia, fino a giungere a sporgere denuncia in questura. Ma gli insulti alla figlia sono cresciuti, la situazione si è fatta insostenibile, il cambio di scuola obbligato.

In Italia è allarme bullismo, e la Lombardia non fa eccezione. Cyberbullismo compreso: cioè insulti, persecuzioni e minacce su social network, in chat o tramite sms, spesso collegati alla pubblicazione di foto o filmati compromettenti. E spesso provenienti da “profili” fasulli, vale a dire creati con artifici che nascondono al destinatario il vero autore dell’azione. Secondo una ricerca nazionale della Società italiana di pediatria (Sip), il problema rimane sommerso nell’85% dei casi (dato sostanzialmente allineato a quello lombardo). E giusto per capire l’ampiezza del fenomeno, la Sip evidenzia come il 31% dei 13enni intervistati – dunque quasi un terzo – si sia dichiarato vittima di cyberbullismo. Solo due particolarità: i ragazzi del Comune di Milano usano internet più degli altri, ma lo fanno con più prudenza. E i maschi sono colpiti tanto quanto le femmine, mentre nel resto d’Italia sono queste ultime le vittime preferite. È quanto anticipa ad AvvenireMaurizio Tucci, presidente del Laboratorio adolescenza che ha condotto la ricerca in collaborazione con la Società italiana di pediatria.

Per contrastare il fenomeno è sceso in campo l’Ufficio scolastico regionale (Usr), il distaccamento territoriale del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca: «Per arginare il problema – spiega la referente per il bullismo, Simona Chinelli – è necessario sviluppare nello studente le competenze di cittadinanza digitale». Così, aggiunge, «compito dell’insegnante è quello di accompagnare i giovani alla scoperta del loro agire in rete: diritti, doveri, responsabilità, processi di causa-effetto, modalità di comunicazione…». Nascono da qui gli incontri con la Polizia postale rivolti a docenti e studenti, finalizzati a evitare rischi «quali l’adescamento online, il furto d’identità digitale, le truffe, l’utilizzo indebito di dati personali e proprie fotografia». E sempre in questa direzione, ricorda la referente, si inscrive la collaborazione del Corecom Lombardia (Comitato regionale per le comunicazioni) «per fornire competenza tecnica riguardo specialmente l’utilizzo dei social network». Non solo. Polizia postale e Miur hanno avviato dall’anno scolastico 2013-14 il progetto “Vita da social” (supportato dall’Usr lombardo) con un concorso per sensibilizzare al tema del cyberbullismo. Altri progetti coinvolgono poi le singole province. I loro istituti, in primis. Ma anche i genitori.

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