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Pubblicato il 09/09/2015

UNGHERIA: INDIVIDUATI TAGLIAGOLE TRA I CLANDESTINI IN TRANSITO

UNGHERIA, PROSEGUE L’EMERGENZA. CAMBIO AL VERTICE DELLA DIFESA
Redazione Sopron
FM
IL CONSIGLIO DI DIFESA di lunedí scorso ha segnato una data decisiva nella crisi migratoria che ha coinvolto anche l’Ungheria. Il ministro della Difesa Csába Hende si é dimesso dopo aver relazionato sull’avanzamento della costruzione della nuova recinzione al confine meridionale del paese.
Il ministro ha comunque, a quanto riportato dall’agenzia di stampa MTI, presentato le proprie dimissioni spontaneamente, ed il capo del dell’esecutivo le ha accettate.
Si tratta di un segnale della serietá con cui la questione viene presa in Ungheria. L’ondata di clandestini é ormai un fatto di sicurezza nazionale ed anche le responsabilitá vengono trattate in un clima che non lascia spazio a leggerezze.
Il ministro uscente, che abbiamo incontrato lo scorso anno a margine di una cerimonia per il Centenario della Grande Guerra, dovrá passare importanti consegne al successore, visti i crescenti impegni nella NATO di questi ultimi tempi. Basta ricordare il recente impegno dell’aeronautica nel Baltico, dove i Gripen magiari hanno volato con i nostri Eurofighter, gli impegni nel Gruppo di Viségrad e non ultima, appunto, la pressione ai confini che vedrá sicuramente le forze armate operare non solo nella costruzione della recinzione. Certamente il ministro Hende ha svolto un importante ruolo, come dimostra l’anzianitá presso il dicastero ed i risultati ottenuti a livello internazionale
Il nuovo ministro é István Simisckó, anche lui appartenente al partito di maggioranza Fidesz come il predecessore, ed é da oggi in „prima linea”.
Il fatto che un simile avvicendamento abbia riguardato la Difesa e non gli Interni é significativo. Da un lato essendo il genio militare incaricato della costruzione delle difese passive al confine Serbo é evidente, almeno in Ungheria, che le scadenze e gli obiettivi competano al responsabile politico della Difesa Nazionale. Dall’altro é un fatto che in Ungheria non si parli piú solo di quote, migranti e registrazioni, ma di assedio e di infiltrazioni terroristiche. Dopo l’individuazione di alcuni ex militanti di Al-Nusra ed altri movimenti terroristici tra i rifugiati, ampiamente ripresa dai media, si prospettano nuove misure radicali per arrestare il fenomeno.
Il governo magiaro ha avviato anche una campagna informativa per scoraggiare i nuovi arrivi che, lo ricordiamo, dal 15 settembre saranno illegali e puniti col carcere. Questo richiederá uno sforzo operativo senza precedenti ,specie di fronte alle masse di persone che arrivano col deliberato intento di eludere la registrazione, evitando cosí controlli ulteriori e la sosta nei centri di accoglienza. La Repubblica Ceca, riconoscendo l’importanza del presidio ungherese ai confini meridionali, ha promesso aiuti economici e materiali per sostenerne lo sforzo.

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