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Pubblicato il 13/01/2023

UNIFIL- STRETTA COLLABORAZIONE E AMICIZIA DEI CONTINGENTI INTERNAZIONALI

SHAMA- LIBANO- In Libano convivono pacificamente identità religiose, culturali ed etniche di diversa provenienza e per questo motivo, considerata la multiculturalità della missione UNIFIL (United Nation Interim Force in Lebanon), il valore aggiunto che i Caschi Blu riescono a garantire è facilitato dalla capacità di interagire con colleghi delle varie nazioni e con la popolazione..

La missione italiana in Libano a guida Brigata “Aosta” al comando del Generale di Divisione paracadutista Giuseppe Bertoncello, , già comandante del 187mo Reggimento Paracadutisti Flgore al suo terzo mandato nella Terra dei Cedri con i colori delle Nazioni Unite, ha la responsabilità del Settore Ovest di UNIFIL in cui operano 3.800 Caschi Blu di 16 dei 48 paesi contributori alla missione ONU e di cui fanno parte oltre 1.000 Caschi Blu italiani.


I nostri soladati operano con culture differenti pur mantenendo ciascuna la propria peculiarità e questo favorisce anche la ricerca di pace e stabilità nel Paese.


I pattugliamenti a piedi nei luoghi di mercato, all’interno dei villaggi situati nell’area di operazioni; le attività svolte da personale militare specializzato nell’ingaggio della popolazione civile, con lo scopo di far comprendere alla comunità in cui essi operano quali siano gli scopi e i pilastri della missione che conducono per conto della Nazioni Unite, nonché quello di comprendere e analizzare a loro volta come la popolazione percepisca la presenza degli operatori di pace sul territorio; ed infine gli incontri che i comandanti ai vari livelli svolgono con i rappresentanti delle autorità civili e religiose del Libano del Sud , non sortirebbero alcun effetto se non fosse tenuto in debita considerazione il fattore multiculturale del substrato sociale in cui i soldati di UNIFIL operano.


Comprendere appieno le diverse identità sociali e religiose della società – in Libano sono riconosciute dallo Stato 18 confessioni religiose – sono la chiave di successo della missione che l’Italia conduce con il proprio Contingente nazionale, in stretta collaborazione con i contingenti delle altre nazioni, grazie all’aggiornamento costante dei propri operatori nei confronti della conoscenza dei domini culturali, perseguita anche con attività di costruzione dello spirito di gruppo e valorizzando le diverse prospettiva di genere.


Le attività svolte in Teatro Operativo sono condotte sotto il coordinamento e secondo le direttive impartite dal Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI), guidato dal Generale di Corpo d’Armata Francesco Paolo Figliuolo.

Il COVI è l’organo di staff del Capo di Stato Maggiore della Difesa, deputato alla pianificazione, coordinazione e direzione delle operazioni militari, delle esercitazioni interforze nazionali e multinazionali e delle attività a loro connesse.


La risoluzione n. 1701 del 2006 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dà mandato ad una forza costituita da circa 10.300 militari e 800 civili, provenienti da 48 Paesi, di assicurare il rispetto della fine delle ostilità tra Israele e il Libano, di garantire a quest’ultimo il pieno ripristino della propria integrità territoriale anche con l’assistenza alle Forze Armate, nonché di supportare la popolazione locale con progetti di sviluppo sociale, culturale e territoriale.

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