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Pubblicato il 21/06/2024

URANIO IN NIGER- LA GIUNTA REVOCA LA CONCESSIONE ALLE SOCIETA’ FRANCESI

La giunta nigerina ha revocato la concessione alle aziende francesi che estraggono uranio.
La più importante tra queste è Orano (ex Areva) che dal 1971 alimenta le centrali nucleari d’Oltralpe e di parte d’Europa.

Ieri il ministero delle Miniere nigerino ha comunicato d’aver ritirato ad Orano il permesso per lo “sfruttamento su larga scala” dell’uranio nel giacimento di Imouraren, uno dei più grandi al mondo, con riserve stimate in 200mila tonnellate, situato nella regione settentrionale di Agadez. A febbraio 2022 erano in vigore 31 permessi di esplorazione dell’uranio e 11 titoli di estrazione.


Lo stesso ministero il 7 giugno aveva imposto alla società francese un ultimatum, scaduto il 19 giugno, intimando l’avvio delle operazioni di estrazione – per una produzione annua di 5mila tonnellate – che avrebbero dovuto cominciare nel 2011 ma che Orano ha ritardato fino ad oggi, sostenendo che il calo del prezzo di mercato del minerale in seguito al disastro nucleare di Fukushima, quello stesso anno, non permettesse uno sfruttamento redditizio dei giacimenti.
RUSSIA E IRAN POTREBBERO SUBENTRARE
Se la società francese non dovesse trovare un nuovo accordo con Niamey, il giacimento di Imouraren potrebbe essere affidato ad altri . Tra quelli che hanno dimostrato maggior interesse ci sono due paesi sottoposti a sanzioni, entrambi colossi nello sviluppo del nucleare: la Russia e l’Iran.

In anni più recenti società cinesi, australiane, statunitensi, britanniche, italiane, canadesi, indiane e russe hanno ottenuto permessi per la prospezione delle miniere di uranio.

Un’altra azienda che dieci anni fa aveva sospeso per mancanza di redditività l’estrazione nel nord del Niger, la Société des mines d’Azelik (Somina), a maggioranza cinese, ha annunciato che riprenderà a breve i lavori.

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