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Pubblicato il 19/10/2022

VENTI ANNI ORSONO IL LANCIO DELLA FOLGORE AL SACRARIO DI EL ALAMEIN

Un oggi di 20 anni fa, al mattino intorno alle 9, uno splendente Sole d’ordinanza illuminava l’aeroporto militare del Cairo, il nostro G222 aveva già l’APU in funzione mentre al suo fianco sinistro, perfettamente allineate, mostravano la loro bellezza le Frecce Tricolori. Noi, paracadutisti dell’Esercito, dei Carabinieri, della Marina e dell’Aeronautica, avevamo già indossato il paracadute ed effettuato il briefi ng ma l’atmosfera non era la solita, nessuno scherzava o rideva, ognuno ripassava mentalmente quello che avrebbe dovuto fare con una concentrazione quasi religiosa. Imbarco e decollo, silenzio surreale a bordo, si sentivano solo il ruggire dei motori e le vibrazioni da questi generate, sotto di noi il Nilo con le sue verdeggianti sponde e l’immenso deserto che ci avrebbe fatto da sfondo fino ad El Alamein dopo due ore circa di volo. Nessuno fiatava a bordo, ci si limitava a guardare dagli oblò quel panorama inusuale. Arrivammo su El Alamein ed iniziarono i controlli pre lancio; mi accorsi allora che anche gli sguardi dei colleghi erano diversi dal solito, erano sguardi solenni e qualche pupilla evidenziava una neppur tanto velata commozione; non stavamo semplicemente effettuando un lancio di manifestazione, stavamo risalendo il cordone ombelicale che ci avrebbe riportato nel Ventre Materno, in quei posti che avevamo visto sui libri di storia o nei film, personalmente mi sono anche chiesto se avessi il diritto di fare una delle cose che amavo di più nella vita nei luoghi dove ragazzi poco più che ventenni avevano resistito nelle buche bevendo l’acqua dei radiatori presa dai mezzi distrutti ed in quelle buche erano morti. A confortarmi fu la forte volontà del Presidente Ciampi (combattente ad El Alamein) di organizzare la commemorazione e la presenza a bordo del Generale Bertolini, figlio di un paracadutista combattente ad El Alamein. La rampa si sollevò a 4.500 m. di quota, commozione e solennità raggiunsero l’apice, all’urlo ” Folgore ” lanciato dal Generale Bertolini tutti risposero esplodendo a loro volta con un “Folgore ” che coprì il rumore dell’aereo, poi la caduta libera in quel contrasto tra il bianco del deserto e l’incredibile turchese del mare regolò gli stati d’animo di tutti. Il giorno dopo il lancio ufficiale davanti al Presidente Ciampi, emotivamente tutta un’altra storia, dovevamo far bene il nostro mestiere ed omaggiare quell’Uomo che la battaglia del 42 l’aveva vissuta, come i Leoni della Folgore presenti superstiti a terra, in prima persona e lo abbiamo fatto. Folgore!
Ennio Druda

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