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Pubblicato il 18/11/2015

VIA DA KABUL: SCAPPA LA NUOVA CLASSE DIRIGENTE

PARMA-Fugge la gioventù dorata plasmata per il sostegno alla “classe dirigente” afghana. Giovani formati presso l’Università di Kabul oppure spediti a studiare direttamente negli States per essere inserirti nella locale macchina amministrativa.
Così dicono alla stampa inglese Farid e Rafi. Venticinquenne il primo, occupato per un periodo presso strutture vicine alla Banca Mondiale nella provincia di Kapisa; trentenne l’altro, impiegato per sette anni per un’azienda locale inserita nel circuito della cooperazione internazionale, entrambi sono fuggiti per la paura del presente, fatto di bombe e talebani ovunque, di truppe Nato ancora lì. Anche loro finiscono nelle statistiche dei richiedenti asilo per l’Europa che da gennaio ad agosto scorsi hanno segnato 123.000 domande, più del doppio del 2014. Sono quasi tutti giovani uomini che non vogliono finire massacrati come i parenti durante la guerra civile del quadriennio 1992-96 (fra i 60.000 e 80.000 morti) oppure vittime della missione Isaf (oltre 200.000 civili uccisi direttamente o per ‘danni collaterali’). Frattanto il mercato nero della migrazione ha fatto lievitare le spese.

La nuova classe dirigente voluta da americani ed europei. Avevano casa di proprietà nei recenti edifici abitati dalla casta, duemila dollari al mese che per venti e trentenni locali rappresentano una fortuna. Riuscire a vivere nel proprio Paese devastato in certe condizioni di privilegio, costituiva un sogno per pochissimi. Avevano riposto speranze nel presidente Ashraf Ghani che doveva “stabilizzare” la nazione
Scappano investendo tutti i loro risparmi e -magari- facendo debiti che pagheranno i genitori : un viaggio (via Nimruz), che tempo addietro s’aggirava sui 4000 dollari, ne costa 7000. Un volo verso Teheran e il proseguimento via terra 9000, cui si devono aggiungere 2000 dollari se si vuole volare a Istanbul.

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