CARO LUCIO MI HAI FREGATO!!!!
29 Jul 2002
Autore: Par EMILIO CAMOZZI

Lucio Grimani mi ha fregato!. Se ne è andato prima di me. E sì che non ho messo mai in discussione la Sua dirittura morale e la Sua parola.

Mi ha fregato lo stesso.

Aveva due anni meno di me, quindi spettava a me fare il gran salto.

Era uno di quei paracadutisti che la madre aveva deciso fossero tali prima ancora che il paracadute fosse stato inventato.

Quando scoppiò la guerra e Lucio era studente. Fece fuoco e fiamme per riuscire ad arruolarsi volontario.

Finalmente ci riusci, e fece il corso di ufficiale di complemento. Il Suo traguardo era la Folgore. La Folgore partì per l'Africa ed a Lucio, con Suo sommo rammarico, non restò altro che aspettare la nuova Divisione, la Nembo.

Ed intanto si rodeva il fegato al sentire delle gesta che la Folgore compiva in Africa.Poichè era già in atto il tradimento consumato dai nostri reggitori di allora che pensarono fosse prudente togliersi dai piedi una divisione che avrebbe potuto dar fastidio, confinarono la Nembo in Sardegna.

Tutti sanno quel che successe là dopo il maledetto 8 settembre.

Naturalmente Lucio seguì il battaglione di Rizzati e si trovò in Italia,dove ebbe l'onore ed il piacere di essere presente a tutte le battaglie che il battaglione di Rizzati ebbe la ventura di fare.

Sul Moncenisio divenne Comandante di Compagnia. A Coltano finì la sua avventura militare.

Me lo trovai vicino dopo la guerra, in una compagnia di ragazzi e ragazze. Aveva un aria da bambino buono, di quelli che calmi con una caramella, e quando, qualche volta, riuscivi a strappargli qualcosa del Suo passato, ti veniva voglia di dirgli" Ma va là, raccontala a qualcun'altro".

Io, con la mia aria di tisicuzzo (pesavo quarantotto chili), con gli abiti che mi cascavano addosso ( li avevo lasciati che erano riempiti di sessantacinque chili di buoni muscoli) non avevo nemmeni soldi per comprarmi un nuovo guardaroba.

Un giorno, trasportato forse da un bicchiere di troppo, ebbi il coraggio di dirgli che io ero paracadutista della Folgore.

Furono abbracci a non finire. Fece un panegirico di me che Oberdan e Sauro come eroi ci facevano una brutta figura.

Poi fondammo l'Associazione a Trieste.Fummo i primi due a perorare per sepellire il passato,non tener conto delle beghe politiche, stare lontani da ogni scaramuccia di qualsiasi tipo e considerare il paracadute il collante per la nostra unità.



Poiché i cosidetti alleati ci vietavano la formazione di nuovi paracadutisti, Insieme ad altri inventammo la F.I.P.S., Federazione Italiana Paracadutismo Sportivo, per poter preparare nuovi giovani al lancio.

Ciao, Lucio. Hai speso bene la tua vita, ed ognuno di noi ti porta nel cuore.C'è un canzone triestina che dice" Fio come noi, la mama non ne fa più. Se ga roto la machineta...".

Io sono convinto che con il tuo esempio e la tua dirittura morale qualche "machineta" si sarà riparata.

Emilio

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