GLI EROI CASERTANI
6 Nov 2002
Autore: Nunzio De Pinto


EL ALAMEIN, GLI EROI CASERTANI

di Nunzio DE PINTO


CASERTA - Domenica 27 ottobre, i reduci casertani della FOLGORE si sono ritrovati, dopo El Alamein, al Monumento ai Caduti per una commemorazione che non è, e non vuole essere, solo celebrativa .
In quell'occasione, Atos Giorgio LUGNI, Presidente provinciale dell'ANPDI, conferirà ad Agostino SASSO, a Raffaele ARGENZIANO e a Gaetano MOZZILLO, tre eroici parà della Folgore che hanno partecipato a quella battaglia, una targa ricordo.
Il Premio "Renzo Polverino, ragazzo della Folgore" , così denominato in onore del fondatore della sezione di Caserta dell'ANPDI e 1° Presidente dal 1976 al 1981, decorato di Medaglia d'Argento al Valore Militare per gli atti di Q. 125 di Pareti Al Himeimant (23 - 24 ottobre 1942), verrà assegnato a Vincenzo SANTONASTASO, cofondatore insieme a Polverino nel 1976 della Sezione casertana dell'ANPDI.

Ecco la storia dei Nostri Reduci:

Agostino SASSO è nato a Pietrastornina (AV) il 24 agosto 1920, ma è casertano d’adozione. Terminati gli studi, il 10 marzo 1940 viene chiamato alle armi ed arruolato nel 92° reggimento fanteria "ANCONA". Fa domanda volontaria nei paracadutisti ed il 21 agosto 1941 transita nella nascente specialità ed assegnato al 2° Battaglione Raggruppamento "Rispoli" - 6a Compagnia Grifi. Nella battaglia di El Alamein si distingue per coraggio ed altruismo tanto da essere decorato con la Medaglia di Bronzo al Valor Militare con la seguente motivazione: "Mitragliere già distintosi per coraggio nel corso di aspro combattimento contro nemico preponderante, ferito in varie parti del corpo, rifiutava di recarsi al posto di medicazione e continuava a sparare finché non veniva sopraffatto" - El Munassib 23 - 24 ottobre 1942. Fatto prigioniero dalle truppe inglesi dell'8a Armata del Generale Montgomery, veniva restituito alla famiglia solo il 31 marzo 1946. Attualmente è Presidente Onorario dell'ANPDI di Terra di Lavoro.


Raffaele ARGENZIANO, casertano doc, è nato a Recale il 26 dicembre 1920. Fisico possente ed atletico si dedica all'arte pugilistica conseguendo risultati vincenti. Reclutato nel 1° reggimento Granatieri di Sardegna in Roma il 9 marzo 1940, transita a domanda nella specialità paracadutista e viene trasferito presso il 7° Battaglione Divisione Folgore – 21a Compagnia. Nei fatti d’arme di El Alamein viene catturato dagli inglesi il 6 novembre 1942 e vi rimane sino al 29 settembre 1944 quando, malato, viene sbarcato a Taranto. Durante la prigionia ha spesso ingaggiato con i propri carcerieri veri e propri incontri pugilistici al fine di difendere l’onore della Patria e dell’E.I.. Entrambi, compreso Mozzillo, hanno pagato un duro prezzo durante la prigionia proprio perché non hanno mai voluto collaborare con gli inglesi. Il diretto superiore di Argenziano lo propose quale Aiutante di Battaglia, ma nel marasma generale di quei tragici e dolorosi momenti la sua qualifica a tutt’oggi non è mai arrivata. Insieme ad Agostino Sasso è uno dei soci fondatori della sede di via Cesare Battisti nr. 8 ed è oggi socio Benemerito.
Gaetano MOZZILLO, nato a Marcianise il 29 aprile 1922, risiede nel comune marcianisano. Dopo gli studi viene chiamato alle armi in qualità di allievo sottufficiale di Artiglieria. Volontario della nascente specialità dei paracadutisti, consegue il relativo brevetto il 24 giungo 1942 a Tarquinia, culla del paracadutismo militare italiano. Partecipa dall'8 gennaio 1941 al 23 aprile 1941 alle operazioni di guerra al confine greco-albanese. Il 4 luglio 1941 si imbarca a Galatina per l'Africa Settentrionale, dove giunge il 6 luglio dello stesso anno. Da quella data e sino al 5 novembre 1942 partecipa, con la Divisione FOLGORE, alle operazioni di guerra ad El Alamein. Il 6 novembre 1942 viene fatto prigioniero dalle truppe inglesi. Il ritorno dalla prigionia avviene il 21 giugno 1946 quando sbarca nel porto di Napoli.
Ricordare oggi i superstiti di El Alamein potrebbe sembrare irriguardoso e irrispettoso nei confronti di quanti sono caduti nella 2a Guerra Mondiale, ma ricordare loro vuol dire ricordare tutti, perché dalla loro viva voce, dai loro racconti possiamo capire e far comprendere alle giovani generazioni quanto la guerra sia sempre ingiusta sia che ci si trovi dalla parte dei buoni che da quella dei cattivi.

Nunzio DE PINTO

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