ZILASTRO 2005 : MISSIONE COMPIUTA
15 Sep 2005
Autore: Redazione Congedati Folgore

 


Marsala, 15 settembre 2005


Hanno partecipato alla Marcia del 2005 6 Paracadutisti:

Sezione di Palermo: 4 (Par. Cusimano - Par. Andriolo - Par. Carollo - All. Par. De Filippi)

Sezione di Reggio Calabria: 2 (Par. Perrone - Par. Giovinazzo)

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Tutte le guerre sono fatte di battaglie,di fatti d'arme, ma soprattutto di storie ed ognuna di queste è fatta di uomini, di tanti uomini e l'esperienza che colui che sta attualmente scrivendo queste parole ha vissuto è fatta di uomini e di storici fatti d'arme spesso taciuti ma che se rievocati e fatti conoscere ti lasciano un segno indelebile nello spirito e nella mente e ti fanno essere sempre di più fiero di essere italiano e di immedesimarti in un drappo fatto di tre colori che in sè racchiude il sangue di centinaia di migliaia di uomini...di soldati.

Nel lontano settembre 1943 prima che venisse resa nota ai comandi militari la notizia dell'armistizio gli uomini della Divisione Paracadutisti "Nembo" risalivano la penisola italica difendendo le retrovie italiane con l'obiettivo di fermare, o almeno rallentare il più possibile, l'avanzata alleata verso nord e proprio l'otto settembre dopo quattro giorni di marcia serrata fra le accidentate montagne dell'Aspromonte nella zona dello Zillastro avvenne lo scontro fra i quattrocento paracadutisti italiani (I QUALI DISPONEVANO DI APPENA QUATTROCENTO COLPI CADAUNO) e piu' di duemila soldati Canadesi (due intere Divisioni).

In evidente inferiorità  numerica e di equipaggiamento i nostri Ragazzi della Nembo (soldati di leva, Classe 1923) non esitarono ad impegnare in più riprese l'esercito nemico al fine di arrestarne l'avanzata e di liberare i loro commilitoni catturati e si ritirarono solo quando esaurite tutte le munizioni non ebbero più modo di perseguire il loro obiettivo.

Ogni anno gli uomini della sezione ANPDI di Palermo, insieme ai Camerati della Decima Zona, rievocano nella prima decade di Settembre la marcia effettuata dai loro avi anni addietro(coprendo un tragitto più breve ma parimenti impegnativo) e alla fine di essa nel corso di una cerimonia depongono sul monumento rievocativo due corone di fiori e rendono i dovuti onori a quei valorosi soldati.
Quest'anno è stato il primo anno di partecipazione da parte mia a questa esperienza, in quanto da poco tesserato, ed ora che tutto è finito e che da un comodo appartamento esprimo mediante queste parole le mie considerazioni sull'avventura appena vissuta non posso fare a meno di pensare che il ricordo dei posti visti, delle fatiche affrontate e delle testimonianze ascoltate rimarrà  indelebile in me ad avrà  concorso alla mia formazione umana e morale in maniera assai profonda.
I cinquanta chilometri in mezzo alle difficoltà  di una zona montuosa, il cameratismo che si respirava fra gli uomini, la marzialità  di una cerimonia commemorativa improntata sull'orgoglio di essere "figli" di un gruppo di Eroi, l'ascolto di storie di sofferenza e privazioni sopportate da tanti uomini unicamente per volontà  di ottemperare ad un senso del dovere innato nello spirito del soldato italiano (di ieri e di oggi) hanno fatto si che in me si radicasse ancora di più l'amore per una specialità  di fanteria la cui storia è fatta di Eroi e per un Paese fatto di gente semplice che spesso ha deciso di diventare eroe per onorare la parola ed il giuramento fatto nel nome della propria Patria.
Posso quindi soltanto consigliare a tutti di vivere una esperienza come quella da me vissuta e concludere dicendo a tutti i lettori che ora e sempre uno solo deve essere il grido che deve inneggiare nelle anime di tutti i paracadutisti di ieri e di oggi:
VIVA IL GLORIOSO CORPO DEI PARACADUTISTI!
VIVA LA REPUBBLICA ITALIANA!

Allievo Paracadutista Davide De Filippi
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