COME E' NATA LA "DIVISIONE PARACADUTISTI D'ITALIA" DETTA POI "FOLGORE"
14 Jun 2006
Autore: par Emilio Camozzi
COME E' NATA LA "DIVISIONE PARACADUTISTI D'ITALIA" DETTA POI "FOLGORE"



Questo articolo ha lo scopo di precisare quanto alla nostra formazione sia stato utile l'apporto di coloro che con la specialità  non avevano nulla a che dividere e che ci sono stati indispensabili nella creazione di una Divisione quale la Folgore e di reparti quali i Fanti dell'aria e i Libici.

Questi ultimi due reparti sono stati voluti da Italo Balbo, Quadrunviro che aveva tutte le caratteristiche di un buon paracadutista quale noi lo intendiamo.

Quelle doti che ti inducono a buttare l'anima al di là  dell'ostacolo quando tu, e solo tu, lo reputi necessario. Per queste doti, controproducenti in un politico, Mussolini l'aveva relegato in Africa.

E là  aveva inventato i paracadutisti. Prima di allora in Italia, come reparto militare, non esistevano. C'era stato sì qualche lancio atto a scopo di spionaggio alla fine della seconda guerra mondiale.

Ma dopo non se ne era parlato più. Diciamo quindi che i primi paracadutisti erano degli autodidatti, e quanto a quella simpatica pazzia che ci attribuiamo, ce l'avevano già  nel dna pur non avendo antenati. Ebbero la ventura di partecipare ai primi eventi bellici in Africa, di comportarsi egregiamente e di essere spazzati via dalla guerra.

Nacque poi Tarquinia, voluta da Mussolini. Pur essendoci qualche ufficiale reduce dall'Africa, la
scelta per la costruzione della scuola con tutto il complesso delle attrezzature fu affidata all'Aeronautica.


Incaricato della progettazione e della direzione della scuola il tenente colonnello pilota Baudoin, che manterrà  l'incarico per tutta la sua durata. Un gruppo di 80 militari, ridotti poi a 38, provenienti da vari corpi e dalla scuola di ginnastica della Farnesina, fecero un corso per istruttori che doveva durare 8 mesi, ridotto poi a due per esigenze belliche.


Ora, se come si narra, la Folgore si è comportata in guerra con sufficiente valore, non è per averlo acquisito dal reparto da cui provenivano, ma era gente che quel "sufficiente valore" lo gestiva in proprio poichè ce l'aveva nel sangue. E' proprio avendolo nel sangue che senti il tuo ufficiale come padre, il reparto come madre ed i tuoi commilitoni come fratelli.

E non li molli più. E speri che nell'aldilà  ci sia la buona sorte di trovarli tutti riuniti sulla famosa nuvoletta corredata con moschetti, pugnali e bombe a mano, a scopo puramente decorativo, e munita di più di un paio di fiaschi
di buon vino. Ormai ci sono quasi tutti.

Gli ultimi pagheranno da bere. Alla faccia di...
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