CRONACA AGGIORNATA OGNI ORA

Condividi:

Pubblicato il 17/05/2014

CENA-RADUNO DEI “PIPISTRELLI” DEL 187mo REGGIMENTO


Ripubblichiamo l”articolo sui “pipistrelli” del 187mo completato.

VALLE UGIONE- LIVORNO-“Per entrare in Compagnia Pipistrelli bisogna chiedere permesso. Io ho atteso prima di farlo e rinnovo stasera la mia stima per tutti Voi”: così ha parlato il Comandante di Battaglione Tenente colonnello Fraterrigo la sera di Venerdì 16 Maggio, durante la cena/adunata dei “pipistrelli”di ieri e di oggi; Fratarrigo ha voluto esprimere il rispetto e la considerazione che nutre per una Compagnia che ha ereditato gloriose tradizioni, come quelle del lancio a Cefalonia e del comportamento nella Battaglia di El Alamein, ed è stata protagonista una lunghissima serie di missioni in tutto il mondo; operazioni e storia che hanno forgiato una fortissima ed orgogliosa coesione tra gli uomini.
Ho avuto l’onore – e da ieri aggiungo l’orgoglio, visti i pochi invitati esterni- di partecipare al loro incontro commemorativo, grazie alle referenze fornite sul mio conto dal Maresciallo di Compagnia, Domenico Masdea che mi hanno aperto la porta. Duecento persone allegre e felici di incontrarsi, compresi i sottufficiali di Reggimento Tognetti e Dessena e altri di cui non conosco il nome.

Persino il “nucleo sardi” del 1° Plotone “Ciclone” era allegro e dava l’idea di una banda di fratelli, nonostante il loro lavoro alla maxi-griglia, l’ impegno organizzativo iniziato dal mattino e nonostante il caldo del grande falò per fare la brace con il viavai per servire ai tavoli. Ospite d’onore anche il professor Gastone Breccia, che con loro ha trascorso un mese in Afganistan per scrivere un libro di storia militare e strategia,”La Morte degli Imperi” , Mondadori, che parla di loro e del Reggimento.

Alla adunata pipistrelli hanno risposto i precedenti comandanti di Compagnia: tra loro ho riconosciuto il Generale Zanelli, ora al vertice del COMFOSE e il colonnello Albamonte, attualmente al comando Brigata. Mi scuseranno gli altri che non cito, ma che appaiono nelle foto e che i pipistrelli di sicuro riconosceranno.
Il Maresciallo Masdea ha pensato a tutto, compreso un conio con nome e brevetto in omaggio agli ospiti, compreso- immeritatamente- il sottoscritto. Una Famiglia? No: di più. Il Capitano Barone, attuale comandante è stato chiaro: “abbiamo l’onore di tramandare tradizioni e stile . Siamo l’anello di congiunzione tra il passato e il presente e dobbiamo preparare il futuro”. Parlando con lui di persona ha aggiunto: ” il legame che abbiamo è forte perchè siamo anche Commilitoni e -senza alcun riferimendo diverso da quello del dizionario Zingarelli- “camerati”: dormiamo sotto lo stesso cielo, la stessa tenda , la stessa camerata e dividiamo le stesse esperienze, molte delle quali ad altissimo tasso di impegno psicofisico.

Nonostante il professionismo, i volti sono tutti giovani. Qualche bambino al seguito fa capire l’anzianità di servizio di alcuni. Qualche mezza frase lascia intravedere storie di bombe scoppiate sotto un lince, di attacchi a fuoco, di imboscate risolte dal plotone mortai.

Già: il plotone mortai, ora ridistribuito; quello che avevo soprannominato, quando mi ospitarono una notte a Bala Boluck, “plotone Zelig” per le risate che mi avevano fatto fare. Avevano persino il sosia in volto e in voce di Checco Zalone, quella notte. Li ho ritrovati, li ho abbracciati come uno “zio” e in loro ho rivisto il mio entusiasmo di tre secoli fa, quando avevo lo stesso basco in testa. Ho di nuovo parlato con i ragazzi del terzo plotone, quelli che mi hanno riportato a Farah e che , prima di togliersi l’equipaggiamento per “fine distaccamento” ( Bala Baluk, fob Tobruck) hanno voluto inviare una foto ricordo e un pensiero affettuoso al Colonnello Albamonte, in quel periodo ancora toccato da grandi sofferenze fisiche, dopo l’attentato. Era proprio il maresciallo Masdea a comandare quel plotone, ora sottufficiale di compagnia, e fu Lui a chiedermi di pubbblicare il loro saluto all’ex comandante.

C’è chi mi ha ringraziato per essere lì con loro. Come si sono permessi? Sono IO, che con questa cena “ci camperò” un anno, raccontando come loro sono davvero , quandi i microfoni sono spenti e quando sono lontani dai nemici con la penna; millanterò di essere stato, per una sera, un pipistrello .

Unico neo dei pipistrelli: una bizzarra epidemia di “svenimenti a braccia avanti con successive contrazioni coordinate , riconducibili a moto muscolare delle braccia”, che ha colpito a volte i singoli, a volte un gruppo, a volte l’intera sala, per tutta la sera. Si ipotizza si tratti di una malattia tropicale presa a Cefalonia, oppure a Mogadiscio, forse a Timor, magari in Afganistan. Qualcuno parla di Iraq e kosovo. Mah! vallo a sapere.

Ho provato a chiederlo, ma per un “non pipistrello” certe parole da loro usate sono poco comprensibili. Non saprei nemmeno ripeterle.

Ah! dimenticavo un altro sintomo di gente “fuori dal gregge” con tutte le rotelle, meno una, al loro posto : ogni tanto si alzano si abbracciano e cantano belle canzoni che parlano di giovani, di marce, di vittoria, di Fede. Strani a vederli, per noi che ormai siamo fuori. Ricordano quello che facevamo quando eravamo “malati di Folgorite acuta” anche noi.
Silenziosi ed aggressivi, recita il motto di compagnia.
Sileziosi lo erano un pò meno del solito, venerdì sera, ma avevano il consenso dei comandanti.
Tutto sommato, garantisco anche che non sono sempre aggressivi: per quello che ho visto in Afganistan al loro seguito, basta che non gli spariate addosso e che lasciate che a parlargli siano i loro Marescialli di Plotone ed i loro comandanti. Se poi,di tanto in tanto ricorderete che questi Ragazzi sono Paracadutisti della Folgore al 100%, sono certo che gli farà piacere, visto che lo sono davvero.Parola di artigliere paracadutista del secolo scorso.

Leggi anche