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Pubblicato il 26/08/2014

CRITICARE I SUPERIORI: LA CASSAZIONE LO RITIENE UN DIRITTO/DOVERE DEL MILITARE

CRITICARE I SUPERIORI: LA CASSAZIONE LO RITIENE UN DIRITTO/DOVERE DEL MILITARE

ROMA- la Cassazione ha assolto un brigadiere della Guardia di Finanza del nucleo di polizia tributaria di Lecce che aveva denunciato anonimamente e in pubblico i metodi usati dai superiori.

Ad avviso della Suprema Corte – che è anche giudice militare di ultima istanza – esiste non solo un diritto “ma addirittura un dovere militare, e civico, alla denunzia di comportamenti contrari ad una amministrazione della disciplina militare in senso compatibile con l’assetto democratico dell’apparato statuale e con i principi. Il militare era stato condannato in appello nel 2012 a quattro mesi di reclusione militare.

Già una prima volta, nel maggio del 2013, la Cassazione aveva annullato con rinvio la condanna del brigadiere e nell’appello bis, la condanna a carico di Giovanni S. veniva ridotta a due mesi di reclusione e a 500 euro di risarcimento danni in favore del maggiore.

Era stato infatti provato che l’ufficiale ordinava “continui e ripetuti controlli a sorpresa” ai quali adibiva “personale distolto dai compiti di servizio”, ispezionava “personalmente che nessuno consumasse un qualche alimento durante il servizio (anche annusando l’aria e controllando i cestini getta carte)”.

Il maggiore, inoltre, “frazionava i servizi esterni per impedire la fruizione dei buoni pasto” e aveva adibito a servizi esterni il militare X. che era esonerato da tali compiti “per gravi invalidità di servizio” e che non poteva così servirsi frequentemente del bagno come richiedevano le sue compromesse condizioni di salute.

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