CRONACA AGGIORNATA OGNI ORA

Condividi:

Pubblicato il 09/09/2017

REGGIO EMILIA 8 SETTEMBRE: I PARACADUTISTI RICORDANO CHI HA COMBATUTO IN UNIFORME

REGGIO EMILIA- All’aereoporto, la sezione di Monza dell’ANPDI ha invitato i suoi soci, il Leone della Folgore Carlo Murelli, i paracadutisti delle sezioni di Roma, Piave, Treviso , Firenze,Novara e Parma ad un ricordo di quei Soldati e di quei paracadutisti che quel giorno scelsero di continuare a combattere con la Uniforme e secondo coscienza.

Ci sono stati tre decolli di lanci con il paracadute militare, 27 paracadutisti in aria ( il drappello di Roma è rientrato dalla zonal lancio inquadrato, cantando “Sui monti e sui mar”) , più un decollo del Team Folgore, che ha portato tre bandiere italiane dal cielo; poi, una sobria cerimonia , tutti schierati davanti al pennone dove era stata iniziata la giornata del ricordo con l’alzabandiera.

Inno Italia e un minuto di silenzio e subito dopo il presidente della Sezione di Monza, Francesco Crippa, ha ricordato il senso della giornata , leggendo la introduzione di un libro scritto da un suo socio, ora scomparso, Giovanni Fossati “Prigionieri dell’Onore”. Il titolo racchiude il significato della scelta di chi non rispettò il cambio di alleato.

Il Leone della Folgore Carlo Murelli , commosso, ha salutato i tanti baschi amaranto schierati ordinatamente, esortandoli a continuare nel rispetto di chi ci ha preceduto, onorando con il comportamento che deve essere all’altezza del passato della Folgore.

Walter Amatobene, chiamato (senza preavviso) dal Presidente Crippa, a parlare dell 8 settembre, ha ricordato le laceranti scelte di quel giorno, iniziando dei Leoni di El Alamein, prigionieri degli inglesi in Egitto. Un articolo di Emilio Camozzi, lì rinchiuso insieme al padre del generale Bertolini, Vittorio, descriveva come quel giorno il comandante del campo annunciò alla “gabbia” la resa dell’italia. L’imbarazzo di quell’Ufficiale – descritto assai bene da Camozzi- spiega meglio di tanti discorsi quanto disonorevole fu quel cambio di alleato. I leoni scelsero tutti di non cooperare: Camozzi racconta che piansero amaramente , rispondendo al disonore con la loro canzone urlata a squarciagola, tra la ammirazione del comandante del campo e dei soldati di guardia.
In Italia sarebbero certamente andati a Nord.
Altrettanto forti, coraggiosi e consapevoli furono i Paracadutisti che al Moncenisio, con le insegne della RSI, si fecero rispettare dalla popolazione, perchè fu protetta dalle scorribande dei partigiani a caccia di cibo. Il compito della Folgore era di difendere i confini che la notte gli “chasseurs des alpes” spostavano slealmente a danno dell’Italia, per rubare territorio prezioso.
Grazie agli uomini di Sala , la Francia non si è impadronita di Cuneo. Anche il nemico alpino francese ricorda e rispetta quegli uomini, come ha raccontato Amatobene citando la accoglienza ricevuta durante una gara di corsa in montagna in quei luoghi ora francesi, quando affisse con il consenso dei locali,una bandiera italiana sul portone di un fortino difeso dai paracadutisti, in piena notte, tra gli applausi deitanti cittadini , del Sindaco e di un alpino francese ormai ultraottantenne che li attendevano. “Gente leale e onorata” , disse quel sindaco salutando i tre paracadutisti in corsa, Amatobene, Nugnes e Ruozzi. Altrettanto onorevole fu la partecipazione del Nembo alla Battaglia di Roma, dove ancora una volta riscossero l’ammirazione degli angloamericani, bloccati per sei mesi ad Anzio, nonostante la schiacciante superiorità numerica e di armamenti.
Noi paracadutisti abbiamo il compito di far sapere la “storia dei vinti”, di entrambe le parti, ed esserne orgogliosi. La giornata in aereoporto organizzata dall’ANPDI di Monza ci è riuscita. Il TEAM FOLGORE c’è riuscito , continuando nel suo stile sobrio, ordinato, coerente, lontano dal chiasso sguaiato.


.

Leggi anche