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Pubblicato il 15/04/2018

SIRIA: UN GROVIGLIO DI FAZIONI

La guerra in Siria è iniziata nel marzo 2011 . Il presidente ASSAD aveva denunciato il coinvolgimento di forze “occulte” che manovravano gruppi jihadisti e poteri regionali e internazionali.

Ecco i principali attori del conflitto siriano:

ESERCITO DEL PRESIDENTE: BASHAR AL-ASSAD – Nel 2011 aveva 300mila uomini nelle sue unità combattenti, ora circa la metà. Si aggiungono 150-200mila miliziani alleati, tra siriani, iracheni, iraniani e afghani. Ci sono anche da 5.000 a 8.000 combattenti libanesi di Hezbollah che stanno combattendo al suo fianco. L’esercito controlla oltre il 56% del territorio e 70% della popolazione del Paese, soprattutto le città principali come Damasco, Aleppo, Homs e Hama-

GLI ALLEATI DI DAMASCO – Il più potente è la Russia, intervenuta nel settembre 2015. Il suo impegno ha permesso all’esercito siriano di riprendere il controllo di Aleppo e l’enclave ribelle della Ghouta orientale, alle porte di DamascoPoi l’Iran, che ha inviato migliaia di combattente e ha fornito consiglieri militari al governo di Assad.


I RIBELLI – All’inizio erano inquadrati nell’Esercito siriano libero (Esl), comandato dal colonnello disertore Riyad al-Asaad, sunnita originario della Siria centro-settentrionale, rifugiatosi nella provincia meridionale turca dell’Hatay. Negli anni questo ha lasciato progressivamente posto a una miriade di fazioni che vanno dai ribelli senza affiliazione religiosa ai gruppi islamisti. Originariamente contavano circa 100mila combattenti ma il loro peso è in gran parte diminuito dopo le sconfitte subite da parte dell’esercito siriano.L’opposizione armata, che ha perso la sua ultima roccaforte alle porte di Damasco, nella Ghouta orientale, detiene solo il 12% del territorio del Paese: la cifra comprende, in particolare, i territori dominati da Hayat Tahrir al-Sham, organizzazione jihadista controllato dall’ex ramo siriano di Al Qaeda e con sede nella provincia di Idleb (nord-ovest).Meno del 15% della popolazione vive in territorio ribelle.


LE FORZE JIHADISTE – Al momento le principali forze jihadiste rivali sono lo Stato Islamico e il gruppo Hayat Tahrir al-Cham.

L’Isis aveva conquistato varie regioni in Siria e in Iraq prima proclamare la nascita del Califfato nel 2014: dopo numerose offensive, da parte del regime e della coalizione curdo-araba sostenuta dagli USA ora il suo peso è nettamente ridotto. Hanno perduto Raqqa e ad oggi il gruppo controlla meno del 5% del territorio siriano.

Hayat Tahrir al-Cham controlla ancora la maggior parte della provincia di IdlIb, attualmente teatro di guerre interne tra jihadisti e ribelli.


I CURDI – I curdi hanno approfittato del ritiro dell’esercito siriano per stabilire nel nord un’amministrazione quasi autonoma sui territori sotto il loro controllo. Nel 2016, hanno proclamato “una regione federale” e organizzato a settembre le loro prime elezioni. Le Ypg, le Unità di protezione del popolo, loro principale milizia armata, sono il cuore dell’Fds, composta da combattenti arabi e sostenuta dalla coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti. Sono stati in lotta contro l’Isis in Siria. Da gennaio vengono attaccati dalla Turchia, che ha già conquistato l’enclave curda di Afrin nel nord-ovest e minaccia di continuare la sua avanzata verso altri territori ad est. L’Ypg controlla il 28% del territorio siriano, dove vive circa il 15% della popolazione.


LE NAZIONI ACCANTO AI RIBELLI – Turchia,Arabia Saudita e il Qatar hanno sostenuto all’inizio la ribellione sunnita contro Assad. Oggi i sauditi ed i qatarini sono emarginati. Ankara ha stretto un’alleanza con Mosca. Con la Turchia, Mosca e Teheran sono riuscite a “calmare” l’area – specialmente a Idlib – senza, riuscire a fermare i combattimenti.La Turchia sostiene mercenari siriani, ingaggiati contro i jihadisti, ma anche contro i combattenti curdi, e ha truppe nel nord della Siria dal 2016. Washington conduce una coalizione di 60 paesi, tra cui Francia e Regno Uniti, e ha condotto attacchi aerei contro l’Isis dal 2014, a sostegno delle truppe di terra. Circa 2.000 soldati americani sono schierati nel nord della Siria: si tratta principalmente di forze speciali presenti per combattere lo Stato islamico e addestrare le forze locali.

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