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Pubblicato il 21/02/2017

SVIZZERA: CROLLO DEGLI ILLEGALI CON LA CHIUSURA DELLA ROTTA BALCANICA E PRESIDIO DEI CONFINI

Il blocco della rotta balcanica ha favorito la Svizzera con un vistoso calo delle domande di asilo, al punto che molte strutture di accoglienza cantonali sono state chiuse. Già prima, meno del 10% di domande di asilo veniva accolta. Successivamente sono stati notevolmente aumentati i controlli dei confini, specialmente quelli con l’Italia, anche con l’impiego dell’esercito, e si è avuto il crollo più vistoso.

Il calo dei migranti ha portato alla chiusura di diverse strutture di accoglienza e rifugi della protezione civile nei cantoni di Zurigo, Berna, Lucerna, Basilea Città e Vaud. In quest’ultimo cantone lo scorso autunno sono stati chiusi quattro rifugi.

Il canton Berna ha deciso di chiudere due alloggi temporanei a Oberhofen e Eyfeld. Zurigo non ha da parte sua più bisogno di due centri a Witikon e Altstetten, aperti in piena crisi migratoria nel novembre e dicembre del 2015, quando migliaia di africani dall’Italia e di mediorientali via Austria provarono a entrare illegalmente in Svizzera.

In gennaio 1588 persone hanno depositato una domanda di asilo in Svizzera, ossia il 10% in meno rispetto al mese precedente e il 50% in meno rispetto al gennaio del 2016. I principali Paesi di provenienza sono risultati l’Eritrea, la Siria, la Guinea e l’Afghanistan.

Questa notizia, riportata dal Corriere del Ticino, e’ stata completamente ignorata in Italia, per non far invocare un blocco navale nel Mediterraneo che farebbe crollare il numero di immigrati che sbarca in Italia.

Ovviamente, tale soluzione porterebbe alla chiusura di tanti centri d’accoglienza ma questo danneggerebbe enormemente tutte le coop e la Caritas Spa , che si spartiscono oltre 4 miliardi di soldi pubblici all’anno.

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