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Pubblicato il 09/04/2017

TREVISO: RONDE CHE FUNZIONANO

CORRIERE DEL VENETO – TREVISO
sezione: Treviso Belluno data: 09/04/2017 – pag: 13

Gli ex militari di pattuglia: «Zero furti»

Canizzano, in una via sono attive le ronde autogestite: «Gli estranei? Li cacciamo»
TREVISO «Siamo tutti ex militari. C’è chi è stato in Bosnia, chi in Afghanistan. Sappiamo difenderci». Luciano Musso lo mette in chiaro fin da subito. Da due anni la sua squadra non ha bisogno di armi. Bastano presenza e fermezza nell’affrontare malintenzionati o sospetti tali, puntualmente allontanati anche a muso duro, se serve. Ronde? Qui a Canizzano il termine non è ben accetto, meglio «coordinamento per la sicurezza del cittadino». Ma di ronde, alla fine, si tratta. Otto uomini tra i 40 e i 50 anni, pile e cellulare in mano, turno di sorveglianza tra pomeriggio, sera e notte, senza un orario preciso, per non dare punti di riferimento. I pattugliamenti sono ristretti, e vanno in scena soltanto in via Giovanna d’Arco. Se questo nome vi fa suonare un campanello in testa, non ricordate male. Esattamente due anni fa questa zona tra condomini e villette a schiera, dove vivono circa ottanta famiglie, fu teatro di una vera e propria rivolta contro i ladri, cacciati a colpi di chiave inglese e mestoli d’acciaio. Non a caso, la reazione diede il via ai controlli privati. Allora, come oggi, i residenti di Canizzano erano bersagliati dai ladri. Ma nel quartiere, dove due settimane fa è stato organizzato un sit in di protesta della Lega, via Giovanna d’Arco rappresenta adesso un’eccezione. «Da quel marzo 2015, quando decidemmo di partire, non abbiamo più subito razzie nelle case lungo la nostra strada”, racconta Musso. Zero furti. Viene in mente il sindaco di Povegliano Graziano Manzan, che ha orgogliosamente fatto sapere di guidare un comune senza ladri grazie al controllo di vicinato, ma è stato poi attaccato sui social al grido di «Balle, facci vedere i dati». Qui la fonte è dei diretti interessati. Vogliamo solo difenderci continua Musso teniamo gli occhi aperti e collaboriamo con le forze dell’ordine. Sappiamo quando è il momento di avvertirle, niente eroismi». Due anni fa il pattugliamento autogestito fece scalpore e attirò critiche, chi però pensava che sarebbe evaporato in breve tempo si sbagliava. In via Giovanna d’Arco hanno continuato in silenzio, senza clamore. «Se vediamo qualche persona sospetta, mai vista prima, chiediamo cosa ci fa qui. E quando non sa dare spiegazioni lo cacciamo via, anche in malo modo. Oppure chiamiamo la polizia». E il controllo di vicinato? Canizzano fu il primo quartiere al quale Ca’ Sugana si rivolse per iniziare l’esperimento, eppure ricevette un secco no. Anche per una convinzione dettata soprattutto dalla squadra delle ronde casalinghe. «Quel sistema crea solo confusione, serve a poco. Preferiamo fare da soli. E i risultati ci danno ragione». Nicola Zanetti

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