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Pubblicato il 25/01/2020

LA SPEZIA- LA MARINA “IMBASCA” 11 NUOVI INCURSORI. L’ABBRACCIO AI COLLEGHI FERITI A KIRKUK

LA NAZIONE DEL 25 GENNAIO 20020

Provincia pag. 10
Abbraccio del Comsubin ai tre feriti di Kirkuk

Consegnati agli undici allievi del Varignano i brevetti e il prestigioso basco verde che li inserisce a pieno titolo nelle forze speciali

LE GRAZIE C’erano anche loro, ieri mattina, nella base degli Incursori al Varignano, ad assistere alla consegna dei brevetti agli undici allievi del corso 2019. Blindatissimi, protetti da un robusto cordone a tutela della loro privacy, i tre operatori del Goi feriti a Kirkuk sono tornati in qualche modo «a casa» e hanno ricevuto, oltre al saluto del capo di stato maggiore della Marina militare Giuseppe Cavo Dragone, l’applauso caloroso del pubblico che ha seguito la cerimonia. Ora stanno tutti bene e i compagni sono pronti ad accoglierli a braccia aperte. Lo ha fatto sapere lo stesso ammiraglio Dragone che ha raccontato dello stupore di quanti hanno seguito lo straordinario recupero fisico dei tre incursori, che il 19 novembre 2019 furono raggiunti dalle schegge di un ordigno che causarono loro gravissime ferite.

E invece ce l’hanno fatta, con «il ghigno caparbio ed efficace – ha detto proprio così il capo di stato maggiore – che contraddistingue questi uomini». La consegna dei brevetti agli undici nuovi «operatori» è avvenuta nel rigido rispetto del protocollo militare. I protagonisti sono arrivati di corsa e hanno raggiunto lo schieramento allineato nel piazzale della base, sotto la bandiera. Sono stati chiamati uno ad uno ed hanno ricevuto, assieme al brevetto, il prestigioso basco verde che ne sancisce il loro ingresso nelle forze speciali della Marina militare. Un obiettivo, come hanno ricordato il comandante di Comsubin, contrammiraglio Massimiliano Rossi, e poi l’ammiraglio di squadra Cavo Dragone, frutto di un lungo e impegnativo corso formativo di un anno, caratterizzato da quattro fasi distinte durante le quali gli allievi hanno raggiunto la preparazione fisica e professionale di base, necessaria a condurre operazioni subacquee, anfibie e terrestri.

Sono la punta di diamante delle forze d’élite italiane e sia Rossi che Cavo Dragone ne hanno orgogliosamente reso testimonianza. Assieme agli incursori del ventesimo corso, quelli formati 50 anni fa, «ma che non hanno mai dimenticato quei valori fondanti di Patria, onore e fratellanza che accomunano le genti in arme». A proposito delle forze del «Teseo Tesei», Cavo Dragone ha parlato di un «mondo magico che non mi apparteneva (l’attuale capo della Marina proviene dai vertici dell’aviazione navale, ndr), ma che ho avuto modo di apprezzare in questi tre anni». Corso faticoso e impegnativo, ha definito il cammino addestrativo della nuova ‘squadra’, «che ha consentito di raggiungere un traguardo riservato a pochi, entrando così in una élite che tutto il mondo ci invidia». Franco Antola

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