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Pubblicato il 08/11/2022

OPPIO AFGANO : PREZZI ALLE STELLE

I talebani, tornati al potere a Kabul il 15 agosto 2021, sono accusati dalle Nazioni Unite di aver fatto esplodere il traffico ed i prezzi di oppio ed eroina .

L’Onu ha verificato un aumento del 32% dei terreni agricoli coltivati ad oppio nel 2022 rispetto al 2021, arrivando a 233.000 ettari. Il valore stimato di questa produzione è triplicato in un anno, da 425 milioni di dollari nel 2021 fino a a 1,4 miliardi di dollari nel 2022, con circa 6.200 tonnellate di oppio nprodotte, ovvero il raccolto più redditizio registrato da anni , arrivando al 29% della produzione agricola del paese, rispetto al 9% dell’anno precedente.
I prezzi sono aumentati per speculazione, dopo le minacce talebane di estirpare le piantagioni anche con la violenza, e perchè è calata la resa per ettaro, diminuita del 10% rispetto al 2021, dopo la grave siccità che ha colpito il Paese all’inizio dell’anno.


Questa fortissima ripresa dei prezzi del primo raccolto da quando c’è stato il ritorno al potere dei talebani è però maggiormente dovuta alla decisione, ad aprile, del leader Haïbatullah Akhundzada, di vietare la produzione di oppio, compresa la sua trasformazione e d il traffico nel paese. Secondo l’UNODC, questo divieto, più della siccità , ha fatto salire il prezzo al chilo da 116 dollari di marzo a 203 dollari in pochi giorni.
Il periodo di semina, che va da ottobre a novembre, pone ora gli agricoltori afgani di fronte a un dilemma. Dovrebbero piantare papavero da oppio per il 2023, scommettendo che i talebani non eseguiranno il decreto del loro capo supremo, o si asterranno, per paura di subire la loro punizione?


Il novanta per cento della popolazione guadagna appena 2 dollari al giorno , ma i maggiori incassi degli agricoltori e della filiera dell’oppio non hano aumentato il benessere: l’ONU segnala che il prezzo dei generi alimentari è aumentato del 35%.

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