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Pubblicato il 27/01/2016

CORRUZIONE: ITALIA PENULTIMA IN EUROPA. DOPO DI NOI LA BULGARIA.

PARMA -Nel 2015 l’Italia si classifica al 61esimo posto nel Mondo per quanto riguarda l’indice di percezione della corruzione (CPI), con un voto di 44 su 100: rispetto allo scorso anno si assiste ad un piccolo miglioramento nel giudizio sul nostro Paese, che guadagna un punto (da 43 a 44) e otto posizioni nel ranking mondiale (da 69 a 61). Pur migliorando a livello globale rispetto agli anni precedenti, la posizione dell’Italia rimane purtroppo in fondo alla classifica dell’Unione europea: siamo penultimi, seguiti solo dalla Bulgaria e dietro altri Paesi

Nel G20 siamo al decimo posto, dopo Canada, Germania, Regno Unito, Australia, Stati Uniti, Giappone, Francia, Corea del Sud e Arabia Saudita. Nell’Unione europea, invece, a guidare la classifica dei paesi con l’indice di percezione della corruzione più basso sono Danimarca, Finlandia e Svezia. Il dossier sottolinea il marcato arretramento del Brasile, duramente colpito dal “caso Petrobras”, che ha perso 5 punti ed è passato dal 69esimo posto al 76esimo, mentre al vertice e in coda alla classifica la situazione rimane pressoché invariata: Afghanistan, Somalia e Corea del Nord si confermano anche quest’anno come i due Paesi più opachi, mentre la Danimarca è nuovamente campione di trasparenza

la Svizzera perde due posizioni e passa dal quinto al settimo posto.
Il “Corruption Perceptions Index” misura, dalla sua introduzione del 1995, come viene percepita dagli esperti la corruzione nel settore pubblico. Per il 2015 l’Indice ha esaminato 168 Paesi su una scala da 0 (molto corrotto) a 100 (percepito come molto integro). Al primo posto si piazza la Danimarca con 91 punti, seguita da Finlandia (90) e Svezia (89). La Svizzera è settimana con 86 punti, preceduta dalla Norvegia (87) e seguita da Singapore (85).

L’indice di integrità pubblica prende in esame: la semplicità amministrativa (il tempo per registrare un’azienda e pagare le tasse); l’apertura del mercato sia per l’import che per l’export; l’efficienza delle procedure di revisione; la capacità giudiziaria; i servizi online offerti dal governo e quelli usati dalla popolazione

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