ADDESTRAMENTO

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Pubblicato il 19/09/2021

ADDESTRAMENTO – IL FASCINO DELLE “ALI” STRANIERE 5° parte TZAHAL OVVERO I PARACADUTISTI ISRAELIANI

Dopo le avventure in Germania, Gran Bretagna e Canada ( vedi http://bit.ly/elenco_brevetti_esteri ) nel 1996 ci si prospettò una occasione ghiotta: recarci in Israele per conseguire il Brevetto di Paracadutismo di quel Paese.
Sebbene Israele non faccia parte della NATO (questo requisito ci ha sempre guidato nella scelta dei Paesi dove recarci per le esercitazioni di aviolancio, ad evitare viaggi “esotici” magari interessanti ma che ben poco avevano a che fare con una vera esercitazione militare) è indubbio che le FFAA Israeliane hanno una reputazione ed un fascino particolare dovute alle numerose azioni vincenti condotte negli ultimi 50 anni.


TZAHAL

Tzahal è l’acronimo di “Tzva haHaganah leIsrael”, Forze di difesa di Israele, ufficialmente costituitosi nel 1948 dal gruppo paramilitare Haganah, contestualmente alla creazione dello Stato di Israele e inglobando altri gruppi paramilitari come il Lehi e l’Irgun, che servivano da forze di difesa delle comunità ebraiche durante il Mandato Britannico. L’altro acronimo con cui sono conosciute in ambito internazionale è IDF, acronimo di Israel Defence Forces. Come per altri Paesi, anche in Israele esiste solo una Forza Armata, con un unico Capo di SM che tra l’altro è l’unico Ufficiale in servizio con il rango di Generale di CdA, nella quale confluiscono le componenti di terra, aria e mare. Il Personale di Tzahal proviene in massima parte dalla coscrizione obbligatoria (per uomini e donne di durata variabile) che costituisce il cuore degli effettivi in servizio permanente e dai numerosissimi Riservisti che possono triplicare il numero degli effettivi in poche ore dalla mobilitazione. L’uniforme di Tzahal, a differenza della tendenza di tutte le FFAA di altri Paesi, non è mimetica, ma costituita da pantaloni e camicia di un semplice verde oliva chiaro (molo simile a quella Italiana degli anni 50/60), privilegiando, come spesso fanno gli Israeliani, comodità, praticità e pragmatismo rispetto alle mode e tendenze, lasciando la sofisticazione ai mezzi e agli apparati.


L’INVITO
Sempre attenti a far interagire mondo civile e militare, con un occhio anche al coinvolgimento dell’economia nazionale, l’invito ci giunse da Shlomo Ben Eli, direttore di una agenzia di viaggi di Tel Aviv e con un passato nella componente Marina, che aveva avuto il mandato da Tzahal di organizzare un pacchetto turistico per i militari stranieri che avrebbero partecipato all’esercitazione di aviolancio, organizzata in Giugno, data che coincideva con la Festa dei paracadutisti Israeliani. Il viaggio, della durata di una settimana, oltre alla parte militare vera e propria, ci consentiva anche di organizzare delle bellissime visite ai posti di cui avevamo solo sentito parlare e parte della nostra cultura religiosa: Gerusalemme, Betlemme, il giardino del Getsemani, il fiume Giordano, il Mar Morto. Oltre ai luoghi storici cari alle altre Religioni: il monte del Tempio, il Muro del pianto, la moschea di al-Aqsa.
Naturalmente il volo era organizzato con la compagnia aerea El Al, i pernottamenti ed i pranzi in alberghi e ristoranti in luoghi adiacenti ai vari impegni della settimana, in linea con la visione “commerciale” dell’organizzazione, offrendoci uno stile ed un confort a cui noi rustici paracadutisti eravamo poco avvezzi, ma che molto avremmo apprezzato.


IL LANCIO
1996

La prima esperienza, quella del Giugno 1996 fu a dir poco demoralizzante. Infatti “to cut a long story short” come dicono i britannici, il giorno dell’aviolancio giovedì 6 Giugno 1996 circuitammo per oltre un’ora sulla DZ di Palmahim, in piedi davanti al portellone laterale aperto del C130 in volo, in attesa della luce verde per il lancio… che mai arrivò! Tempo bellissimo ovviamente, ma con un fortissimo vento di oltre 30 nodi che sconsigliò ai nostri Amici Israeliani di lanciarci, per timore di trovarci dispersi nel Mediterraneo (la DZ era infatti a pochi chilometri da mare).
Purtroppo non era previsto un “weather day” cioè una giornata alternativa in caso di maltempo e quindi, nonostante tutto l’impegno profuso, niente lancio.
Il Colonnello Yoram Presser, comandante della Scuola di paracadutismo e della base di Tel Nof, decise di rilasciare comunque il Brevetto di Paracadutismo ad ogni partecipante, nella considerazione che tutti avevano fatto l’addestramento previsto e soprattutto tutti erano paracadutisti con numerosi lanci all’attivo e quindi il lancio sarebbe stata solo la classica ciliegina sulla torta.
Grati accettavamo… ma rientravamo in Italia con l’amaro in bocca: per qualche motivo non consideravamo l’esperienza conclusa.


1998
Dopo un anno di pausa in cui non venne organizzato nulla, la IDF organizzò un eccezionale evento per il Giugno 1998: sarebbe stata anche l’occasione per festeggiare i 50 anni dello Stato di Israele che appunto venne fondato nel 1948. Alcuni dei partecipanti del 2006 vollero tornare per concludere la precedente esperienza, insieme a nuovi arditi, informati su quello che poteva succedere…
L’organizzazione logistica fu più o meno la stessa, sempre professionalmente orchestrata dal Signor Shlomo. Le procedure di sicurezza si erano nel frattempo fatte più stringenti, complice forse gli accadimenti degli ultimi periodi che sfociarono poi nei fatti del settembre 2000 alla spianata delle moschee, che innescarono la seconda intifada.
Prima del viaggio dovetti far avere in Israele tutti i dati dei 10 partecipanti ed attendere lo screening di sicurezza preventivo, prima di avere la conferma della nostra partecipazione. Già alla partenza dall’aeroporto di Malpensa Domenica 07 Giugno 1998 per il volo della El Al, venivamo presi in custodia dalla sicurezza di due agenti in borghese, che sempre viaggiano sui voli di quella compagnia aerea. Al nostro arrivo all’aeroporto “Ben Gurion” di Tel Aviv, venivamo “consegnati” all’Ufficiale di collegamento dell’IDF, il Cap. Ofer Jakoby, Paracadutista, oggi Tenente Colonnello della Riserva, che parlava un perfetto Italiano, avendo lavorato per anni a Milano al Consolato Israeliano e che ci avrebbe accompagnato per tutta la nostra permanenza, che si sarebbe lanciato con noi e riconsegnato l’ultimo giorno della nostra permanenza in Israele agli stessi addetti della sicurezza sul volo di rientro in l’Italia.
Anche in questa occasione fu veramente interessantissima la parte culturale del viaggio, con visita alla storica fortezza di Masada, un bagno incredibile nel Mar Morto, la permanenza in un kibbuz sulle alture del Golan, dove pernottammo e dove sentimmo nettamente nella notte colpi di artiglieria (ci spiegarono che sporadicamente venivano sparate delle bordate nella terra di nessuno tra Israele e Libano per prevenire almeno come deterrenza, un possibile inserimento di elementi ostili da parte di quest’ultimo). La visita alla Via Crucis e alla Basilica del Santo Sepolcro fece vibrare in noi ataviche reminiscenze.
Anche le serate passate a Tel Aviv e ad Haifa furono indimenticabili per l’ospitalità e l’amicizia dimostrate dagli Amici Israeliani.
Il particolare rapporto venne anche sancito da un’opportunità più unica che rara: Martedì 9 Giugno 1998 venimmo ricevuti alla Knesset (il Parlamento Israeliano) dove ci accolse l’On. Shimon PERES. In quel momento l’On. Peres era “semplicemente” un esponente del Partito Laburista alla Knesset, ma nella Sua lunga carriera politica espletò incarichi come Ministro delle finanze, della difesa, dei trasporti e degli esteri, nonché Primo Ministro; dal 2007 al 2014 divenne poi Presidente d’Israele. Nel periodo della nostra visita aveva ricevuto da pochi anni il premio Nobel per la Pace, per i Suoi sforzi nel processo di pace con i vicini Arabi, culminati con gli accordi di Oslo. Durante la nostra visita l’On. Peres ci accolse affabilmente e informalmente ci illustrò brevemente la situazione mediorientale e la Sua visione per il futuro. Naturalmente ci presentammo in giacca e cravatta, ma indossando il nostro basco, portando al seguito il Labaro della Sezione di Como dell’ANPDI, che ci aveva seguito in questa esercitazione; ovviamente essendo l’asta metallica, al passaggio dei controlli di sicurezza per entrare alla Knesset, tutti i metal detector cominciarono a suonare e passò un po’ di tempo prima che ci permettessero di entrare, non senza aver controllato approfonditamente il Labaro e tutti noi.


Il mercoledì 10 successivo passò alla base di Tel Nof, tra false carlinghe, capovolte, torre d’ardimento, il refresh sull’uso del paracadute israeliano T10 a noi molto noto e della relativa emergenza, e qualche svenimento (non di Paracadutisti Italiani) causa la temperatura sempre sopra i 35 gradi… insomma tutta la nota procedura prima di un aviolancio in terra straniera di cui però ogni Paese aveva il suo fascino e le sue caratteristiche. In Israele ad esempio notammo un grande numero di militari donna, anche tra i paracadutisti, anche loro obbligate a prestare servizio di leva obbligatorio per 24 mesi (36 mesi gli uomini), cosa per noi assolutamente insolita allora (le donne furono ammesse agli arruolamenti in Italia solo a partire dall’anno successivo).
Incontrammo anche gli altri Militari che avrebbero partecipato all’esercitazione, provenienti da Francia, Belgio, Germania, Gran Bretagna e Grecia.

Il giovedì 11 Giugno sveglia alle ore 0400 e dopo colazione venimmo trasportati alla base di imbarco di Tel Nof dove incontrammo l’Addetto per la Difesa Italiano, Gen. B. Filiberto CECCHI (in seguito diventato CSM dell’EI) e l’Addetto per la Difesa britannico, un Colonnello dei SAS.
Vista l’esperienza dell’ultima volta, pregavamo che le condimeteo ci fossero più favorevoli dell’ultima volta!
Sotto l’occhio vigile del DL ci imbarcammo su due C-130 che avremmo utilizzato in contemporanea usando entrambe le porte laterali per i lanci. A noi Italiani toccava la porta di sinistra, seguiti simpaticamente ed attentamente dal Cap. Ofer e da numerosi Soldati Israeliani.
Decollati alle 0730 dopo circa 30 primi di volo tattico, giungevamo sulla DZ di Palmahim, a ridosso del mare Mediterraneo, dove, dopo aver lanciato un manichino per verificare il vento, sortivamo in 4 passaggi da 7+7 paracadutisti.
Alle 08,30 ci riunivamo in un punto preordinato dove ci accoglievano telecamere e fotografi per immortalare l’evento ed intervistare i partecipanti. Dopo un rinfresco e i complimenti di rito, ci recavamo presso il monumento delle truppe paracadutiste, dove, schierati, rendevamo gli onori ai Caduti ed ogni delegazione deponeva una corona di alloro.
Dopo la cerimonia commemorativa, prendeva la parola il Colonnello Monie, Comandante la Scuola di Paracadutismo che esprimeva le sue felicitazioni a tutti i neo brevettati. Passando tra le file, consegnava poi personalmente ad ognuno di noi, l’attestato di Brevetto con le ali Israeliane. La giornata si concludeva con un lauto pranzo alla Base, dove avvenivano gli scambi dei crest e dove consegnavamo la statuetta di un paracadutista Italiano, molto apprezzata dagli Israeliani. Con il commiato del Gen. Cecchi, che ci faceva i complimenti per il successo ottenuto e per l’ottima immagine dell’Italia data dal nostro gruppo, si concludeva la giornata.
Gli ultimi giorno sfilarono veloci, fino al giorno dell’imbarco per il volo di rientro, accompagnati sempre dal Cap. Ofer, con il quale si era instaurata una sincera Amicizia, durata tutti questi anni e che continua ancora oggi.

2000
Fu l’ultima occasione in cui venne organizzata una esercitazione di aviolancio in Israele aperta agli stranieri; da parte Italiana ovviamente cambiarono i partecipanti e per la prima volta, sempre a riprova dell’ottimo rapporto con gli Amici Israeliani, riuscimmo ad inviare un non-paracadutista, il compianto e mai dimenticato 1° Cap. Fernando TADDEI, artigliere alpino, Presidente della Sezione di Gallarate dell’UNUCI, che seguì tutta la delegazione Italiana anche sul C-130, come osservatore. Il Cap. Taddei ebbe modo di incontrare l’On. Ariel Sharon, capo del partito Likud, già Generale e paracadutista, con il quale si intrattenne in conversazione.
L’esercitazione di aviolancio si svolse come al solito nel mese di Giugno, ricalcando quanto successo due anni prima.
Dopo il rientro in Italia dei partecipanti, tutti brevettati, il 28 Settembre successivo esplose a Gerusalemme la seconda intifada, in seguito estesa a tutta la Palestina. Secondo la versione palestinese l’episodio iniziale fu la reazione a una visita, ritenuta dai palestinesi provocatoria, proprio di Ariel Sharon (accompagnato da una delegazione del suo partito e da centinaia di poliziotti israeliani in tenuta antisommossa) al Monte del Tempio, luogo sacro per musulmani ed ebrei situato nella Città Vecchia. L’Intifada fu una successione di fatti violenti che aumentarono rapidamente di intensità e proseguirono per anni, assumendo i caratteri di una guerra d’attrito.
Il resto è storia.
Durante le nostre visite in Israele di Brevettarono con noi 20 Paracadutisti Italiani.


Cap. Danilo Fumagalli

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