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Pubblicato il 27/07/2017

1917 – 2017: VIVA GLI ARDITI – LO SME ORGANIZZA UNA CERIMONIA IL 28 A SDRICCA. DUE GIORNI DI SOLENNI CELEBRAZIONI DELLA FNAI

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SDRICCA DI MANZANO- UDINE- Il comando militare Friuli ha organizzato una solenne cerimonia a Sdricca di Manzano, sede degli Arditi, il giorno Venerdì 28 Luglio 2017 – con inizio alle ore 09.00, in occasione del centenario della costituzione del Reparto.
Saranno presenti il Generale di Divisione Giuseppnicola Tota, capo del V Reparto affari generali dello SME ed il Colonnello artigliere paracadutista Cristiano Dechigi, direttore dell’ Ufficio Storico Sme. Il colonnello Dechigi terrà una breve relazione sulla storia del Reparto.
Seguiranno nel pomeriggio e il sabato successivo le celebrazioni organizzate dalla FNAI- Federazione Nazionale Arditi d’Italia- ( cliccate qui)

La ricerca di soluzioni allo stallo della guerra di trincea, da parte di alcuni brillanti ufficiali italiani, e le informazioni carpite al nemico sulla costituzione di particolari reparti mutuati dall’esercito tedesco, Sturmtruppen, portarono nel giugno-luglio 1917 alla creazione di speciali truppe d’assalto: gli Arditi.

Inquadrati in battaglioni di 700/ 1000 uomini, vennero selezionati, spesso su base volontaria, tra i migliori combattenti dei principali corpi dell’esercito: fanti, alpini e bersaglieri. Vennero addestrati a nuove tecniche di combattimento e all’uso di tutte le armi, comprese quelle del nemico. Le principali, però, furono pugnale e bombe a mano con le quali assalivano di sorpresa le trincee avversarie per catturare prigionieri o per lasciarle alle truppe che li seguivano.

L’ uniforme da combattimento fu studiata per favorire libertà di movimento e il trasporto di un buon numero di bombe. La giubba -tipica- aveva le fiamme nere, oppure cremisi per i reparti di bersaglieri e verdi per quelli alpini. Data la pericolosità delle loro missioni, agli Arditi vennero concessi alcuni privilegi: migliore trattamento economico, licenze premio, rancio regolare, ricco ed abbondante, alloggiamenti comodi e nelle retrovie, nessun servizio di trincea e di corvée.

Gli Arditi divennero presto leggenda in tutti i campi di battaglia del fronte italiano. Conquistarono in poche ore posizioni ritenute imprendibili, come il Monte San Gabriele e il Monte Corno. Si dissanguarono a protezione dell’esercito in ripiegamento dopo la rotta di Caporetto e nella prima battaglia d’arresto sul Piave e sul Grappa nel novembre-dicembre 1917.

Furono tra i principali artefici della riconquista di fondamentali posizioni sull’altipiano di Asiago nel gennaio 1918.

Parteciparono attivamente a bloccare e respingere la grande offensiva nemica nel giugno seguente. In ottobre combatterono eroicamente sul Grappa e furono tra i primi ad attraversare il Piave in piena, conquistando le prime linee fortificate e aprendo la strada alle armate italiane per la vittoria finale.

Da 30 a 35 mila uomini furono protagonisti della Prima Guerra: si contano oltre 3.000 decorati, tra cui spiccano 20 medaglie d’oro al valor militare e 3.000 caduti. Una percentuale assai maggiore di quella del resto dell’Esercito.

Il Veneto è al quarto posto con 209 decorati, davanti ci sono la Lombardia (527), il Piemonte (280) e la Campania con 225. Il maggior numero dei caduti con le Fiamme Nere erano lombardi ( 515). In veneto nacque Alessandro Tandura da Vittorio Veneto (TV), sottotenente dell’XI, che nell’agosto 1918 venne paracadutato nel Veneto occupato dagli austro-ungarici per raccogliere e trasmettere informazioni sul nemico al fine di favorire l’offensiva del nostro esercito. Al termine del conflitto tutti i reparti d’assalto vennero gradatamente sciolti (l’ultimo il 28 febbraio 1921). Siccessivamente il testimone della Fiamme Nere è stato rilevato dal IX Battaglione Sabotatori, ora IX Reggimento d’assalto Col Moschin

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